Condannati a 70 anni di carcere per traffico di essere umani
Maxi pene per i membri dell’organizzazione accusata di favorire l’immigrazione clandestina
LUCCA. Colpevoli. Poco prima delle 14 di ieri la presidente Nidia Genovese ha letto il dispositivo della sentenza, con cui la corte d’Assise ha condannato (in primo grado) a una pena complessiva di 71 anni e 6 mesi i componenti di una organizzazione transnazionale, composta da cittadini cingalesi e rumeni, impegnata in una vera e propria tratta di esseri umani tra lo Sri Lanka, il Bangladesh e la Romania. Secondo il sostituto procuratore Salvatore Giannino, che ha coordinato l’indagine condotta dalla Squadra mobile della questura, al vertice dell’associazione c’era Saman Priyantha Fernando Porutotage, 48 anni, cingalese, residente a S. Anna da quasi vent’anni. All’apparenza Porutotage era un anonimo conducente di auto a nolo – una sorta di tassista senza effettiva qualifica – ma in realtà per gli investigatori è una complessa personalità di alto profilo criminale. Lo è evidentemente anche per i giudici della corte d’Assise che a lui hanno riservato la pena più alta: dieci anni e sei mesi di reclusione, superando anche la richiesta del pm Giannino che si era fermato a nove anni e sei mesi. E non è andata bene neppure altri imputati (13 in tutto) accusati – a vario titolo – di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La corte ha condannato Thilak Anuruddha Silva Sandaradura, 43 anni, a una pena di cinque anni e dieci mesi; Fernando Nishanta Rathugamage, 55 anni, a sette anni e otto mesi; per Cristian Mircea, 32 anni originario della Romania la condanna è a sette anni e otto mesi, mentre quella per Vasile Aurel Olarean, 48 anni, è di otto anni e quattro mesi; Prabhath Suchintha Wijayawardana, 49 anni, ha preso sette anni; Upul Nandana Singhalage, 49 anni, sei anni e nove mesi; e Ranga Perera Dinesh Thalammaharage, 38 anni, ha preso sette mesi. Non solo la corte ha condannato anche due imputati per cui il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione. Si tratta di Manoj Dilantha Herath Mudiyanselage, 33 anni, che ha preso quattro anni e due mesi; di Jayatunga Prageeth Thushara, 45 anni, condannato a sei anni e nove mesi. Assolti altri tre imputati. L’indagine partì in conseguenza dell’omicidio, avvenuto nel centro di Lucca nella notte tra il 16 e il 17 aprile 2019, di un cinquantenne cingalese ex militare. Uno dei due connazionali che l’avevano ucciso era Samit Gayan Fernando Porutotage, il fratello del conducente di auto a nolo ritenuto al vertice dell’associazione. Prima che la polizia lo arrestasse l’uomo cercò telefonicamente il fratello perché sperava gli procurasse un documento (passaporto, permesso di soggiorno) ecc.) aiutandolo ad allontanarsi da Lucca. È allora che il sostituto procuratore Giannino chiese alla squadra Mobile di effettuare accertamenti su quel conducente di auto. © RIPRODUZIONE RISERVATA