Il nuovo regno di re Carlo, Sarah Jessica Bennett: “La monarchia ha visto periodi bui, non sarà questo il colpo fatale”
La scrittrice: «Il Paese si è ripreso dopo ogni crisi, meglio Carlo dei leader banderuole»
«Quando scrivo, io vivo nella testa della regina, perché la regina è un personaggio reale, almeno nella mia mente. Quindi io mi calo completamente nei suoi panni. Sono lei in persona. A parte il dolore che provo in questo momento, per la morte di una donna che ho studiato e ammirato per tutta la vita, ci vorrà del tempo perché possa riprendere a scrivere. In questo momento sono costretta a interrompere il quarto volume».
S.J. Bennett è una scrittrice inglese. Bennett di cognome, come il più celebre Alan, l’autore del delizioso e indimenticabile “La sovrana lettrice” (Adelphi), dove si immagina una Elisabetta ossessionata dai libri. Ma Sarah Jessica Bennett fa un’operazione diversa. Nei suoi gialli, la sovrana è una detective, una sorta di adorabile Miss Marple, che risolve casi grazie all’acume e al senso di osservazione maturati in anni di vita di palazzo, nei quali ha visto e vissuto di tutto. La regina detective agisce per interposta persona, la sua segretaria personale, usando intelligenza, diplomazia e saggezza.
Sono già usciti i primi tre volumi di una serie che si annuncia molto lunga, perché ripercorrerà a ritroso tutta la vita di Elisabetta II. In Italia il primo volume “Il Nodo Windsor” è uscito per Mondadori. S.J. Bennett studia la sovrana, i palazzi e i dettagli della vita reale da quando ha 11 anni. Un’ossessione trasmessa dal padre, ufficiale di marina, che ha incontrato la regina varie volte in giro per il mondo. I racconti paterni la affascinavano, insieme a quel sapore tipicamente britannico del cosmopolitismo da Commonwealth. Un mondo ormai passato, ma che riprende vita nelle pagine dei suoi libri.
E ora? Elisabetta II ha scelto proprio il momento sbagliato per morire, con la crisi economica ed energetica, la guerra, il cambio di guardia a Downing Street…
«Non è quello che ci voleva. Ma io sono positiva. Avvenimenti come questi sono un’occasione di unità della nazione e di un popolo. La gente si stringe nel dolore comune, che è reale, basta vedere le manifestazioni di affetto di queste ore. I giovani sono i più spaventati da momenti come questi, dove tutto sembra andare storto. Ma noi che abbiamo una certa età ne abbiamo già viste tante e sappiamo che tutto passa».
Ma i tempi sono cambiati. La monarchia ha ancora la forza di tenere unito un Paese?
«Crisi ci sono sempre state. Basta pensare a tutti i problemi che la regina ha superato. Crisi politiche, la dissoluzione dell’Impero, le questioni famigliari. Harry e Meghan e il principe Andrea sono niente in confronto ai problemi che la regina ha sempre avuto con sua sorella e con uno zio che era simpatizzante nazista e che ha abdicato. La lezione della regina è questa: credete in voi stessi e state uniti».
Molti invece credono che la morte di Elisabetta II sarà il colpo fatale alla monarchia.
«Non credo affatto. Nei secoli la monarchia è sopravvissuta a una guerra civile, alla decapitazione di un re e ha attraversato molti altri momenti bui. Ma credo che gli inglesi siano fieri della propria monarchia. Anche quando è morto Churchill si diceva che sarebbe stata la fine di tutto. Ma non c’è mai la fine di tutto. Certo è la fine di un’era, ma dopo questa ce ne sarà un’altra. Il Paese si è ripreso dopo ogni crisi e anche Elisabetta direbbe lo stesso, il suo esempio rimane».
Lei è una fervente monarchica, ma ci sono in Inghilterra molti scettici sulla reale possibilità di Carlo di prendere il posto di sua madre. Lei pensa che Carlo III sarà un buon re?
«Aspettiamo e vediamo. Lui ce la metterà tutta, di questo sono sicura. Sono certa che sua madre gli abbia insegnato come governare questo Paese. Sicuramente la sua sensibilità per i temi ambientali è una cosa molto in linea con i tempi che viviamo e lui è stato un ecologista ante litteram, quando a nessuno interessava parlare di biologico e di sostenibilità. Questo mi fa pensare che sia una persona intelligente e sensibile. La monarchia è più forte dei singoli uomini che di volta in volta salgono sul trono».
La regina era un’icona universale, un mito irraggiungibile. È indubbio che Carlo non abbia lo stesso carisma. Piacerà al popolo britannico?
«Non so se piacerà alla gente. Lo vedremo. Io personalmente, comunque, preferisco una persona come Carlo a molti leader politici che si sono dimostrati banderuole o poco affidabili e che non hanno fatto gli interessi della nazione».
E di Camilla regina cosa pensa?
«Credo che sarà una buona regina. Perché lo ha deciso la regina Elisabetta. È stata lei a decidere che diventasse ‘regina consorte’ e non lo avrebbe fatto se non credesse in lei. Anche Carlo lo ha voluto fortemente».
La regina se ne va a breve distanza dal principe Filippo, suo compagno di vita per 73 anni. Crede che la morte del consorte sia stato il colpo di grazia, alla sua età?
«Non credo. L’estate scorsa ha passato una estate piacevole e sorridente a Balmoral, sembrava piena di energia, dicevano che stava bene. Credo piuttosto che le sia pesata molto di più la pandemia, il fatto di non poter stare in mezzo alla gente, di essere reclusa nei castelli e nel palazzo, lei che invece ha sempre amato incontrare i sudditi ed era curiosa di conoscere le persone. Poi lo stress per gli impegni del Giubileo, a cui non ha voluto rinunciare. E la caduta e i dolori alla schiena hanno fatto il resto. Sennò credo che sarebbe ancora qui in mezzo a noi».