Viola e Adele, il ballo dei diritti
Al Convitto Cicognini di Prato, grazie a loro, l’evento si è aperto anche alle coppie dello stesso sesso
Dall’inviata a Prato. Sono quasi le nove quando Viola Righini e Adele Landolfi scendono la scalinata d’onore del Convitto Cicognini di Prato. Una cascata di fiori lungo i lati, una morbida e romantica musica ad accompagnarle, giacca e pantaloni scuri e un corsetto di seta per Viola, abito lungo grigio perla per Adele, le loro braccia unite come quelle di tutte le coppie che sfilano per dare il via al ballo delle debuttanti, un’antica tradizione dell’istituto toscano. Persino il poeta Gabriele D’Annunzio aveva partecipato nel 1881, da allora le regole sono rimaste più o meno identiche, baluardo di una tradizione che si pensava immutabile, o modificabile solo dopo un complesso e lungo percorso burocratico. Fino a quest’anno quando Viola Righini, diciotto anni, al suo ultimo anno di scuola, ha deciso di voler partecipare con la sua compagna. Due donne anche se l’intero ballo si basa su uno schema uomo/donna.
«Ma questa è un’occasione unica e irripetibile. Con le regole tradizionali l’avrei persa, non mi sembrava giusto», racconta Viola. E quindi ha iniziato a porre il problema già all’inizio dell’anno. Tra assemblee e colloqui tra i rappresentanti di istituto e la preside la questione è andata avanti fino alla primavera senza alcun risultato. A maggio l’Arcigay ha accusato la scuola di discriminazione ed è scoppiato il caso. Nel pieno della discussione a scuola, la compagna di Viola si è fatta male a un piede, per lei niente valzer. E quindi anche Viola sembrava dover rinunciare. Invece si avvicina a lei Adele. «Mi sono offerta di ballare con lei. Mi sembrava giusto anche se sono etero. Siamo nel 2022, è assurdo che due donne vengano discriminate solo perché vogliono ballare insieme», spiega.
La battaglia prosegue. La dirigente scolastica Giovanna Nunziata accetta di avviare un percorso di formazione con studenti, genitori e associazioni sui temi dell'inclusione. Non subito, però, dal prossimo anno scolastico. Viola è irremovibile: «Per me l’ultimo anno è questo. E’ a questo ballo che voglio partecipare». A sostenere la sua richiesta arriva il ministero dell’Istruzione, a quel punto gli organi collegiali si decidono a votare a favore del cambio immediato delle regole del ballo. La questione sembra risolta, invece gli studenti che la preside aveva deciso di ascoltare bocciano l’apertura alle coppie dello stesso sesso per un solo voto. Di fronte a una scuola spaccata in due e alle polemiche che montano, il collegio dei docenti approvano la modifica del regolamento.
Le porte del ballo finalmente si aprono anche per Viola e Adele. Da quel momento inizia una corsa contro il tempo, devono recuperare il ritardo di due mesi rispetto alle altre coppie nella preparazione del valzer. Partecipano a tutte le prove, subiscono insulti via social e sorrisetti di scherno di una parte dei compagni di scuola, non si fanno fermare da nulla. Mentre sabato sera scendevano i gradini della scalinata d’onore centinaia di occhi erano puntati su di loro e loro hanno sostenuto gli sguardi di tutti. Quando hanno attraversato il corridoio principale dell’istituto sempre a braccetto è partito un applauso scrosciante e in tanti hanno urlato di gioia. Anche quando si sono affacciate nell’antico refettorio , dove si tiene da sempre il valzer, gli sguardi del pubblico hanno continuato a seguire le due ragazze. Hanno osservato con attenzione Viola che si mescolava ai maschi per rispettare lo schema di rito, poi di nuovo entrambe quando in coppia hanno danzato con le loro piroette morbide, sicure.
E’ esausta e soddisfatta a fine serata, Viola. «C’era anche mio fratello gemello con la sua fidanzata perché non avrei dovuto esserci io? E’ un ricordo che conserverò per sempre ma volevo avere accanto una persona con cui sto bene, non uno qualsiasi». E’ felice e orgoglioso il padre, Simone. «Mia figlia ha lottato per vedere rispettato un suo diritto. E ha fatto bene». E’ molto contenta anche Adele. «Rifarei tutto, anche se gli insulti mi hanno fatto male».
Amareggiata, la preside, ma felice di aver dimostrato che la sua scuola è inclusiva «Mi sono sentita strumentalizzata, gli accordi erano diversi, avrei preferito un percorso più lento. Continueremo a lavorare su questo tema il prossimo anno». Viola e Adele hanno vinto la battaglia. Se il prossimo anno una coppia dello stesso sesso vorrà partecipare nessuno potrà vietarlo. La guerra però è ancora tutta da combattere. Sabato notte sulla facciata dell’istituto è apparso uno striscione con la scritta «Non cancellerete mai la tradizione cristiana».