Luci, lacrime ed emozioni, in 400 alla fiaccolata dedicata al ricordo di Robert: «Dava il suo cuore a tutti»
foto da Quotidiani locali
TRIESTE. Prima il silenzio, poi il desiderio di giustizia e il dolore. Ma soprattutto un grande amore per Robert che non c’è più. L’appuntamento era alle 18 domenica 16 gennaio sul sagrato della chiesa in piazza a San Giacomo.
La fiaccolata tuttavia è iniziata cinque minuti prima, quasi a voler stemperare il garbuglio di emozioni che tutti i presenti si portavano dentro. Sono partiti in 200, a passo spedito su per via dell’Istria fino all’Enaip, la sua scuola, poi dietrofront e ritorno al punto di partenza.
C’erano soprattutto giovani, come lui, il diciassettenne di origini serbe assassinato la sera del 7 gennaio da un ragazzo poco più grande. Per una ragazza frequentata da entrambi, stando almeno a quanto emerso finora. Tanti di quelli che c’erano ieri nemmeno conoscevano Robert ma ci tenevano comunque a partecipare. Durante il percorso nessuno aveva voglia di parlare. «Non c’è niente da dire. Era un ragazzo come gli altri, ma era anche un personaggio: era nostro amico».
Le parole che fino a quel momento si erano potute tirare fuori, d’altronde, gli amici di Robert le avevano già scritte sui cartelloni che portavano con sé lungo il cammino. «Ogni qual volta rideremo o piangeremo, penseremo sempre a te, resterai in ogni nostro gesto».
«La tristezza ci assale ma ripensando al tuo sorriso e alle tue parole capiamo che non possiamo essere tristi, non dobbiamo piangere, tu non lo avresti voluto». Il cartellone più grande di tutti chiedeva: «Giustizia per Robert Trajkovic e riposi in pace». Vicino c’era una foto di lui con le mani a forma di cuore.
Il serpentone umano si è ingrossato finché, al ritorno in piazza, le persone erano diventate 400. Ed è qui che il tempo si è dilatato. Stavano in piedi attorno ai suoi genitori, alla sua numerosa famiglia e ai suoi amici più stretti, che non nascondevano il loro dolore.
Minuti che sembravano ore di un silenzio interminabile, alla fine interrotto da uno zio del ragazzo. «Robert voleva passare il Capodanno da noi, che viviamo a Roma, ma non è potuto venire perché avevamo ancora il Covid», ha detto al microfono: «Se non ce l’avevamo magari mio nipote era ancora qua. Un grazie profondo dal cuore a nome di tutta la nostra famiglia. Siete gente meravigliosa. Adesso speriamo nella giustizia».
Le persone si sono poi spostate lungo il perimetro della piazza fino a formare un cerchio attorno a un tavolo che sembrava l’altare di una chiesa, con sopra le candele e le lucette bianche attorno alla foto incorniciata di Robert.
Prima di accendere lo stereo, suo padre ha spiegato: «Questa è la canzone preferita di mio figlio, è in serbo, per chi la capisce sarà bellissima». È una canzone d’amore, si chiama Da se opet rodime, “Se rinascessi”.
Quando la musica è partita, tante mani hanno lasciato andare all’unisono decine di palloncini colorati, che se ne sono volati via verso il cielo della sera. Proprio in quel momento pressoché tutti i presenti sono scoppiati in lacrime, alcuni così forte da coprire le note della canzone. È passato altro tempo.
Poi una ragazza è intervenuta a nome degli amici, dei parenti e di tutti coloro che hanno voluto la fiaccolata, ringraziando il Comune e i presenti per aver reso possibile quell’occasione.
«Ho condiviso un anno della mia vita con lui ogni minuto», ha detto: «Dava il suo cuore a tutti quelli che gli stavano vicino, apprezzava quello che la vita gli dava, non avrebbe fatto male a niente e nessuno. L’hanno portato via così, come se niente fosse. Era un figlio, un fratello, un ragazzo e un amico.
Per un malinteso di qualche giorno hanno portato via una persona d’oro. Vogliamo giustizia e soprattutto che emerga la verità». A margine ha affermato di essere stata «la vera ragazza» di Robert.
Ha lasciato il microfono aperto, per chiunque volesse condividere qualche parola in ricordo del giovane scomparso. Nella commozione generale, nessuno sembrava voler andare via.