Niente “mangiatrici di banane”, solo musica e riflessioni all’insegna del rispetto: «Rispondiamo alle idee maschiliste»
“Lucha e Festa”, lotta e divertimento. È la provocatoria risposta alla Festa degli uomini di Monteprato di Nimis, che nelle scorse settimane aveva infiammato il dibattito locale – e nazionale – per il suo piatto forte, la gara di mangiatrici di banane. “Lucha e Festa”, a Ponteacco di San Pietro al Natisone, andrà in scena oggi e vuole essere la prima festa femminista delle Valli. Il link fra i due eventi sta nel nome dell’organizzatrice della “controffensiva” al meeting al maschile, Elena Tuan, consulente specializzanda in Studi di genere e sulle donne e promotrice, insieme a Valentina Moro, della petizione che chiedeva l’annullamento dell’ambigua competizione di Monteprato, peraltro difesa a spada tratta da molti (e molte) come una goliardata e infatti svoltasi come da programma.
Dottoressa Tuan, la manifestazione ha dunque una dichiarata impronta ideologica?
«Sì, nella sostanza, anche se nella forma mi sembra più corretto parlare, anziché di ideologia, di pensieri e pratiche femministe e di evento politico: il femminismo, infatti, considera le esperienze soggettive sempre legate a quelle collettive e sociali».
È una risposta all’evento di Monteprato: perché ne avete sentito l’esigenza?
«La polemica sulla gara delle banane ha palesato la necessità di sensibilizzare il territorio su, ripeto, i pensieri e le pratiche femministe. Vogliamo dimostrare come non siano affatto armi da guerra – credenza diffusa – quanto piuttosto forme di cura. Siamo state rimproverate di non saperci divertire e di non lasciare le persone far festa: non è così. Il punto è invece che il divertimento non deve porsi in contrapposizione con le varie sensibilità. E proprio questo sarà il messaggio che si alzerà da Ponteacco».
Perché nelle Valli del Natisone?
«Perché nonostante stia crescendo il numero di occasioni finalizzate a sensibilizzare la cittadinanza su tematiche quali la parità di genere, la giustizia sociale e l’intersezionalità, parlare di femminismo in questo territorio è ancora molto difficile. Non è mai stato e non è tuttora semplice portare riflessioni e azioni nel campo specifico là dove non sono storicamente di casa, ma noi ci proviamo».
Eppure il Comune di San Pietro non vi ha messo i bastoni fra le ruote: ha anzi concesso il patrocinio all’iniziativa, fra l’altro co-organizzata (oltre che da Multiverso femminista) dalla Pro loco Ponteacco.
«Proprio per quello che ho appena detto, il sostegno ricevuto dall’amministrazione del capoluogo valligiano si rivela particolarmente significativo. Idem per la Pro loco».
La vostra petizione contro la gara di mangiatrici di banane ha avuto un’eco nazionale. Lo considera un successo o un effetto boomerang?
«Di certo la risonanza della notizia ha causato anche problemi. Ci sono state attribuite frasi e posizioni che non corrispondevano al nostro pensiero. Nel silenzio, però, nulla può cambiare: in tutta la confusione che si è creata si è aperto un nuovo dialogo, un’opportunità di confronto anche al di fuori della bolla femminista. E questo lo reputo positivo».
Ci racconta il programma?
«Apertura alle 17 con il workshop “Il desiderio è politico?”, a cura della sottoscritta. Poi cena vegetariana/vegana, un “Frute Talk”, chiacchierata con Lucia Gasti, co-fondatrice della rivista femminista udinese Frute, un concerto e dj set: il gruppo Treeorganico, il cui obiettivo è avvicinare chi ascolta agli ambienti naturali del Friuli Venezia Giulia, offrirà un live di musica contemporanea creata con suoni registrati in natura, voce e flauto».
Requisiti per la partecipazione?
«Rispetto reciproco, predisposizione all’ascolto, curiosità».