Modena. Acqua del rubinetto, economica e buona: «Decine di migliaia di controlli all’anno»
Berardi (Laboratorio Ref): l’Emilia Romagna è l’unica regione a non avere procedure di infrazione con l’Ue sulla depurazione
MODENA. «L’acqua del servizio idrico è microbiologicamente pura e organoletticamente buona. I controlli? Decine di migliaia tutto l’anno, una frequenza infinitamente superiore a quella riservata a qualunque acqua in bottiglia. E poi ha tanti altri vantaggi, soprattutto ambientali: risparmiamo tanti costi di trasporto, tante emissioni e tanta plastica. Eppure gli italiani sono grandi consumatori di acqua minerale e pensano che l’acqua in bottiglia sia più sicura. Del resto c’è poca consapevolezza: solo un cittadino su tre è in grado di dire chiaramente di cosa si occupino i gestori idrici e solo un italiano su due sa che i gestori fanno controlli sull’acqua che viene distribuita».
È questa la sintesi del direttore del Laboratorio Ref Ricerche di Milano, Donato Berardi, sul rapporto cittadini/acqua del rubinetto, sul lavoro di potabilizzazione della quale è proprio incentrata la Giornata mondiale dell’acqua che si è celebrata ieri. Un lavoro spesso poco noto ai più e che risente a volte di “cattivi esempi” che portano «cattiva luce anche laddove il servizio è assolutamente di qualità, come in Emilia Romagna – spiega Berardi – che infatti è l’unica regione italiana che non ha procedure di infrazione con la comunità europea sulla depurazione: cioè, tutta l’acqua scaricata qui dalle famiglie e dalle utenze industriali e commerciali viene trattata, depurata e riportata nell’ambiente in condizioni da essere sostenibile». E l’acqua del rubinetto è destinata a essere sempre più sicura: «Le direttive europee chiedono di intensificare i controlli sui nuovi inquinanti – dice Berardi – entro il 2029 dovranno essere istituiti in tutta Italia, e in Emilia Romagna si sta già lavorando da molto tempo e diversi territori ne sono già dotati, Piani di sicurezza delle acque che prevedono controlli “nel continuo”, anche con tecnologie digitali, per controllare la presenza di sostanze inquinanti nell’acqua. Questo definirà un paradigma di sicurezza che consentirà di prevenire qualsiasi forma di potenziale inquinamento accidentale di varia natura».
Nonostante tutto «abbiamo questa peculiarità: siamo fra i maggiori consumatori al mondo di acqua minerale in bottiglia, e al contempo consumiamo anche tanta acqua del rubinetto – rileva il direttore del Laboratorio Ref Ricerche – abbiamo un consumo medio di litri per abitante all’anno più alto della media europea. Forse il fatto che in altri paesi l’acqua costi due-tre volte quello che costa in Italia (da noi l’acqua del servizio idrico è ancora un bene poco costoso: 2,20 euro per mille litri, in altri paesi come Germania o Francia questo valore sale anche a sei-sette euro) spinge a un maggior risparmio della risorsa, noi talvolta la sprechiamo un po’».
Il monito non manca: «In passato abbiamo avuto la fortuna di essere un paese che non ha avuto grandi problemi di scarsità idrica – considera Berardi – problemi che però si stanno affacciando con i temi del cambiamento climatico e che da qui al 2050 ci investiranno». Contro gli sprechi oltre a progetti in corso per il riuso dell’acqua in agricoltura, ci sono anche gli obiettivi indicati da Arera di riduzione delle perdite nella rete.
Giovanna Corrieri
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