Da Varsavia a Sacile, la star del pianoforte Leonora Armellini pronta a incantare anche il Friuli
La vincitrice del quinto premio Chopin si esibirà alla Fazioli hall
SACILE. Ha soltanto 29 anni e un curriculum da star Leonora Armellini, vincitrice del quinto premio al celebre Concorso Chopin di Varsavia 2021: sarà lei ad aprire, venerdì 14 gennaio alle 19, la nuova stagione dei concerti alla Fazioli concert hall di Sacile.
Tutto chopiniano il programma, preceduto dalla guida all’ascolto a cura del pianista-conduttore Alessandro Tommasi.
È la sua prima esibizione in Italia dopo vari concerti a Varsavia, a seguito del brillante risultato al concorso Chopin, che per altro l’aveva già vista protagonista nel 2010. Che significato ha assunto nella sua vita questa città? Come è stata accolta dal pubblico?
«Varsavia è sicuramente una città a cui sono fortemente legata. Ho avuto modo di conoscerla bene ed esperienze incredibili, alcune hanno anche segnato momenti di svolta nella mia vita, quindi tornarci è sempre una grande emozione. Sono appena rientrata da un concerto con l’orchestra della Radio polacca di Varsavia, trasmesso in diretta radio, in cui ho eseguito il “Concerto in mi minore” di Chopin” con il quale mi sono presentata alla prova finale del concorso: è stato quasi come rivivere l’esperienza ed è davvero difficile esprimerlo a parole! Il pubblico polacco poi è estremamente caloroso, fa proprio percepire l’affetto e la gratitudine».
A che concerto assisterà il pubblico della Fazioli concert hall?
«Suonerò opere che spaziano da polacche a notturni, mazurke e uno degli Scherzi, quindi alcuni dei generi più rappresentativi affrontati dal compositore un programma che si sviluppa dallo Chopin più giovane a quello più maturo».
Al Chopin di Varsavia lei si è esibita su un Fazioli, così come altri due vincitori del concorso: che differenza fa suonare su questo pianoforte?
«Affrontare un’esperienza come il concorso Chopin in un certo senso crea e rinforza legami: così il pianoforte che mi ha accompagnato al concorso è letteralmente diventato un compagno di avventura di cui potermi fidare completamente. Ciò che mi ha colpita è stata la ricchezza del suono, la vastissima possibilità di sfumature, la bellezza del registro del cantabile: tutte cose che nella mia visione di Chopin hanno un’importanza fondamentale. È stata poi incredibile la collaborazione che si è creata con il team di Fazioli».
Ci piace pensare che il fatto di essere donna non abbia influito sulla sua carriera e che la discriminazione di genere non esista, almeno nel mondo della musica. È così? Pensa ci sia un modo femminile o maschile di suonare il pianoforte?
«Personalmente non ho mai vissuto situazioni di discriminazione. Certamente siamo abituati a pensare ad alcuni attributi come esclusivamente maschili e femminili, ma la storia ha spesso dimostrato che si trattava solo di stereotipi. Per me non è tanto una questione di genere, quanto di un’attitudine ed espressione personale e unica di ognuno di noi. Mi piace pensare che quando un/una musicista sale sul palco esprima le varie sfaccettature della propria personalità nella maniera più sincera e reale possibile; l’arte è universale e appartiene a tutti noi, al di là di genere o etnia»