Opporsi ai cambi di tariffa di luce e gas si può: ecco come fare
foto da Quotidiani locali
Forse non si presta molta attenzione ai contenuti oppure risulta difficile capire fino in fondo il significato delle cifre, ma sta capitando a molti di ricevere lettere da parte dei gestori di luce e gas in cui si riceve notizia di una modifica unilaterale del contratto oppure addirittura di un recesso anticipato.
In molti casi si tratta però di comunicazione che possono essere contestate.
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Invece di accettare passivamente le nuove condizioni contrattuali dell’ente gestore si può avviare una istruttoria contro queste imposizioni.
Le associazioni dei consumatori della nostra regione ne hanno avviate già migliaia come confermano Consumerismo, Federconsumatori e Adiconsum: si tratta di segnalazioni che, finendo poi sul tavolo dell’Antitrust, potrebbero anche portare a sanzioni pesanti nei confronti dei gestori.
Tutto ruota attorno al decreto Aiuti bis che ha introdotto la norma per cui ogni modifica contrattuale riguardante questo tipo di forniture è vietata fino al 30 aprile 2023.
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«È un fenomeno che sta avvenendo anche in Friuli Venezia Giulia – conferma Barbara Puschiasis, avvocato udinese, vicepresidente nazionale di Consumerismo – dove sono migliaia le persone raggiunte da queste lettere degli enti gestori.
Ma si tratta di procedure che nella maggior parte dei casi violano quanto stabilito dal decreto Aiuti che blocca le tariffe attuali fino all’aprile 2023.
Invece i gestori avvertono che saranno applicate nuove condizioni ovviamente peggiorative per il cliente. Se il gestore precisa che queste nuove tariffe saranno applicate prima del 30 aprile 2023 va contro la norma di legge. Si può dunque scrivere una lettera di opposizione che poi finirà anche nelle mani dell’Antitrust».
Proprio l’Antitrust, sulla base delle segnalazioni dei consumatori, ha già aperto procedimenti nei confronti di quattro gestori di luce e gas – Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti – per accertare se siano state applicate nuove tariffe in violazione delle norme del decreto Aiuti bis: potrebbero scattare multe pesanti, anche fino a cinque milioni di euro.
«C’è però un problema pratico – prosegue Puschiasis – . Anche se è giusto fare opposizione e inviare la lettera di opposizione, ci si troverà poi ad affrontare il mercato: di fronte alla compagnia che ti avverte di accettare le nuove tariffe o di recedere dal contratto, non si riuscirà a trovare altre offerte sul mercato».
Puschiasis mette a disposizione dei consumatori il modello di diffida per opporsi alle modifiche unilaterali dei contratti di luce e gas. Si può scaricare dal sito web www.consumerismo.it (il fac simile lo trovato in questo stesso articolo).
«Ogni giorno su 20 appuntamenti fissati nei nostri uffici, almeno la metà è dedicata a questo problema – sottolinea Erica Cuccu, vicepresidente regionale di Federconsumatori Fvg – . Abbiamo casi di persone lasciate a piedi dai gestori dal mattino alla sera.
Vorrei però chiarire che in questa eventualità non si resta senza fornitura della luce o del gas: si entra automaticamente nel mercato di maggior tutela che comunque garantisce la fornitura, ma che in questo momento non è del tutto conveniente.
Consiglio comunque di opporsi alle modifiche unilaterali che non rispettano la data del 30 aprile 2023 fissata dal decreto Aiuti bis. Si può scrivere all’ente gestore motivando l’opposizione.
Molte istruttorie sono già partite e devo dire che anche l’Antitrust si sta muovendo, mentre l’Arera è purtroppo ferma. Dopo il reclamo formale, una delle strade da percorrere è quella della procedura di conciliazione che, sulla base della mia esperienza, nel 95% dei casi porta a un accordo con la controparte e risolve rapidamente la controversia».
«Il momento è molto delicato, in Veneto abbiamo contato già 50 mila segnalazioni di utenti che si oppongono alla modifica unilaterale del contratto, in Friuli Venezia Giulia non ho un numero preciso, ma credo che nei nostri uffici sia stato affrontato almeno un migliaio di casi – afferma Giuseppe De Martino, presidente regionale di Adiconsum – . Le lettere degli enti gestori sono arrivate a partire da luglio e agosto.
La gente è in difficoltà. Sul mercato operano 850 gestori e molti sono a rischio fallimento. In questo caso non ci sono garanzie per il cliente.
Ci accorgiamo poi che molte offerte arrivano ai clienti tramite call center e gli operatori sono portati a forzare la mano. A restare vittima di queste azioni sono soprattutto gli anziani. Bisogna tener duro e sapere che fino al 30 aprile 2023 le condizioni non possono essere modificate.
Su questi temi Adiconsum Fvg e Cisl stanno organizzando a Udine una importante iniziativa per il 15 novembre: è giusto che tutti i cittadini siano informati. Appena sarà messa a punto ne daremo notizia».