Il certificato di guarigione per un errore è retrodatato: infermiera resta senza Green pass
foto da Quotidiani locali
UDINE. Un errore materiale, un piccolo viaggio nel tempo, un inghippo fastidioso che contribuisce a complicare situazioni già difficili. Il certificato di guarigione dal Covid-19 porta la data di validità indietro di oltre quattro mesi e il Green pass aggiornato al suo nuovo stato di salute non arriva. Il risultato? Rendere impossibili, di fatto, una serie importante di attività quotidiane.
Giulia, infermiera di 27 anni impegnata in un reparto Covid-19 dell’ospedale di Udine, racconta una vicenda assurda. Tutto cominciata all’inizio del 2021.
«Il primo gennaio risulto positiva al coronavirus: ai tempi lavoravo nel reparto Covid dell’ospedale di Tolmezzo – spiega –. Il 24 aprile, mi vaccino».
Trascorrono i mesi e nel dicembre 2021, uno dei tamponi di routine segnala che la giovane è di nuovo positiva. «Avevo prenotato la dose booster per il 15 dicembre, ma proprio quel giorno il caposala mi chiama e mi avvisa che il giorno prima ero risultata positiva.
Per cui niente dose booster e 10 giorni a casa. Il 24 dicembre, nel tampone di uscita, è accertata la negatività e mi arrivano il certificato di fine isolamento e quello di guarigione». Ed è proprio da questo documento che nascono i problemi.
«C’è un errore nella data del primo tampone positivo e si parla di validità del certificato fino all’agosto 2021: un conteggio a ritroso completamente assurdo – afferma –. Segnalo l’errore al Dipartimento di prevenzione che si accorge della stranezza, anche perché i certificati sono generati in automatico, e mi dice di rivolgermi ad Insiel.
Lo faccio via mail, poi con una prima chiamata, quindi negli ultimi giorni con chiamate quotidiane, ma la risposta è sempre “sollecitiamo”, la richiesta è “in elaborazione”.
La questione si è fatta seria venerdì scorso, 21 gennaio, giorno in cui il suo Green pass è scaduto, trascorsi i 9 mesi dalla dose di vaccino. A lei serve, con urgenza, la certificazione verde aggiornata in seguito alla guarigione da Covid 19.
«L’iter che sto seguendo è corretto, ma nulla si è ancora sbloccato e io non posso fare praticamente niente – conclude Giulia –. Anche al lavoro, come devo comportarmi? Sarà gestito tutto con un tampone quotidiano?
Come è possibile che non ci aiutino, come sanitari? Mancano già un sacco di infermieri, queste situazioni non fanno altro che complicare ulteriormente le cose».