Olga, il sogno della pensione e il viaggio in pullman per tornare dai suoi cari: Aviano si mobilita per la badante ucraina
foto da Quotidiani locali
AVIANO. Solidarietà degli avianesi con la badante ucraina Olha Kimy’ak di Leopoli. «Aviano è fatta di belle storie e questa per Olga senz’altro ne allunga e qualifica l’elenco».
Ad affermarlo Esperia Cossettini, figlia di Maria Cipolat da poco deceduta che, per più di quindici anni aveva avuto Olga quale badante. «La mia amicizia con Olga – racconta Esperia – ovviamente si è protratta anche dopo la scomparsa di mia mamma. Olga doveva giungere ad Aviano alcuni giorni fa per perfezionare la sua pratica pensionistica al patronato Fnp – Cisl, per i tanti anni trascorsi da badante. La mia casa è anche la sua. Olga – racconta Esperia – come in altre occasioni ha deciso di partire in pullman da Leopoli a tarda sera, mercoledì 23 febbraio per arrivare a Pordenone e, infine ad Aviano nel primo pomeriggio di giovedì».
«Olga mi ha raccontato – ricorda ancora Esperia - di aver saputo che Putin aveva invaso l’Ucraina dalla radio del pullman. Come gli altri non voleva crederci. Tutti dal pullman hanno cercato di telefonare a casa. Olga è riuscita a parlare con la figlia che all’ospedale stava assistendo papà».
La parte finale del viaggio di Olga si trasforma in angoscia, appena mette piede ad Aviano, vuole ritornare a Leopoli per assistere il marito malato e stare accanto alla figlia. «Condividendo le sue preoccupazioni – racconta Esperia – l’ho accompagnata, il giorno successivo al patronato, per la sua pensione. In quell’ufficio si è misurata la solidarietà avianese.
Chi seguiva la sua pratica è rientrato in servizio, anche se quel giorno godeva di un permesso. Si sono mobilitati tutti per la pensione di Olga che, al più presto, riceverà ciò che le spetta grazie a quanto si è meritata per la sua opera prestata in Friuli. Quel lavoro straordinario degli addetti del patronato ha permesso ad Olga di ripartire la sera stessa per Leopoli». «Appena arrivata a casa – dice in conclusione Esperia – Olga mi ha telefonato: il marito è stato dimesso dall’ospedale di Leopoli, per far posto a uno dei feriti di guerra. Nel suo modesto appartamento Olga ha accolto due profughi scappati da Kiev. Una figlia di Olga sta assistendo il papà ammalato, l’altra figlia, con due nipotini è arrivata in Polonia, ospite di amici. Il figlio maggiore, 45 anni, assieme al cognato sta combattendo con l’esercito ucraino».