L'acqua manca, ma quanta ne sprechiamo. La rete idrica toscana è un colabrodo: lo dicono i numeri
Un bene preziosissimo che pesa sulle tasche della gente. Centinaia di metri cubi gettati via per colpa di un sistema pieno di problemi
Su oltre 410 milioni di metri cubi di acqua potabile prelevata e immessa negli acquedotti in un anno in Toscana, quasi 200 milioni di metri cubi vengono sprecati. Si disperdono a causa di unarete idrica che sembra un colabrodo. «E meno male che negli ultimi 3 anni i gestori toscani degli acquedotti hanno recuperato, con nuovi lavori alle tubature, almeno 25 milioni di metri cubi di acqua. Diversamente, ora saremmo in totale emergenza in molti comuni toscani».
La rete colabrodo
La rete idrica toscana perde da tutte le parti. Nonostante gli investimenti da parte del servizio idrico che, negli ultimi anni, sono stati aumentati. Anche grazie alle bollette dell’acqua che tutti noi paghiamo. «Si deve fare ancora molto di più o si rischia una criticità enorme con queste temperature da solleone e con l'assenza di piogge» ammette Alessandro Mazzei, direttore generale dell’Autorità idrica toscana. Alcuni gestori pubblici, stando all'ultima relazione generale dell'Autorità idrica stilata nel 2020, perdono oltre il 50 % dell’acqua che immettono nella rete. «Il problema principale delle rete idriche non sta nei grossi tubi principali, ma negli allacci alle abitazioni e nelle perforazioni su strada. Il mantenimento di una rete idrica è complessa e varia a seconda di tante condizioni, dall'acqua stessa al terreno su cui poggia. Una rete idrica – precisa Mazzei – dura al massimo 40 anni; molte aree della Toscana hanno tubazioni di 42, 43 anni e siamo quindi oltre la durata massima dei materiali che si può prevedere».
Perdite oltre la media
Così l’acqua filtra dappertutto. Spacca i tubi, si insinua nel terreno, affiora a fontanelle dall'asfalto. Un'immagine vista tante volte un po’ dovunque, soprattutto d’estate. E ora l’acqua è un bene preziosissimo e che pesa sulle tasche delle famiglie toscane. Secondo Arera, l’Autorità nazionale di controllo e deliberazione sul sistema idrico, il dato medio di perdite di acqua “tollerabile” nel 2020 avrebbe dovuto essere al massimo di 15 metri cubi ogni chilometro di rete; un dato che in Toscana è superato in tutta la rete idrica, dai vari gestori. Publiacqua (gestore della città metropolitana di Firenze) nel 2020 ha disperso oltre 25 metri cubi di acqua ogni chilometro di tubazioni; Gaia (Toscana nord) oltre 18 metri cubi; Geal, che ha solo il comune di Lucca, oltre 12 metri cubi.
Il caso del “Fiora”
La situazione più complessa è quella dell’acquedotto del Fiora. «Situazione molto diversa da altri acquedotti per lunghezza della rete idrica, la più estesa della Toscana, e per la morfologia del territorio, molto complessa. In termini percentuali AdF (Acquedotti del Fiora) ha una perdita di oltre il 42 %» dice Mazzei. Ma se si guardano le perdite ogni 1000 metri di rete, Adf è di quelle che ha meno dispersione d’acqua, con 8 metri cubi per chilometro. «Negli ultimi anni sono stati fatti investimenti importanti. Publiacqua ha investito molto, rifacendo la rete dell'acquedotto di Prato e di Sesto Fiorentino e rimettendo mano a quello dell'area fiorentina. È stato fatto molto, ma non basta. I prossimi giorni saranno critici e i gestori devono lavorare sodo per evitare ancora ulteriori perdite in una stagione come questa che si preannuncia infuocata», prosegue Mazzei.
Salvare l’acqua potabile
L'allarme siccità ormai è ovunque. Dal 16 giugno tutti i 273 comuni toscani sono stati invitati dall’Autorità idrica ad adottare un’ordinanza per la tutela dell’acqua potabile per tutta l’estate: «Siamo di fronte a una diffusa siccità in ampie parti d’Italia e anche in alcune zone più critiche della nostra regione: la Maremma, la Val di Cornia e l’isola d’Elba, l’entroterra della Versilia e la Lunigiana – scrive Ait - Per scongiurare un razionamento di acqua nei prossimi mesi estivi e per evitare disagi concreti a cittadini e turisti, dobbiamo razionare l'uso dell'acqua». L’Autorità idrica è corsa ai ripari chiamando i sindaci a un atto di responsabilità. Con il modello di ordinanza (redatto dalla stessa Autorità) sono stati invitati tutti i comuni a disporre, da aora al 30 settembre, la limitazione dei consumi di acqua ai soli scopi essenziali igienici e domestici. Così sono stati introdotti ulteriori divieti all’uso dell’acqua potabile rispetto al Regolamento regionale del 2008 che espone i divieti permanenti. Ma intanto la rete idrica continua ad essere piena di buchi: «Negli ultimi due anni la rete idrica toscana ha visto grossi interventi di risanamento e possiamo dire di essere al 40% delle perdite di rete, al di sotto della media nazionale che è del 43 %», dicono al Cispel, il Consorzio regionale delle imprese di servizio pubblico. Ma il 40 % di perdite è una percentuale che appare ancora altissima, con l’attuale crisi.
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