L’ex capo delle Volanti a Treviso 24 anni dopo per abbracciare le famiglie dei poliziotti morti
Rimpatriata di Francesco Elviretti: l’incontro con Zonno, Silvestri, Merlo, Schio e le compagne di Paccagnan, Scapinello, Soligon e Murer
TREVISO. Un comandante, un vero comandante, lo è per sempre. In servizio, nella vita di tutti i giorni. E non dimentica, non lascia indietro, nemmeno nei ricordi, nessuno dei suoi ragazzi È il motivo che ha riportato in città Francesco Elviretti, un comandante vero appunto, fino al 1998 capo del reparto Volanti della Questura di Treviso.
Elviretti ha convocato, uno a uno, con un affettuoso messaggio personalizzato, al bar ristorante “Da Luana” di piazza Santa Maria dei Battuti, gli amici di Treviso e gli ex appartenenti alla Questura di Treviso, allora in via Carlo Alberto.
Un “amarcord” tra vecchie glorie, ex poliziotti degli anni 80-90? Nient’affatto. O, almeno, non solo. Vero che Francesco Elviretti ha voluto, tra gli altri, accanto a sè Francesco Zonno, storico dirigente della Squadra Mobile, in anni in cui - è stato sottolineato - fare il poliziotto era un compito assai complicato, il numero 2 della Squadra Mobile di allora, ispettore Filippo Silvestri, il capoufficio della Divisione Anticrimine, ispettore Mariangela Merlo.
Ma, ed è forse il senso vero del ritorno a Treviso di Elviretti, c’era anche Mirko Schio, da 23 anni costretto su una sedia a rotelle.
La notte del 3 settembre 1995, insieme ad altri due colleghi, fu vittima di un’azione terroristica a Marghera. Durante un controllo da una vettura scesero tre terroristi, che avevano già deciso cosa fare e che, favoriti dal fattore sorpresa, hanno esploso dei colpi d’arma da fuoco, ferendolo gravemente assieme ad un collega.
Lui non si è affatto arreso ed ha fondato l’Associazione Fervicredo, allo scopo di tutelare gli interessi delle vittime e dei feriti della criminalità. E, accanto a Mirko, c’erano, riunite da Elviretti, le compagne di Massimo Paccagnan, Fanio Soligo, Luca Scapinello e Andrea Murer, che nella notte del 25 gennaio 1997 persero la vita sulla Pontebbana, in un terribile incidente, in seguito a una chiamata d’emergenza.
«Avevo visto questi quattro colleghi nel corso della mattinata - ricorda l’ispettore Elviretti -, per organizzare il lavoro della giornata. Poche ore dopo li ho visti sulla scena di quella tragedia. A loro, Laura, Elisabetta, Antonella e Deborah, un grazie personale per aver saputo sopportare un dolore infinito, onorando sempre la memoria dei loro compagni che non dovranno essere mai dimenticati. Un grazie personale alla città di Treviso che mi ha accolto con affetto e non mi ha mai dimenticato», ha ricordato commosso l’ex capo delle Volanti.
È stato un incontro festoso ma al tempo stesso toccante, di ricordi e di meditazione. Cercato, voluto, a 24 anni di distanza, da un comandante vero, che ha fatto della professionalità e della umanità il suo tratto distintivo. Francesco ora vive ad Anzio, sul mare, e conduce una vita da atleta: la sua passione per il podismo ha avuto uno sfogo agonistico: fiore all’occhiello dell’ex poliziotto, anche due “Cento chilometri del Passatore”.