Il frico di Lorenzaga innervosisce i friulani: «Giù le mani dalle nostre tradizioni»
foto da Quotidiani locali
La sagra del Frico di Lorenzaga scatena le ironie dei friulani, “Giù le mani dal nostro frico”. Un evento atteso ogni anno non solo dai mottensi, ma da tutti gli abitanti dei paesi limitrofi. Una tradizione di oltre 10 anni, quella di Lorenzaga, che è stata scoperta dai friulani solo recentemente, grazie all’avvento dei social che hanno pubblicizzato l’evento, scatenando la reazione più o meno simpatica dei vicini confinanti.
«Tra qualche anno diranno che il frico è Veneto, come il tiramisù e il prosecco», ha commentato puntualmente un utente, ricordando ben altre dispute eno-gastronomiche che hanno visto talvolta contrapposti veneti e friulani. «Il frico è friulano e non si tocca, siete come i cinesi, copiate», ha dichiarato un altro. Ma c’è anche chi ha appreso la notizia con ironia: «Basta annettere Motta di Livenza all’Impero e tutto si risolve. Ci siamo riusciti con Sappada, ce la faremo anche questa volta». Un’espansione territoriale in nome del frico, insomma.
Il frico è uno dei pilastri della tradizione culinaria friulana, un piatto della tradizione povera a base di formaggio di varie stagionature, patate e cipolla. Si dice che la zona d’origine sia riconducibile alla Carnia. «Nella sua storia Lorenzaga ha fatto parte per un lungo periodo del Friuli. Soltanto dal 1.420, quando Venezia occupò questo territorio, diventò veneta», spiega il fotografo e cultore della storia locale Carlo Verardo, «il 16 febbraio 1.485 fu decretato che il paese passasse alla giurisdizione di Motta e tutt’oggi è compresa nella diocesi di Concordia-Pordenone. Molto della tradizione friulana è rimasta, in paese c’è un toponimo a testimonianza: via Furlana e ogni anno durante i fine settimana del mese di novembre la comunità lorenzaghese si riappropria della sua antica “furlanità” con la sagra del frico». Un’origine che l’Associazione sportiva dilettantistica Lorenzaghese ha voluto celebrare da oltre 10 anni con un evento enogastronomico.
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«I nostri cuochi si sono perfezionato con i maestri di Carpacco, paese friulano poco distante da San Daniele del Friuli e custodiscono gelosamente i segreti che hanno appreso», prosegue Verardo. «Sforniamo prodotti di qualità, la materia prima ci distingue», ha dichiarato il presidente dell’associazione Valter Strapazzon che, insieme ai volontari, ogni anno si dirige in Friuli, in una località “segreta”, per acquistare il Montasio Dop utilizzato nella ricetta.
Sono ben 120 i volontari che nei weekend di novembre si danno da fare per realizzare la sagra, un momento conviviale apprezzato da molti e che vede un pienone ogni weekend con oltre 900 coperti. L’attacco dei cugini friulani è stato totalmente ignorato dagli organizzatori ma c’è chi, in internet, ha preso le difese di Lorenzaga giustificando così la scelta: «Il Friuli va dal Livenza al Timavo ci può stare»; «Ci sono stato e ho mangiato davvero bene», e qualcuno ha voluto ricordare che il piatto è diffuso anche oltre i confini nazionali, in Slovenia e in Carinzia, dove prende il nome di frika. Insomma,il frico è di chi lo sa apprezzare.