C’è chi ha perso migliaia di euro e chi metà del tfr: «Noi, raggirati dal tronista, vogliamo giustizia»
«Dal processo ci aspettiamo un minimo di giustizia». Fuori dall’aula De Nicola, dove è in corso il processo all’ex tronista televisivo Paolo Marco Filippin 59 anni, di Artegna e a Paola Francovich, 41 anni, di Trieste, gli ex clienti che hanno versato acconti per soggiorni, camere matrimoniali o cucine ma non hanno mai ricevuto gli arredi, attendono il proprio turno per testimoniare.
Il processo riguarda il crac di Fabbriche riunite srl, già Stato Italia srl, azienda di Brugnera specializzata nel commercio al dettaglio di mobili per la casa. Filippin è imputato di bancarotta fraudolenta e truffa contrattuale, Francovich solo di bancarotta, nella veste di amministratori (il primo dal 16 gennaio al 21 maggio 2019, la seconda dal 9 dicembre 2015 al 16 gennaio 2019).
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L’azienda è fallita il 17 maggio 2019, ma la guardia di finanza, coordinata dal procuratore Raffaele Tito, ritiene invece che versasse in un grave stato di crisi finanziaria già dal 2016.
La procura contesta a Filippin di aver promesso la vendita di mobili a prezzi vantaggiosi quando però ormai non era più in grado di acquistarli per la successiva rivendita, facendo siglare ai clienti un contratto.
Michela Pompeo di Conegliano lamenta di aver perso 32 mila euro, «il 50% del mio tfr», Alberto Fellet di Santa Lucia di Piave ha visto andarne in fumo 6.600 euro, Maura Fioretti di Pordenone ha perso 5 mila euro, Tiziano Pelosi di San Vito al Tagliamento 2.310 euro, Linda Zorzi, di Treviso e Sebastian Mihalache di Zoppola non hanno più rivisto la caparra di 2 mila euro.
Linda ricorda lo showroom da 5 mila metri quadrati, gli uffici, l’aura di affidabilità e di serietà, Sebastian era rimasto colpito dallo stand espositivo in fiera. Poi però i mesi sono passati e i mobili non sono stati consegnati.
Anche le vite dei clienti sono rimaste in stand by, in attesa degli arredi per le loro case nuove. In aula Linda ha ricordato come alle sue telefonate per richiedere spiegazioni Filippin rispondesse in modo seccato, quasi offeso: «Se continui a chiamarmi ti denuncio».
L’avvocato di Filippin, Lorenzo Magnarelli, ha osservato come dall’udienza, dalla sua prospettiva, suscettibile di ulteriori letture, non sia emerso nulla di penalmente rilevante, ma meri «profili di inadempimento civilistico indotto anche da cause esterne alla dinamica contrattuale. Processo aggiornato al 31 marzo. —
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