Matricole universitarie sostituiscono i docenti sospesi e positivi al virus
Studenti di primo o secondo anno in cattedra al posto degli insegnanti no vax. La direttrice dell’Ufficio scolastico: purtroppo capita, non si possono lasciare i ragazzi soli
UDINE. Hanno 20 anni, alle volte neppure compiuti, sono iscritti al primo o secondo anno di università e vengono catapultati nelle scuole dell’infanzia e primarie a sostituire gli insegnanti assenti o sospesi perché non in regola con l’obbligo vaccinale anti Covid.
È tutto regolare. In assenza di supplenti, a seguito dell’esaurimento anche delle graduatorie d’istituto, i dirigenti scolastici anziché ridurre l’orario delle lezioni, preferiscono incaricare le matricole messe a disposizione per l’anno scolastico 2021/22. In gergo la messa a disposizione è meglio nota come Mad.
Si tratta di un elenco dove gli aspiranti insegnanti si possono iscriversi anche se non hanno ancora conseguito il titolo di studio. In queste ore, scorrere questi elenchi è l’unica possibilità per mantenere in classe soprattutto i bambini più piccoli e i presidi, pur mettendo in conto il possibile calo della qualità della didattica, sono costretti ad accedere a piene mani.
Siamo in pandemia e questo giustifica ogni cosa anche se la carenza di laureati in Scienze della formazione primaria e di insegnanti soprattutto di alcune materie, tra cui Matematica, non è un problema recente.
«Purtroppo capita di dover ricorre alle Mad, i ragazzi non si possono lasciare in aula senza insegnanti. I dirigenti scolastici sono disperati e accettano qualsiasi persona che si mette a disposizione».
La direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, affronta il problema con discrezione e spiega che proprio l’altro giorno l’ha affrontato con i rettori delle università di Udine e di Trieste, Roberto Pinton e Roberto Di Lenarda, ai quali ha segnalato «la grande carenza di laureati in Scienze della formazione primaria, abilitati all’insegnamento».
Ai due rettore, la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale ha chiesto di aumentare il numero chiuso a Udine e di «riaprire il corso di Scienze della formazione primaria a Trieste. I numeri degli ammessi ai corsi sono esigui».
In effetti, anche per quanto riguarda le immatricolazioni, la domanda è molto più elevata dell’offerta basti pensare che lo scorso settembre, a Udine, hanno sostenuto il test di ingresso 500 aspiranti insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria. Peccato che al primo anno abbiano potuto iscriversi solo in 160.
«L’intenzione di aumentare i posti c’è» assicura la coordinatrice del corso di Scienze della formazione primaria dell’università di Udine, Francesca Zanon, non senza specificare che la richiesta dell’ateneo deve essere accolta dal ministero.
Chiarito l’aspetto programmatico, la professoressa conferma che, in questi giorni, i presidi stanno contattando pure gli studenti del primo e secondo anno di Scienze della formazione.
«Mi rendo conto che i dirigenti scolastici sono in difficoltà – spiega –, ma con tutta la buona volontà che possono avere i nostri studenti del primo e secondo anno, non dispongono delle competenze necessarie per gestire una classe. Inevitabilmente ne risentiranno i ragazzi, speriamo sia una situazione passeggera».
La conta dei posti vacanti che, da tempo, a ogni inizio di anno scolastico evidenzia la carenza di docenti, rivela che il problema era noto ben prima della pandemia.
«Nelle scuole dell’infanzia e primarie abbiamo 453 posti vacanti: 392 alle elementari e 61 nelle scuole dell’infanzia. Il numero di laureati è troppo basso» insiste la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, nel far notare che, rispetto al resto d’Italia la carenza di insegnanti è più evidenti nel nord.
Soprattutto in Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Ancora più drammatica la situazione si presenta sul fronte degli insegnanti di sostegno.
«Mi viene da piangere: abbiamo talmente pochi specializzati che non riusciamo a coprire neppure i posti vacanti in organico di diritto».
La direttrice dell’Usr lo afferma e poi snocciola i numeri: «Nell’organico di diritto su oltre 1.400 posti ne abbiamo almeno 500 vacanti, se ci fossero gli insegnanti entrerebbero subito in ruolo. In questa situazione, i posti dell’organico di fatto anche quest’anno sono stati coperti da 1.243 non abilitati, in possesso del titolo di studio e iscritti nelle graduatorie per le supplenze.
E quando mancano i diplomati si ricorre alle Mad. Non lo trovo giusto, gli alunni disabili hanno gli stessi diritti degli altri».
La direttrice dell’Usr ritiene che questo sia il risultato dei tagli applicati al sistema scolastico tra il 2008 e il 2011, quando molti supplenti privati di ogni prospettive di carriera si sono indirizzati verso altre professioni.