Concorrenza, la vittoria dei taxi
ROMA. Alla fine l’hanno spuntata loro, i tassisti. Per mandare avanti la nuova legge sulla concorrenza, con le nuove norme sulle concessioni demaniali, il trasporto pubblico, le tlc e le assicurazioni, da mesi all’esame del Parlamento, ieri il governo ha informato i capigruppo della Camera di voler stralciare dell’articolo 10 relativo ad auto bianche ed Ncc. Di fatto è un compromesso quello raggiunto dall’ormai ex maggioranza su uno dei temi in assoluto più divisivi: su proposta dalla capogruppo pd Debora Serracchiani tutti i partiti si sono impegnati a non presentare in aula nuovi emendamenti quando lunedì il ddl andrà in votazione a Montecitorio per poi venire subito rispedito in Senato per l’ok definitivo.
Festeggiano ovviamente i tassisti, che a colpi di scioperi improvvisi e proteste violente hanno continuato per settimane ad insistere sullo stralcio, criticando innanzitutto l’uso della legge delega, l’idea di promuovere la concorrenza «anche in sede di conferimento delle licenze» come recitava l’art. 10, e l’indicazione di dover adeguare l’offerta dei loro servizi «mediante l’uso di applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti», ovvero app come Uber e Lyft. Ovviamente festeggia tutto il centrodestra (di governo e non) che sui taxi, come in precedenza sui balneari, ha condotto una vera e propria battaglia che alla fine ha fatto indispettire pure Draghi. «È una vittoria del buonsenso» affermano i deputati leghisti della Commissione Trasporti Elena Maccanti ed Edoardo Rixi. «Se il governo ci avesse seguito subito avremmo evitato le sabbie mobili in cui si era impantanato il ddl concorrenza». «È grazie a Fratelli d’Italia e a tutto il centrodestra che l’articolo 10 sarà stralciato – rivendica il capogruppo Fdi Francesco Lollobrigida –. Questo è l’unico modo per difendere il comparto dalla sleale competizione delle multinazionali». Non la pensa allo stesso modo Davide Gariglio del Pd secondo il quale, invece, è «solo grazie al senso di responsabilità» dei dem che il ddl Concorrenza verrà votato dall’aula della Camera nei prossimi giorni.
«In questo modo mettiamo in sicurezza la seconda rata dei fondi europei per il Pnrr e portiamo a casa un risultato utile per le imprese e per le città, perché i comuni hanno tante difficoltà e non potrebbero fare a meno dei fondi europei» spiega la presidente della Commissione attività produttive della Camera Monica Nardi (Pd), secondo la quale il governo (per quanto dimissionario) potrà comunque far marciare la riforma visto che non tutte le norme attuative prevedono un parere delle commissioni parlamentari.
I sindacati, revocato in extremis l’ennesimo sciopero previsto in questi giorni, incassano un risultato che inseguivano da mesi. «Bene lo stralcio – commenta Riccardo Cacchione di Usbtaxi –. Tiriamo un sospiro di sollievo per noi e per tutti gli utenti che si rivolgono a quello che dovrebbe essere un servizio pubblico essenziale». «Ha vinto il servizio pubblico bene comune» commenta il coordinatore nazionale di Unica Cgil Taxi, Nicola Di Giacobbe che però ora si aspetta che venga regolamentato l’uso delle app per frenare lo strapotere delle multinazionali. Nettamente contrari alla svolta, invece, i consumatori. Secondo il presidente di Assoutenti Furio Truzzi «ancora una volta lo Stato italiano cede alle violenze e alle pressioni della lobby corporativa dei tassisti, dimostrando una debolezza che non ha eguali nel mondo».