Belluno, scontro tra i candidati sul destino dei Gesuiti
Il confronto tra le liste che si sfidano per le Comunali di Belluno, sin qui all’insegna dei toni pacati, si infiamma sul recupero edilizio e i contenitori restituiti alla città. Sull’ex chiesa da poco recuperata le tre coalizioni hanno altrettante idee: mercato a chilometro zero (Vignato), una ludoteca (De Pellegrin), un centro aggregativo (Olivotto).
BELLUNO. Una ludoteca per i bambini, un mercato ortofrutticolo o un centro di aggregazione. Le tre coalizioni che si sfidano alle prossime elezioni comunali di Belluno hanno idee profondamente diverse sul destino dei grandi contenitori. In particolare, risulta divisivo il futuro dell’ex Chiesa dei Gesuiti, dove ognuno ha una sua idea.
Ma il problema di fondo è un altro, perché è la stessa operazione di recupero dei contenitori ad essere contestata dal centrodestra di Oscar De Pellegrin rappresentato da Franco Roccon, e dal gruppo di Lucia Olivotto che ha dato voce a Sergio Marchese. A difendere la scelta, sottolineando come sia preferibile dover decidere come destinarli che avere in città edifici dismessi e fatiscenti, è Francesca De Biasi, in rappresentanza della coalizione di centrosinistra che sostiene Giuseppe Vignato.
Rigenerazione: opportunità o costo?
«Questi bandi erano destinati ai grandi contenitori e in dieci anni ci siamo occupati di oltre 20 progetti», ricorda De Biasi facendo un elenco dei principali interventi fatti e attesi con i due bandi di Rigenerazione urbana, il Pinqua, fondi europei e Fondazione Cariverona: «Fulcis e Bembo, Polisportivo, Spes Arena, piscina, ex Caserma Piave, Palazzo Crepadona, ex Chiesa dei Gesuiti rigenerazione, caserma dei Vigili del fuoco, scuola Gabelli, scuole verdi (Dal Mas a Cavarzano), Palazzo dei Giuristi, Nevegal (per laghetto, sentieri e piazzale), villa Gradenigo, Case Kraller e Carbone. Siamo il comune che ha ottenuto più fondi pro capite e questo significa che i progetti li sappiamo fare. Nella maggior parte dei casi la destinazione è già chiara. Per i Gesuiti l’idea iniziale era quella di prolungare al coperto il parco Città di Bologna destinandola ai bambini, ma sono emersi dubbi sulla gestibilità e sono arrivate le proposte di Cia e Coldiretti per un mercato coperto».
«Ma non ci sono gli allacci dell’acqua», sottolineano Roccon e Marchese. «I tecnici ci dicono che i collegamenti sono predisposti e un mercato ortofrutticolo è realizzabile», ribatte De Biasi.
«Perché quei contenitori e non altri?», contesta Roccon. «Perché non recuperare, ad esempio le Torri in Nevegal? Si tratta di scelte che non ho condiviso, così come penso che sulle Gabelli sia stato fatto uno sforzo esagerato, visto che solo metà edificio sarà occupato dalla scuola elementare. I salti nel buio sono evidenti e sulla prossima amministrazione viene scaricato un grosso carico di spese correnti. C’è poi da capire perché costa tutto così tanto, vedi il moltiplicarsi dei costi per la ciclabile Antole - Casoni. Io critico anche il progetto del piazzale della stazione, che a causa della stazione appaltante di Vicenza è fermo al palo. Sono soldi investiti male, come nell’ex Chiesa dei Gesuiti dove i pavimenti in acciaio d’inverno saranno impraticabili. Noi pensiamo di farci una ludoteca per i bambini, ma è così grande che ci si può fare anche un centro di aggregazione».
È quello su cui punta Marchese: «In città mancano luoghi di aggregazione e l’ex Chiesa dei Gesuiti può essere una soluzione. Il problema è che non si sa come sostenere i costi di questi grandi contenitori recuperati, a noi spaventa che ci siano venti contenitori da gestire, rischiamo di chiuderli prima ancora di utilizzarli. Il candidato Vignato dice che vuole abbassare il gettito fiscale, ma poi come le paga le spese correnti? Non basta dire “troverò il modo”. Noi ragioniamo per poli: il polo della musica all’Auditorium, il polo museale al Fulcis e al Bembo, il polo dello studio alla Crepadona, il polo dello sviluppo creativo e dell’associazionismo all’ex Caserma Piave e il polo dell’alta formazione alla Gabelli, troppo grande solo per le elementari».
Un’idea secca per il centro
Diverse anche le proposte per il centro. Dovendone scegliere una, Roccon spiega: «Vogliamo rivedere il piano commerciale e spostare il mercato del sabato per far tornare le auto in centro. Inoltre pensiamo che la Crepadona debba restare aperta fino a tardi la sera».
Per De Biasi, in centro servono più parcheggi: «E partecipando al bando Pinqua abbiamo previsto un parcheggio sotterraneo in Piazza Piloni. I posti auto rappresentano un problema soprattutto per i residenti. Dobbiamo risolverlo e favorire gli affitti, abbassando l’Imu». La candidata ricorda anche le potenzialità della Crepadona: «Tremila metri quadri per biblioteca e aule studio per tutte le età, dalle elementari all’università, con un grande chiosco coperto e la possibilità di aprire un bar».
Marchese è d’accordo sia con l’idea di un parcheggio sotto Piazza Piloni che con un orario prolungato della Crepadona, ma torna ad attaccare Vignato: «Dice cose che non può fare, come ridurre le tasse a chi affitta. Le tasse sono già le più basse e non sarà riducendo l’Imu che incentiverà i residenti». <MC>
Cosa manca in città
«A questa città manca uno sguardo di donna in un sindaco in grado di collaborare con tutti», riassume Marchese parlando della necessità di un confronto con le realtà cittadine. De Biasi resta sul pratico pensando soprattutto ai giovani: «Mancano spazi per la musica così come per gli sport meno praticati del calcio ma comunque molto diffusi, come ad esempio una pista per gli skate e una palestra di arrampicata che in una città come la nostra è un controsenso». Secondo Roccon, invece: «Mancano servizi e attrattività per anziani e giovani. Chi va a studiare fuori non torna anche perché non sappiamo valorizzare il nostro ambiente e le opportunità di studio che darebbe. In centro mancano i negozi e un anziano ha un solo supermercato dove fare la spesa. È stato spostato tutto il via Vittorio Veneto».