Sempre più aziende veneziane e mestrine ingaggiano agenzie di investigazione
Dopo il licenziamento di due orchestrali della Fenice. Le imprese chiedono di controllare i comportamenti dei dipendenti infedeli. Il caso di Veritas che ha fatto seguire un addetto al cimitero di San Michele. Ma anche i dirigenti non sono da meno
VENEZIA. Non solo la Fenice ha usato investigatori privati per smascherare dipendenti furbetti o cosiddetti infedeli parecchio inclini alla malattia facile, al doppio lavoro o con il vizio di allungare le mani nei cassetti aziendali. Soprattutto dal 2020 sono aumentati gli incarichi alle agenzie investigative per smascherare i furbetti e poterli licenziare.
Se fanno notizia i due orchestrali licenziati dalla Fenice, non sono da meno altri licenziamenti che riguardano aziende private ma anche a partecipazione pubblica.
Singolare la vicenda dell’addetto alle pulizie dello stabile che Veritas ha al cimitero di San Michele. Un giorno la direzione della municipalizzata si accorge che dalla cassaforte continuano a sparire soldi. Un mistero perché la cassaforte non ha segni di effrazione.
Viene incaricato un investigatore che scopre l’addetto alle pulizie mentre, aperto il forziere aveva preso del denaro. Non si sa come era riuscito a procurarsi del denaro.
Un ex carabiniere pretendeva dall’assicurazione 200 euro perché, a suo dire, in seguito ad un incidente mentre era in servizio aveva riportato traumi alla che gli aveva causato seri problemi come momenti di panico e ansia mentre era sulle strisce pedonali. Problemi per i quali si era congedato dall’Arma. Alla fine grazie all’investigatore privato è stato denunciato per tentata truffa e truffa. Infatti nonostante i “gravi problemi causati dall’incidente”, aveva ben due lavori in nero come giardiniere e magazziniere.
«Se restano sempre molte le richieste per scoprire tradimenti, soprattutto sono gli uomini a chiedere il nostro intervento, è in notevole aumento il lavoro per aziende pubbliche e private che vogliono smascherare lavoratori che secondo loro approfittano del ricorso alla malattia o alla legge 104 sull’assistenza ai parenti, per fare i propri comodi - spiega Massimo Carraro, noto investigatore privato veneziano e già maresciallo dei carabinieri con alle spalle brillanti indagini sulla pubblica amministrazione -. Purtroppo c’è un aumento di dipendenti che approfittano delle leggi nate per tutelare chi malato o che fa assistenza per altri motivi».
«Questo anche perché i controlli da parte degli enti preposti non sono sufficienti. Questo i “furbetti” lo sanno e ne approfittano, magari con la complicità di qualche collega. Oppure si muovono di sera e di notte quando non ci sono i controlli».
«Ricordo un quadro di una nota azienda veneta che ad un certo punto si è messo in malattia perché pretendeva 50mila euro per licenziarsi. Cifra che l’azienda non voleva scucire. Si mise in malattia per problemi alla schiena. Lo abbiamo sorpreso mentre faceva scendere e tirava su la barca dalla laguna di notte quando tre, quattro volte la settimana andava a pescare».