Incendio traghetto Grecia-Italia, trovato vivo uno dei 12 passeggeri dispersi: era a poppa della nave. Sbarcati a Brindisi alcuni dei superstiti
Si continua a operare in mare aperto attorno al relitto della Euroferry Olympia per cercare superstiti, per scongiurare il rischio di inquinamento e per spegnere gli ultimi focolai sul traghetto andato a fuoco venerdì notte tra la Grecia e l’Italia, poche miglia a nord dell’isola di Corfù. Questa mattina è arrivata la notizia del salvataggio di uno dei 12 passeggeri dispersi: i soccorritori lo hanno individuato vivo a poppa e sono riusciti a farlo scendere dalle scalette della nave. Si tratta in un ragazzo bielorusso di 21 anni e l’operazione è stata confermata dal ministro greco della Navigazione, Yiannis Plakiotakis. “Per fortuna sono vivo”, sono state le prime parole dette dall’uomo ai soccorritori. Non solo, i media greci riferiscono che ha anche spiegato di aver sentito altre voci sul traghetto. Sarebbe in buona salute ed è stato portato in ospedale per controlli. La guardia costiera greca ha espresso un cauto ottimismo sull’ipotesi di poter salvare altre persone: ancora mancano all’appello tre cittadini greci, sette bulgari e un turco. La pancia della nave, però, è ancora incandescente, le temperature hanno raggiunto i 600 gradi, il che oltre a complicare le operazioni di spegnimento, alimenta l’angoscia. Non si può escludere che qualcuno sia intrappolato all’interno, ma è ancora impossibile fare ingresso nelle stive per le verifiche, gli accertamenti tecnici e la conta dei danni.
“Tutte le volte c’era un popolo nei garage della nave che rimaneva a dormire nelle auto, in questi anni ho visto stranieri – credo fossero bulgari o rumeni – che accendevano i fuochi giù nei garage, facevano feste con l’autoradio dei furgoni, si ubriacavano“, ha raccontato al Giornale radio Rai di Massimo, un italiano che abita sull’isola greca di Othoni non distante dal luogo del naufragio, e centinaia di volte ha viaggiato a bordo del traghetto Euroferry Olimpia, otto solo nell’ultimo mese. Non era, per fortuna, a bordo quando c’è stato l’incendio del 18 febbraio: “Ma non mi sono meravigliato – commenta amaramente – ovviamente non so quali siano state le cause di questo incendio, ma posso dire che ho passato tantissime notti chiuso in macchina nei garage di questa nave, proprio perché è fatiscente e piena di gente che bivacca”. “La pratica di alloggiare nei garage non è assolutamente lecita, sulla base di una normativa internazionale – ha replicato al Giornale Radio Paul Kyprianou delle relazioni esterne di Grimaldi Lines – noi ci atteniamo alla norma e abbiamo delle ronde apposite: membri dell’equipaggio che controllano. Può essere che ci siano dei camionisti che non seguono le indicazioni. Trovo grave che si sia acceso un fuoco a bordo, noi siamo l’unica compagnia su questa tratta che ha vietato il camping on board perché sappiamo che potrebbe essere causa di incidenti”.
Intanto la nave Florencia, sempre della Grimaldi Lines, con a bordo 48 sopravvissuti all’incendio è arrivata nel porto di Brindisi: fra loro anche molti italiani. L’allerta nella zona dell’incidente resta alta: il traghetto della Grimaldi Lines che era partito giovedì sera da Igoumenitsa diretto a Brindisi è circondato dai rimorchiatori ma resta alla deriva e si teme che possa affondare. Nei serbatoi della Olympia risultano esserci almeno 800 metri cubi di carburante e 23 tonnellate di merci pericolose. Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha tenuto però a rassicurare: “Sono in contatto con il capo del RAM”, il Reparto ambientale marino della Guardia Costiera, e “al momento lo scafo non dà evidenza di fratture che possano far pensare a uno sversamento”, ha detto a Radio 24. “La priorità va data alla ricerca dei dispersi. L’incendio sta per essere domato, quindi prima arriva in rada la nave, prima si mette tutto in sicurezza“, ha aggiunto.
L’allarme sul rischio di inquinamento è arrivato sabato dalla guardia costiera italiana che, sorvolando la zona del naufragio con un velivolo Atr, ha notato uno sversamento in mare. Il ministero della Transizione ecologica ha messo quindi a disposizione della autorità greche un mezzo della Società del servizio nazionale antinquinamento, lo ‘Ievoli white’, che si trova attualmente a Bari e che è pronto ad essere impiegato qualora se ne dovesse ravvisare la necessità. Nell’area dell’incidente è già arrivata la nave Diciotti della Guardia Costiera, dotata di dispositivi anti inquinamento, che ha a bordo un team di esperti composto da un tecnico dell’Ispra e due ufficiali del reparto ambientale marino.
Chi ha coordinato i soccorsi in Grecia ha spiegato che subito, già ieri mattina, era stato perlustrato lo specchio di mare attorno alla nave per escludere che qualcuno potesse essere caduto nelle acque gelide, ma fortunatamente calme. Sulla terraferma, nell’isola greca di Corfù dove sono stati condotti dalla guardia di finanza italiana e dalle autorità elleniche 279 naufraghi (di cui due non risultavano inclusi negli elenchi dei passeggeri), il giorno successivo al disastro è stato dedicato alle indagini sulle cause ed eventuali responsabilità del rogo. L’ipotesi, appunto, è che le fiamme siano partite dalla stiva, nel garage 3, forse da un mezzo parcheggiato. Se ne occupa la magistratura ellenica che ipotizza al momento i reati di naufragio e attentato alla sicurezza dei trasporti e che ha delegato accertamenti all’Autorità portuale centrale a cui ha chiesto di individuare l’innesco delle fiamme, non appena sarà possibile. Saranno ascoltati i sopravvissuti e i testimoni, alcuni pescatori che si trovavano nelle vicinanze e che potrebbero aver visto qualcosa di rilevante. Anche il comandante e due membri dell’equipaggio sono stati a lungo ascoltati dall’autorità giudiziaria. Riguardo al rientro in Italia dei naufraghi, il traghetto Florencia, che secondo le indicazioni della società Grimaldi Lines, armatrice anche dell’Olympia, avrebbe dovuto riportarne una sessantina a Brindisi, è arrivato stamattina al molo di Costa Morena ma nessuno di loro è sbarcato.
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