Azioni Mukki, c’è un’offerta: il Comune di Pistoia vara il terzo bando
Operatore top-secret si è fatto avanti per acquistare le quote
PISTOIA. Forse è la volta buona. C’è un possibile compratore per le 736.633 azioni della Centrale del latte d’Italia custodite da oltre cinque anni nella cassaforte del Comune di Pistoia, pari al 5,2% del capitale. L’ignoto operatore economico si è fatto vivo con l’amministrazione Tomasi l’11 maggio scorso, con una manifestazione di interesse formale. Top secret assoluto sul nome, ma quello che interessa – a Palazzo di Giano – è la volontà di acquistare quel pacchetto di azioni che dal 2018 almeno il Comune cerca di piazzare inutilmente sul mercato.
Azioni che, bene ricordarlo, altro non sono che il frutto della partecipazione che Pistoia aveva nella Centrale del latte di Firenze-Pistoia-Livorno, quella senz’altro più nota al grande pubblico con il marchio più popolare, Mukki, che campeggiava sulle confezioni di latte. Nel 2015 la Centrale del latte avviò le operazioni di fusione con quella di Torino, operazione che – nel giro di alcuni anni – ha dato vita all’attuale Centrale del Latte d’Italia, in pratica il terzo polo italiano del latte. Un colosso con 7 stabilimenti e un capitale sociale di quasi 29 milioni di euro. Pistoia, che fin dall’inizio si dichiarò non interessata ad essere parte dell’operazione di fusione, ha cercato inutilmente di disfarsi delle azioni originarie, rimanendo quindi proprietaria del pacchetto di azioni della Centrale del latte d’Italia. Che, sia detto per inciso, continua ad essere presente con i suoi prodotti Mukki in tutti i supermercati: l’unica differenza è che il ponte di comando dell’azienda, una volta a Novoli, ora è a Torino.
Il problema è che un Comune come Pistoia avrebbe tutto l’interesse a trasformare quelle azioni in risorse da investire, visto che la produzione di panna e mozzarelle non è da considerarsi “strategica” per un ente locale. E, a onor del vero, l’amministrazione comunale il concetto lo ha ribadito in atti formali ormai da anni.
Ma bisognerebbe trovare un compratore. Nel 2018, in realtà, uno spiraglio si era aperto, perché la Newlat, colosso emiliano del settore, si era fatto avanti con interesse per la Centrale d’Italia. Pistoia pubblicò subito un bando, per consentire agli emiliani di fare un’offerta. Ma la Newlat alla fine scelse di concludere con gli altri soci dell’azienda, detentori del 46 per cento delle azioni. E Pistoia rimase ancora una volta con le sue quote in mano. Esito identico ebbe un bando successivo (marzo 2020), nonostante che il prezzo delle azioni, stavolta, fosse stato adeguato a quello di mercato.
Si arriva così all’ultima relazione sulla razionalizzazione delle aziende partecipate dal Comune (dicembre 2020), approvando la quale il consiglio comunale ha confermato per l’ennesima volta la volontà di vendere. Le motivazioni sono sempre le solite: un’azienda che produce latte non è strategica per il Comune e non si vede quindi perché quest’ultimo debba detenere delle azioni. Che, una volta vendute, potrebbero portare nelle casse di Palazzo di Giano 2,2 milioni (al prezzo attuale di 3 euro ad azione): risorse importanti da investire in opere pubbliche.
Ecco allora che quando è arrivata la manifestazione di interesse, in Comune si è riaccesa la speranza di liberarsi finalmente delle azioni Mukki. Il bando rimarrà aperto fino al 20 giugno. Ma il Comune, se non ci saranno offerte, si riserva la possibilità di vendere l’intero pacchetto al soggetto che ha manifestato interesse all’acquisto. A questo punto non resta che attendere.
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