Ascanio Celestini: «Vi racconto a Pavia le Fosse Ardeatine»
foto da Quotidiani locali
PAVIA. Attore teatrale, regista, scrittore e drammaturgo. Sarà Ascanio Celestini, con la sua "Radio clandestina" (scritto a partire da “L’ordine è già stato eseguito” di Alessandro Portelli) a inaugurare giovedì 20 ottobre alle 20.30 sul palco del Politeama la stagione "Teatro indigesto", la novità voluta dalla Fondazione Teatro Fraschini con cinque serate dal vivo, dedicate a temi storici.
Si comincia dall'eccidio delle Fosse Ardeatine: il 23 marzo 1944 i Gruppi d’Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca in via Rasella. Insieme a due civili italiani muoiono 33 soldati tedeschi. Il 24 marzo, per rappresaglia, i nazisti uccidono 335 persone in una cava sulla via Ardeatina, dieci italiani per ogni tedesco morto. Ascanio Celestini racconta questa tragedia nel suo monologo.
Celestini, lei ha detto che quest'eccidio può essere raccontato in un minuto o in una settimana: la sua scelta è stata quella di ricordarlo in un'ora e un quarto.
«Oggi ancor più di ventidue anni fa (quando ho portato in scena per la prima volta Radio Clandestina) siamo abituati ad avere una rapida panoramica di ciò che accade nel mondo: un servizio in televisione, un articolo sul giornale dove spesso ormai è indicato anche il tempo di lettura, addirittura un twitter. Queste sono ormai le regole dell'informazione, quasi come mangiare una pasticca che toglie la fame ma non riempie lo stomaco. Perché in verità ci vuole molto più tempo per capire un avvenimento. Ecco allora che io racconto l'eccidio in venti secondi, ma dedico il resto del tempo a spiegarlo e a raccontare il prima e il dopo».
È la ricchezza del teatro...
«Infatti. A differenza che in televisione e sui giornali, il teatro lascia ancora il tempo e la volontà di approfondire un tema. Oggi ci sono le fiction, c'è Netflix... e poi c'è il teatro che consente a "Radio clandestina" di avere ancora successo a ventidue anni dal suo esordio, avvenuto alla fine di ottobre del 2000».
Un esordio tra l'altro avvenuto nell’ex carcere nazista di via Tasso, a Roma...
«Il debutto è avvenuto in quella struttura, che oggi è il Museo della Liberazione di Via Tasso. Era originariamente un appartamento trasformato in prigione dal comando nazista, quindi ancora peggio di un carcere pensato come tale, addirittura aveva le finestre murate. Un luogo che era la sintesi di Radio clandestina».
Uno spettacolo che lei ha portato ovunque, nei teatri ma anche in luoghi piccoli . Fare teatro uscendo dai Teatri.
«È vero. Dico sempre che la scenografia che porto in borsa sono quattro lampadine e, se è giorno, non ho bisogno neanche di quelle. Porto "Radio clandestina" ovunque. Perché lo spettacolo vero sono io, ossia ciò che io racconto».
Ha un sogno nel cassetto per raccontare alla gente una storia da portare ovunque?
«Sto lavorando da sette anni a una trilogia, che sta facendo il giro del mondo con i primi due lavori "Laika" e "Pueblo". Diciamo che sto cercando di chiuderla con una rappresentazione teatrale che racconti il primo presepe vivente che fece San Francesco a Greccio, dopo essere stato in Terrasana. . Un grande atto politico di non violenza, di pacifismo».
Daniela Scherrer