Veleni in consiglio a Motteggiana sulla fusione «Il referendum proprio ora?»
Bonesi e Anselmi citano crisi ucraina e caro energia. La replica: cosa c’entrano?
MOTTEGGIANA. Animata seduta di consiglio in videoconferenza, venerdì sera, per l’approvare la proposta della data di domenica 8 maggio per lo svolgimento del referendum popolare sulla fusione per incorporazione del Comune di Motteggiana in quello di Suzzara. La consultazione si svolgerà dalle 7 alle 23 nei due seggi della scuola elementare “Fochessati” di via Roma.
Domani sera toccherà al Comune di Suzzara deliberare la stessa proposta.
A dare battaglia nella seduta online sono stati i consiglieri di minoranza, Massimo Bonesi e Adriano Anselmi, del gruppo “Motteggiana per un Cambiamento”. Bonesi ha insistito sul fatto che la consultazione referendaria sulla fusione, in un periodo così difficile tra pandemia, caro bollette e guerra in Ucraina «é inopportuna». E ha aggiunto: «Col referendum andremo ad affrontare una scelta che segnerà il futuro di Motteggiana in maniera epocale, in un modo a mio avviso approssimativo e scriteriato, in quanto condizionato in questi anni da un ovvio disinteresse, da mancanza di lucidità e consapevolezza e con una probabile forte astensione da parte dei nostri concittadini. Democraticamente, è lecito che le due amministrazioni facciano le loro proposte e progetti, ma era davvero questo il momento storico più opportuno?».
Mario Sorrentino, consigliere di maggioranza, ha replicato dicendo che pandemia, caro energia e conflitto in Ucraina «esulano completamente dalla fusione».
Bonesi ha anche chiesto al sindaco Pelliciardi chi paga le spese del referendum: «Il costo – ha ribattuto il sindaco – verrà sostenuto dalla Regione». Anselmi, nell’esprimere il suo voto contrario, ha dichiarato: «Con quale faccia si presenteranno i sindaci se dovessero perdere il referendum? Vi dimetterete? State svendendo il nostro paese nascondendovi dietro un sacco di bugie. Il nostro Comune non ha bisogno della fusione. Non ci manca nulla. Siamo orgogliosi di appartenere ad un territorio pieno di storia e ne vorremmo aggiungere altra».