Finto annuncio online di un’auto in vendita, clonati da una foto gli assegni degli acquirenti: in due processati per truffa aggravata
Le vittime avevano inviato i documenti bancari su Whatsapp a titolo di garanzia
PORDENONE. Con la foto ricevuta su whatsapp, l’assegno è stato clonato e incassato. Vittime della truffa due uomini residenti in Lazio, ingolositi da un annuncio sul portale di compravendite subito.it che proponeva la vendita di una Land rover evoque. L’inserzionista, però, non aveva l’auto: si è spacciato per il precedente proprietario, che nel frattempo l’aveva venduta a una concessionaria.
A processo, per l’ipotesi di truffa aggravata in concorso, è finita l’intestataria dell’assegno circolare, Saionara Floriani, 41 anni, residente a Sesto al Reghena, assistita dall’avvocato Pierfrancesco Scatà. Il coimputato Gabriele Falcioni, ritenuto invece l’interlocutore degli acquirenti truffati, è stato giudicato separatamente.
Lunedì 28 marzo, in aula, sono stati sentiti i testi dell’accusa (fra i quali le due persone offese) ed è stato ricostruito il meccanismo del raggiro.
Per rendere più credibile la sua storia, l’autore della truffa ha contattato il vero proprietario della Land Rover, si è finto interessato all’acquisto e ha chiesto con insistenza fotografie della vettura, usate poi per l’inserzione fasulla online. In calce all’annuncio l’autore della truffa ha specificato “no perditempo” e ha messo un numero di cellulare. Si sono fatti avanti due acquirenti per la stessa auto: uno da Cisterna di Latina, l’altro dalla provincia di Frosinone. È stata concordata una cifra: 25 mila euro. A ciascun acquirente è stato chiesto di emettere un assegno circolare non trasferibile per tale importo.
Per sicurezza, però, il finto venditore ha detto loro di inviargli una fotografia dell’assegno via whatsapp, in modo da procedere più speditamente con il disbrigo delle pratiche con la banca. L’uomo ha specificato di indicare come beneficiario dell’assegno sua moglie, dalla quale si stava separando. Grazie alla foto, il truffatore è riuscito a clonare entrambi gli assegni, che sono stati incassati a Porcia il 20 ottobre 2017 e a Cinto Caomaggiore il 17 ottobre 2017.
Nel primo caso 20 mila euro sono stati dirottati mediante bonifico a un iban intestato a Falcioni e i restanti 5 mila prelevati in contanti. L’acquirente è riuscito a ottenere dalla banca la restituzione di 17.500 euro e si è costituito parte civile.
Nel secondo caso invece la somma è stata versata sul conto corrente intestato a Saionara Floriani e 1.500 euro sono stati prelevati in contanti, secondo l’accusa dalla stessa imputata. Il truffato è riuscito a ottenere la restituzione integrale della somma dalle Poste. Per definire il passaggio di proprietà, l’uomo ha dato appuntamento prima all’uno poi all’altro cliente di fronte a una sede dell’Aci, ma non si è presentato. A quel punto le vittime hanno cercato di bloccare gli assegni emessi, scoprendo che erano già stati incassati. È scattata così la denuncia.
Dai conti correnti gli inquirenti sono risaliti agli imputati. L’avvocato Scatà, che assiste Floriani, ha evidenziato come non sussistano né gli elementi oggettivi del reato (l’inganno) né l’elemento psicologico: di fatto Floriani non avrebbe partecipato al raggiro, ma sarebbe solo l’intestataria del conto