Udine perde gara-3 a Verona, ora l’Apu è con le spalle al muro: non può più sbagliare
foto da Quotidiani locali
L’Apu è con le spalle al muro. Non può più perdere su vuole centrare la promozione in A. Deve vincere le prossime due gare. Verona è sul 2-1 dopo la prima in casa, domenica avrà la possibilità di chiudere i conti davanti al proprio pubblico per evitare la “bella” di mercoledì al Carnera.
L’ha capito a 4’20’’ dalla fine di una partita tesa, dominata dal nervosismo e dalle difese, quando Anderson ha piazzato la tripla del +12, pochi secondi dopo un errore di Giuri che non ha dato seguito dall’arco al tentativo di rimonta lanciato da un Lacey però troppo incostante nell’arco dell’intero incontro per essere vincente, anche se sono state le “miserie” sotto i tabelloni (41 a 30 la sfida a rimbalzo, con un Walters deleterio e un Pellegrino impalpabile). A quel punto i gialloblù sono entrati in modalità “control” per mettersi in tasca una tipica gara da play-off.
La tensione si taglia con il coltello fin dai primi secondi. Capitan Antonutti rompe il ghiaccio, ma poi l’Apu si inchioda sul legno di un PalaAgsm pieno come un uovo. C’era da aspettarselo.
Al centro della tribuna di fronte alle panchine il personaggio più caratteristico, sembra l’uomo incaricato di scorgere il pesce spada sulla passerella di prua di un’antica feluca. Si sporge, si agita, fasciato da una maglia rigorosamente gialla, esulta e si dispera. L’area più che altro sembra una “tonnara”, però, e Walters non è esattamente il più scafato dei marinai: dopo 2 minuti e 12 secondi di numero ha già due falli. Sciocchi, inutili.
Coach Boniciolli che a bocce ferme aveva deciso di inserire tre i 12 il figlio d’arte Ebeling (un lungo) al posto di Nobile (un esterno), lancia nella mischia Pellegrino, ma la qualità dei tiri da sotto sarà il cruccio di Udine per tutto il primo tempo (6 su 17 da due punti), mentre Verona sa trasformare in oro anche i tiri presi dalla spazzatura.
I due Usa gialloblù giocano a nascondino e allora sono Rosselli – in versione play – e poi Candussi, il 2.10 di Romans, a infilare canestri di pura sostanza. Lacey, l’altro americano bianconero, è terribilmente nervoso.
Si irrigidisce quando la panchina lo rimprovera per un passaggio a Cappelletti che finisce fuori, perde un altro pallone in palleggio, ma poi si sblocca. Apriti cielo. Con 5 punti di fila riporta sotto l’Apu sull’11-9 e nell’azione successiva Mussini sbaglia clamorosamente il contropiede del pareggio. Ma la squadra è viva.
Dopo una partenza al rallentatore non è poco. Si va avanti a colpi di triple: Cappelleti, Candussi, Giuri. Esposito, che guadagna spazio nelle rotazioni, è positivo nel frangente e l’inerzia finisce nelle mani bianconere: 16-19 alla fine del primo quarto.
Tutto risolto? Macché. L’Apu è uno di quei carrelli da montagne russe. Su e giù, come nella vicina Gardaland. Coach Ramagli sfrutta le sue tre “C” e piazza un parziale di 10 a 0: Candussi, Casarin e Caroti sono devastanti, in particolare l’ultimo con 8 punti nel giro di due minuti (due triple e un contropiede) per il 26-19.
A questo punto Udine decide di risalire e sfrutta ancora Lacey: lo step back per il tiro da tre del 28-25 è da applausi e il dirimpettaio Casarin, classe 2003 e un aplomb che non è quello di papà Federico, perde tempo a protestare per un fallo che non c’è, mentre la guardia dell’Alabama non perde di vista l’orizzonte.
Assist per Walters che però non segna il libero aggiuntivo dell’aggancio, ma il sorpasso è nell’aria e lo firma Ebeling dalla lunetta(28-29). Lacey guadagna un altro canestro più fallo ma non lo trasforma. Così, invece andare su +4, fa ripartire di nuovo Verona che ringrazia un Lacey in crisi di ossigeno per lo 0 su 3 dalla lunetta.
L’asse Anderson-Johnson sigla quindi il nuovo sorpasso, mentre dall’altra parte la palla scotta. Gli extra pass sono una gran bella cosa nel basket, ma quelli di Giuri e Antonutti non servono a mettere il compagno in una situazione di tiro migliore.
Sul fronte veronese, invece, il soldato Rosselli è brutto da vedere come i suoi calzini neri, ma porta a lezione tutti: 34-31 e time out a -1’02’’ dall’intervallo lungo. Poi ancora altri quattro punti per i padroni di casa e se non fosse per il tiro della disperazione di Cappelletti il divario sarebbe maggiore alla fine del secondo quarto (38-35).
Si ricomincia di nuovo sulle montagne russe. E stavolta la discesa è mozzafiato. Fallo tecnico panchina e tripla di Anderson (poi derubricata dagli arbitro al video a semplice tiro da due 44-35). Coach Bonicilli prova anche la 1-3-1 e si becca una tripla dall’angolo (il punto debole) di Casarin, è quella del +10.
Nelle rotazioni Antonutti è spento, Mussini più vivo quando, ma sul 47-41 Walters commette l’ennesima sciocchezza sulla penetrazione del possibile -4. Ramagli, invece, della panchina pesca Sasha Grant, il sardo ex Bayern che piazza la tripla del 52-41.
L’ultimo quarto è una corsa ad handicap per l’Apu e le percentuali al tiro sono lo specchio delle difficoltà bianconere: 9 su 23 da due e 7 su 24 da tre a 5 minuti dalla fine, quando Giuri non imita Lacey e sbaglia la tripla del -6, quella descritta in apertura. Verona respira a pieni polmoni: 66-56 con la serie promozione tra le mani. —
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