Chiede una visita oculista, al Cup gli rispondono: «Ripassi fra tre anni»
SACILE. Non bisogna avere fretta a Sacile per una visita oculistica e per trovare la guardia medica notturna: appuntamenti nel 2025 per la cura degli occhi e medici di notte al 50% dei casi.
Lo segnala il comitato “No tagli” con gli attivisti regionali della sanità pubblica che aggiornano la lista delle lamentele, con le ultime segnalazioni sui ritardi e disservizi estivi.
«Un sacilese ha chiesto una visita oculistica entro maggio 2023 – segnala un caso Gianfranco Zuzzi, attivista No tagli – e il Cup gli ha proposto la data di settembre 2025. La certezza è che fra poco dovremo chiamare un medico privato anche per il certificato di morte».
Un altro caso segnalato ai comitati. «Una nota sacilese al servizio diabetologico per il rinnovo della patente che le scadrà in novembre 2022 – racconta Gianfranco Zuzzi – cerca da gennaio un appuntamento e la prescrizione degli esami.
Niente da fare, tranne per l’esame del sangue che non si nega a nessuno: la soluzione per l’oculista è quella di andare a pagamento. In settembre e privatamente, con cento euro per la parcella».
Il commento di Mario Zanette fondatore dell’Ensemble Serenissima è una conferma. «Anche per chi non ha il diabete – testimonia Zanette – la visita oculistica è garantita sempre a pagamento».
Mal comune mezzo gaudio, ma fino a un certo punto. «Luci spente nell’ambulatorio della guardia medica notturna due volte su quattro – calcola Zuzzi –. L’invito a orientarsi in altri ospedali è chiaro, magari in Veneto dove il servizio è celere. L’alternativa quando si sta male è di prendere gli antidolorifici e si fanno le battute per non piangere».
Non bisogna avere fretta, appunto. «I malati con patologie serie come faranno? – ancora Zuzzi –. Per salvare la pelle, a questo punto servono soltanto i soldi, eppure paghiamo con le tasse la sanità pubblica. Il compianto Luigi Zoccolan fondatore del comitato No tagli non si arrendeva a questi disservizi».
Il rosario dei tempi di attesa, in via Ettoreo a Sacile è simile a quello 2013, quando la lista per la visita fisiatrica contava 250 giorni medi. «La salute è una cosa seria e possiamo fare di meglio a Sacile – incalza Cesare Monea del comitato regionale sanità –. La Regione dovrebbe intervenire e la sanità pubblica paga la crisi cronica dei tagli, soprattutto in Friuli occidentale, con due riforme».
Il rischio segnalato è lo strapotere del privato, che ha una maggiore agilità burocratica: l’ospedale pubblico negli ultimi dieci anni ha avuto solo tagli ai servizi».