Non piove e la terra ha sete, gli agricoltori toscani sono in ginocchio
Precipitazioni scarse da tempo nel nostro territorio: nel 2021 i raccolti erano già calati. «Quest’anno sulle nostre tavole potrebbero venire a mancare alcuni prodotti»
Senza acqua non c’è vita. E neppure agricoltura. I raccolti hanno già sofferto molto nel 2021 con crolli fino al 50%. E il 2022 potrebbe essere anche peggio. Con alcuni prodotti che potrebbero mancare sulle nostre tavole.
Valentino Berni, neo presidente di Cia Toscana, la Confederazione italiana degli agricoltori, dice che non piove da troppo tempo. Anche da sei mesi in alcune zone. Un dato ancora più pesante se si considera che, in Toscana, solo il 9% dell’agricoltura è irrigata. «Se il clima non ci viene in aiuto, quella che si profila è la fine per i nostri campi», sottolinea Berni. Solo per fare un esempio: l’Arno, a febbraio, registra una portata i 13, 80 metri cubi al secondo, contro la media solita dello stesso mese che corrisponde a 110, 82 metri cubi al secondo.
E sempre a febbraio le precipitazioni, nella nostra regione sono state quasi il 38% in meno rispetto allo stesso mese del 2021. «Bisogna pianificare bacini di accumulo nelle aree montane e collinari con grandi quantità di approvvigionamento – sottolinea il presidente – per evitare che il frutto del nostro lavoro vada perduto. Già nel 2021 i numeri erano preoccupanti. Hanno sofferto il grano e la frutta e non si sono salvati neppure l’olio e il vino. Quest’anno, però, i danni potrebbero essere irreparabili. Non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per i cittadini. A cui potrebbero non arrivare in tavola i prodotti della nostra filiera. Un danno da evitare a ogni costo. Nell’interesse di tutti.
I FONDI
Con una delibera (la 236 del 7 marzo), la Regione Toscana destina 4 milioni di euro come contributi a favore dei Consorzi di bonifica (1,2 milioni di euro) e ai Comuni 2,8 milioni) per la realizzazione di nuove infrastrutture irrigue pubbliche con un obiettivo: migliorare la gestione dei prelievi idrici e favorire il risparmio idrico. «La Regione ha scommesso sui progetti irrigui – commentano Marco Bottino e Fabio Zappalorti, rispettivamente presidente e direttore dell’Associazione nazionale bonifiche irrigazioni – . Si tratta di un provvedimento atteso, unico in Italia, che supporterà le imprese agricole toscane nella loro attività d’eccellenza. Finalmente la Toscana recepisce l’emergenza siccità e l’opportunità che l’irrigazione collettiva rappresenta per lo sviluppo di un’agricoltura sempre più sostenibile». E per presentare le domande sul portale Artea ci sarà tempo fino al 31 maggio 2022.
LE ZONE PIU' ARIDE
Sul fronte della siccità, le zone più critiche sono: Chianti, Valdelsa, Val di Cornia, Val di Cecina, Elba, alcune zone della Val di Chiana, alcune aree nel sud della Toscana e, in parte minore, anche zone collinari-pedemontane della Lunigiana e collina apuana. «Sono le zone notoriamente più povere di precipitazioni e con morfologia territoriale in cui vi è poca riserva idrica – spiega Alessandro Mazzei, direttore generale dell’Autorità Idrica Toscana – . Sono aree spesso non molto popolate e sparse, in termini di popolazione residente, ma con fluttuazioni importanti estive e con ancora un’insufficiente interconnessione con i sistemi idrici principali, che hanno più margini di fornitura in periodi siccitosi. Ma con situazioni siccitose importanti e scarse precipitazioni invernali non sono esenti da siccità anche i sistemi territoriali più popolati».
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