Calcio a 5. Reolon: «Canottieri sollevata, ci mancava la fiducia»
La coesione non c’era. O comunque, stava scemando sotto il peso dei risultati negativi. Ma sabato la Canottieri Belluno ha giocato e vinto una partita da squadra vera in casa del Giorgione, realizzando un 5-1 decisivo per interrompere quella striscia di quattro sconfitte consecutive. Sabato però occorre raddoppiare, nell’impegno casalingo delle ore 16 contro la Gifema Luparense. Anche perché poi ci sarà il turno di riposo.
Parole di capitan Moreno Reolon, soddisfatto eccome di aver riallacciato il discorso con i tre punti.
Un altro spirito lunedì all’allenamento...
«Senza dubbio. Eravamo più sorridenti e sollevati e ne avevamo estremo bisogno. Ci stava mancando un po’ di fiducia in seguito ai risultati negativi e il morale necessitava di una scossa».
Sabato avete lottato da gruppo unito. In precedenza, da fuori si aveva la sensazione che mancasse una certa condivisione di intenti.
«Vuoi o non vuoi i risultati incidono e un po’ di compattezza te la fanno perdere. Ma in ogni caso siamo e restiamo un bel gruppo, nel quale anche i nuovi si sono subito integrati al meglio. Molto semplicemente c’era un po’ di sfiducia, forse perché il precampionato era andato fin troppo bene e forse ciò aveva illuso riguardo una certa facilità del campionato. Invece è una stagione tosta, dove la classifica corta può mandarti in alto o in basso in breve tempo. Ragion per cui necessitiamo dei tre punti sabato, in modo da arrivare al nostro turno di riposo al top. In ogni caso, sistemiamo ogni questione alle nostre spalle e poi guardiamo avanti».
Prossimo step?
«Il saper concretizzare le occasioni. Ci stiamo lavorando, studiando soluzioni che mandino al tiro in modo più facile i nostri giocatori».
Quante volte ha squillato il telefono in estate, vista l’esigenza anche in categorie superiori di puntare sui calciatori italiani?
«Credo ormai si siano stufati di provarci (sorride, ndr). Senza dubbio gli interessi non sono mai mancati, ma ormai credo sia davvero difficile possa andare a giocare altrove perché qui sto alla grande».DAPO