Muore in ospedale per un malore dopo essere stato salvato dai vicini
Non ce l’ha fatta Pierluigi Giampaoli, il settantenne che il 5 dicembre era stato trovato privo di sensi nella sua abitazione di via Castellerio, a Pagnacco, è morto la scorsa notte all’ospedale di Udine dov’era ricoverato. Non vedendolo da alcuni giorni, i vicini avevano allertato la polizia locale che, insieme ai vigili del fuoco, lunedì scorso erano entrati in casa rinvenendolo sul pavimento, probabilmente in seguito a un malore.
Giampaoli abitava da solo, dopo che il Covid si era portato via l’anziana madre. L’uomo stava vivendo un momento di difficoltà personale: a vegliare su di lui senza farsi notare troppo erano i vicini di casa e alcuni lontani parenti. «Sono profondamente dispiaciuta – ammette il sindaco, Laura Sandruvi –. Da mesi si trovava in condizioni precarie e abbiamo cercato di aiutarlo con in servizi sociali. La profonda solitudine che lo accompagnava in questa vita attraversata con molte difficoltà, ha reso tutto più triste. Gli amici che gli stavano vicino hanno cercato di aiutarlo e sono stati proprio loro a chiedere il nostro intervento». Uno degli amici di lunga data di Giampaoli (conosciuto in paese con il soprannome di “Pilu”) è Roberto Giorgiutti.
«Pierluigi era una persona particolare, duro all’apparenza, tenero e indifeso nel suo profondo. Insieme abbiamo condiviso la passione per le motociclette, e ogni fine settimana, prima del Covid, facevamo diverse uscite tutti insieme». Il gruppo di bikers si chiamava Bulltriks, e sui social tanti componenti del sodalizio hanno voluto manifestare il proprio sconforto per l’improvvisa scomparsa di Giampaoli. «Purtroppo non ci è stato possibile aiutarlo in questo momento di difficoltà – ammette l’amico – perché non si è voluto far trovare. Ci mancherà, tanto. Era davvero generoso e l’ultimo atto di bontà nei confronti degli altri è stata la scelta di donare gli organi».
“Pilu” era in pensione – l’ultima occupazione era stata come artigiano specializzato nelle lavorazioni in cartongesso e tinteggiature – e la sua solitudine era diventata più profonda dopo la morte del suo cagnolino, cui era molto legato. «Amava tanto gli animali e so per certo che avrebbe voluto fare qualcosa di concreto per i poveri del paese. Non ha avuto il tempo per realizzare il suo desiderio», chiude Giorgiutti con un velo di tristezza.