Morto a 13 anni nel pozzo a Gorizia, la famiglia di Stefano parte civile al processo
Avviato con l’udienza preliminare il processo per la tragedia di viale 20 Settembre costata la vita al tredicenne Borghes
GORIZIA Con l’udienza preliminare di ieri si è aperto il processo per la morte di Stefano Borghes, il tredicenne precipitato nel pozzo del parco Coronini Cronberg la mattina del 22 luglio 2020 mentre stava partecipando a una gara di orienteering organizzata nell’ambito del centro estivo parrocchiale “Estate tutti insieme”.
L’udienza presieduta dal giudice Flavia Mangiante è servita per presentare la costituzione di parte civile dei familiari da parte dell’avvocato Salvatore Spitaleri. Il processo è stato quindi aggiornato al 14 giugno. Il rinvio è stato reso necessario per permettere alle difese di valutare la situazione alla luce della richiesta di risarcimento presentato dal legale dei Borghes.
Chiamati a rispondere per la morte del ragazzo sono il presidente della Fondazione Coronini Cronberg Rodolfo Ziberna (difeso dall’avvocato Antonio Montanari), il direttore Enrico Graziano (avvocato Giuliano Ulcigrai), i componenti del Curatorio Marco Menato (avvocato Paolo Menato), Tiziana Gibelli (avvocati Franco Dal Mas e Pierfrancesco Scatà), Simonetta Bonomi (avvocato Montanari), Raffaella Sgubin (avvocato Francesco Donolato), Maddalena Malni (avvocato Andrea Coluccia), Maurizio Boaro (avvocato Enrica Lucchin), Bruno Pascoli (avvocati Franco e Dario Obizzi) e i responsabili della sicurezza Federico Costadura (avvocato Angelo Merlin) e Matteo Turcutto (avvocato Alessia Buffon).
Nell’udienza preliminare i legali degli imputati hanno la possibilità di chiedere riti alternativi, ma la presenza di eventuali risarcimenti da parte delle assicurazioni potrebbe spingere le difese a valutazioni di un certo tipo, piuttosto che di un altro. Da qui la richiesta di rinvio avanzata dai legali e accolta dal gip Mangiante. «Visto che le parti sono molte e le assicurazioni diverse - spiega Spitaleri, ricordando che accanto alla polizza della Fondazione Coronini Cronberg, ci sono anche quelle personali -, attendiamo i passi delle compagnie, poi valuteremo la situazione insieme alla famiglia».
Le valutazioni economiche sono basate sulle tabelle dei tribunali, ma il legale dei Borghes sottolinea che il tema non è comunque quello del risarcimento. «L’interesse della famiglia non è tanto che vengano accertate le singole responsabilità; come più volte sostenuto, non c’è la ricerca di una vendetta o di una punizione esemplare, quanto la ricerca delle cause che hanno portato alla perdita di Stefano, affinché questo non debba più ripetersi. La volontà è che ci sia un segnale d’attenzione per la sicurezza dei luoghi frequentati dai nostri ragazzi. Secondo le valutazioni, il pozzo non era a norma e presentava una situazione di pericolo grave».
Le indagini condotte dal pubblico ministero Ilaria Iozzi avevano portato a chiedere l’archiviazione delle posizioni dei due animatori che avevano in custodia il gruppo di Stefano (Andrea Gaudenzi e Gabriele Brumat) e dei due ex componenti del Curatorio della Fondazione Coronini Cromberg Gianni Torrenti e Corrado Azzolini.