Bonus sicurezza, videosorveglianza, porte blindate e impianti antifurto: ecco quando scatta l’incentivo
foto da Quotidiani locali
TRIESTE È stata prorogata e durerà fino al 31 dicembre 2024 la detrazione al 50% per l'adozione di misure sugli immobili finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti, ad esempio il furto. Per poter fruire del bonus non è necessario avere eseguito anche opere edili sulla proprietà nella quale si installano le protezioni.
Gli interventi
Per le parti condominiali, nell’ambito delle manutenzioni edilizie sono incluse tutte le manutenzioni ordinarie, e quindi gran parte degli interventi per la sicurezza. Per le proprietà individuali è il bonus ampliato al 50%, a permettere di portare in detrazione istallazioni, quali ad esempio, le inferriate o i cancelli, ma anche porte blindate, serrature, saracinesche, che altrimenti rimarrebbero esclusi se non realizzati nell’ambito di un intervento di manutenzione straordinaria, da comunicare preventivamente al Comune con la CILA, redatta da un professionista.
La finalità della sicurezza rende detraibili anche i dispositivi domotici, presenti e futuri, persino azionati dall’intelligenza artificiale, che possano permettere il controllo e la movimentazione a distanza di parti della casa, sempre che sia evidente che sono installati per migliorare la sicurezza.
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Il dettaglio
Non esiste un prezziario che determini il massimale per voci di spesa, ma più interventi nell’ambito del bonus sicurezza (ad esempio una cassaforte e un cancello esterno) sono cumulabili. Il massimale per unità immobiliare, condiviso anche con tutte le altre categorie di lavoro rientranti nella detrazione al 50%, è di 96 mila euro. Sono incluse le spese per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse, le spese per messa in regola degli edifici secondo il DM 37/2008, per l’acquisto dei materiali, il compenso corrisposto per la relazione di conformità alle leggi. Può portare in detrazione le spese sostenute chi abbia il possesso o la detenzione dell’immobile: non solo il proprietario ma anche l’inquilino, il convivente, il familiare residente. L’Iva su citofoni, impianti di videosorveglianza, infissi, impianti di allarme e su altri beni che siano definiti dalla legge come “significativi”, è al 10% per la quota dei materiali sino a concorrenza del costo della manodopera impiegata. L’installazione di inferriate o cancelli in zona vincolata deve essere autorizzata dall’ente titolare del vincolo. L’immobile in cui si effettuato le installazioni deve essere in regola con le norme edilizie e urbanistiche.
La videosorveglianza
L’uso delle telecamere è sempre più diffuso. Costituiscono deterrente efficace, specie contro le truffe porta a porta. La loro collocazione è sottoposta alle regole della privacy e non possono essere collocate se non si realizza preventivamente l’analisi dei rischi che le motiva come necessarie, rispetto alle situazioni specifiche dell’edificio o dell’unità immobiliare. Obbligo di legge che sia resa l’informativa sui diritti sul trattamento dei dati, con cartello prima dell’accesso ai luoghi videosorvegliati. È vietato che il condominio registri le immagini delle proprietà individuali. Allo stesso modo dalle proprietà individuali non devono essere registrate le immagini delle parti comuni.
La delibera assembleare per l’installazione delle telecamere condominiali è approvata con il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti in assemblea che rappresentino almeno la metà del valore dell’edificio. I filmati possono essere ripresi da telecamere dotate di sim card, a costi molto contenuti, oppure parte di un sistema complesso, che conserva i dati e li duplica in internet su server remoto. L’accesso alle immagini è limitato al titolare del trattamento che può essere l’amministratore di condominio o con la nomina di un responsabile del trattamento. La videoregistrazione non può eccedere i sette giorni. Solo l’autorità di pubblica sicurezza o il magistrato sono legittimati, per la prevenzione o la repressione di reati, ad accedere all’immagini e la richiesta è inoltrata al titolare o al responsabile del trattamento.
La cessione del credito
La detrazione fiscale può essere ceduta o scontata in fattura anche per gli interventi di sicurezza. A determinare le condizioni della cessione sono le banche, anche tramite le società di revisione incaricate di validare il credito fiscale. I provvedimenti antifrode adottati dal governo hanno evitato ulteriori cessioni fasulle e lavori gonfiati, ma reso sconveniente al mercato bancario la cessione del credito e lo sconto in fattura. A breve diventeranno operative le misure per poterlo riattivare, anche se è probabile che i prezzi di acquisizione dei crediti fiscali diminuiranno per il peggiorato contesto tra inflazione e tassi d’interesse. —
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