«Basta restrizioni nelle nostre aziende». Assindustria Treviso chiede lo stop al Green pass
Da martedì obbligo del rafforzato per gli over 50. Circa 14 mila potenziali lasciati a casa ma Omicron ha aiutato: tanti contagiati
TREVISO. «Ci auguriamo che, con la stessa tempestività con la quale sono stati adottati i provvedimenti restrittivi al crescere dell’andamento pandemico, questi provvedimenti possano altrettanto rapidamente essere superati, appena si confermasse un andamento favorevole della situazione sanitaria».
Giuseppe Milan, direttore generale di Assindustria Venetocentro, usa i toni pacati d’ordinanza. Suona però come un appello urgente: basta restrizioni nelle aziende, abbiamo già dato. Alla vigilia del giorno in cui scatta l’obbligo di Green pass rafforzato per tutti i lavoratori con più di cinquant’anni di età, in vigore da oggi, pena il divieto di accedere ai luoghi di lavoro, dalle imprese parte un preciso messaggio: la pandemia sta scemando, è ora di pensare a noi.
«L’entrata in vigore dell’obbligo di Super Green pass per i lavoratori over 50 è l’ulteriore misura in un percorso iniziato lo scorso ottobre con l’introduzione della certificazione per l’accesso ai luoghi di lavoro e in molti altri ambiti della vita sociale – sottolinea Giuseppe Milan – È un obbligo che arriva quando la situazione pandemica sembra in attenuazione, come tutti auspichiamo, con lo stato di emergenza che potrebbe terminare il prossimo 31 marzo». Da qui l’augurio che «questi provvedimenti possano altrettanto rapidamente essere superati», perché «questa nuova disposizione si aggiunge a un impegno complessivo di cui le aziende si sono fatte carico in questi mesi, dai controlli in entrata e uscita, alla riorganizzazione interna in caso di sospensione di lavoratori non vaccinati, e nella gestione di possibili conflitti e tensioni tra i propri collaboratori. Ci auguriamo non produca criticità e nei prossimi giorni avremo un bilancio più compiuto».
«In questi due anni le aziende hanno compiuto uno sforzo significativo nell’applicare operativamente le diverse misure – prosegue Milan – nel comune impegno di tutti nel superare la pandemia e i suoi effetti, che, crediamo, andrebbe riconosciuto e valorizzato. Un’azione che nelle imprese si è accompagnata alla gestione della forte ripresa, anche ad affrontare i gravi problemi legati all’incremento drammatico dei costi dell’energia e di molte materie prime. Il contributo delle imprese e del lavoro alla ripartenza e alla coesione è essenziale ed andrebbe meglio considerato, agevolato, e sostenuto quale risorsa innanzitutto per il bene collettivo della società e del Paese».
Nei prossimi giorni avremo un bilancio più compiuto, secondo l’associazione confindustriale di Treviso e Padova. La platea potenziale di lavoratori stoppati da oggi si aggira attorno alle 14 mila unità, nella Marca, ovvero la popolazione non vaccinata nella fascia d’età 50-69, ma l’ondata recente della variante Omicron potrebbe averla ridotta drasticamente: molti hanno contratto il virus nelle ultime settimane, e la guarigione fa scattare il Green pass rafforzato anche per i non vaccinati.
«Non ci aspettiamo disagi, ma dovesse esserci qualche caso isolato siamo assolutamente pronti a fronteggiare tale situazione», dicono alla Stiga di Castelfranco. Situazione simile in Pasta Zara e alla Novation Tech, azienda specializzata nella lavorazione di carbonio e materiali compositi che a Montebelluna impiega oltre 400 dipendenti. Conferma l’amministratore delegato Luca Businaro: «Al momento non abbiamo ricevuto segnalazioni in tal senso, martedì non ci aspettiamo assenze dovute al Green pass, esclusi ovviamente gli assenti per Covid o quarantena, ma la situazione si sta risolvendo anche da questo punto di vista».
Anche sul fronte sindacale la data di oggi non è cerchiata in rosso: «Non registriamo situazioni critiche», sottolinea Mauro Visentin, segretario provinciale Cgil. Anche in situazioni “calde”, come alla Electrolux di Susegana, la variante Omicron parrebbe aver dato una grossa mano: «Su una platea di un centinaio di no-vax tra 1.300 dipendenti complessivi – sottolinea Augustin Breda, delegato Fiom – una fetta molto consistente di over 50 ha contratto il virus con l’ondata recente, restano pochissimi senza Green pass rafforzato». Da oggi restano a casa senza stipendio, rischiano altro? «No, è una sospensione senza stipendio né contributi ma non possono essere licenziati». A fine turno, oggi, è stato comunque proclamato uno sciopero di un’ora e mezza «contro discriminazioni e precarietà». —