Palestre, la normalità resta lontana: «Dalla riapertura, nulla come prima»
I gestori dei centri fitness di Treviso: «Registriamo un meno 40-50% negli iscritti rispetto al pre-Covid. Che significa identica contrazione negli incassi». Dopo otto mesi di chiusura, in estate una dura ripartenza. Nessuna vera ripartenza, a differenza della ristorazione
TREVISO. Anche le palestre devono fare i conti con il giro di vite del governo contro Omicron. Ma i guai veri sono altri: «Il Super Green pass renderà gli ambienti più sicuri, il problema è che il nostro settore non ha più ripreso a lavorare».
Paolo Baggio, della palestra De Ferrari a Treviso (Dopolavoro ferroviario), accoglie con interesse relativo la novità del certificato verde rafforzato per l’accesso alle palestre. Della serie: bene la novità, ma il cruccio è un altro. Ossia il fatto che nei centri fitness, dalla riapertura di giugno, nulla è stato più come nel pre-pandemia.
«Registriamo un meno 40-50% negli iscritti rispetto al pre-Covid. Che significa identica contrazione negli incassi», allarga le braccia Baggio. Così il Super Green pass può alzare il livello della sicurezza, ma, per gli addetti ai lavori, non dovrebbe consentire, al momento, una risalita dalla crisi: «Da noi ormai sono quasi tutti già vaccinati, forse la novità potrebbe riguardare qualche ragazzo che viene in palestra tamponato… Di certo la questione è un’altra: le palestre sono quasi vuote, non siamo più tornati ai livelli di un tempo. Dopo otto mesi di chiusura, in estate è stata dura ripartire. Se la ristorazione ha ritrovato subito slancio, per noi una ripartenza vera non c’è mai stata. E chissà quando mai ci sarà».
Ma perché le palestre faticano (e hanno faticato) a riabbracciare i clienti? «Di sicuro ha inciso la paura per i contagi, ma in palestra si applicano protocolli rigidi e pericoli non ci sono», sottolinea Baggio, «Poi credo tanti si siano presi attrezzi e macchine per allenarsi a casa, complici le lezioni proposte online. Tanti hanno perso pure l’abitudine. Senza scordare i non vaccinati».
Che magari non volevano farsi il tampone, requisito minimo per accedere in palestra prima dell’ultimo decreto.
«Vedremo se il Super Green pass potrà aiutarci a recuperare qualche iscritto», aggiunge il gestore della De Ferrari, «Ma c’è ancora troppa diffidenza sulla palestra. Il botto che hanno fatto i ristoratori alla ripartenza, a noi non è mai riuscito».
Così l’introduzione del passaporto verde rafforzato diventa solo l’occasione per riflettere su un settore che fatica a risollevarsi. Tanto che Alessandro Esposito, del Five Club in corso del Popolo, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Gli iscritti sono un terzo in meno rispetto al pre-Covid. Sì, è vero che una ripartenza effettiva non c’è mai stata. Il Super Green pass? Per le palestre, cambia ben poco: i tamponati, da noi, si contano sulle dita di una mano. Finché rimane questa situazione di incertezza, purtroppo, tanta gente non si fida a frequentare certi ambienti. Eppure assicuriamo massima sicurezza».
Dal 10 gennaio, le palestre inizieranno a verificare gli effetti del Green pass rafforzato: servirà a riportare i diffidenti su tapis roulant e cyclette? Gestori e personal trainer lo scopriranno presto.