È di Garlasco il super ingegnere del reattore a fusione nucleare
IL PERSONAGGIO
Un garlaschese 59enne, l’ingegnere nucleare Mario Merola, dirige a Cadarache, nel sud della Francia, la realizzazione del più grande reattore a fusione nucleare mai realizzato al mondo: il progetto “Iter”. «L’obiettivo – dice Merola – è quello, entro il 2035, di arrivare ad utilizzare il processo di fusione nucleare, cioè “plasma energetico” a 150milioni di gradi, dieci volte superiore a ciò che avviene all’interno del Sole. In questo modo non si dipenderà più da energie di origine fossile, da paesi che esportano uranio e gas, ma ogni paese potrà utilizzare quella che sarà il futuro della sostenibilità energetica».
Dal 2006, 35 nazioni, Ue, Cina, Russia, India, Usa, Corea del Sud e Giappone collaborano per costruire il grande reattore. «Si vuole dimostrare – dice l’ingegnere - la fattibilità della fusione come fonte di energia su larga scala e priva di emissioni di carbonio, sicura e basata sul principio che alimenta sole e stelle. Iter sarà il primo impianto di fusione a testare le tecnologie integrate, i materiali e i regimi fisici per la produzione commerciale di elettricità basata sulla fusione, nulla a che vedere con la fissione che, nonostante i passi avanti, rappresenta ancora motivo di preoccupazione per la complessiva sicurezza».
La fusione nucleare avviene fondendo due isotopi dell’idrogeno, il deuterio contenuto nell’acqua e il trizio che si ricava dal litio. Merola ha un ruolo cruciale come responsabile della progettazione ingegneristica e ha dedicato una vita allo studio. Si è laureato in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano nel 1989, poi dottorati al centro Ispra sino agli albori del progetto Iter, nato nel 1996 a Monaco di Baviera. Poi è storia recente: nel 2005 la firma a Parigi della realizzazione della centrale a Cadarache e l’inizio, l’anno dopo, del progetto. «Ci sono – dice – molti italiani e molte commesse tecnologiche arrivano dall’Italia. Oggi in Italia bisognerebbe scommettere sul nucleare pulito».
A Garlasco, dove ha la famiglia e il figlio Davide, del gruppo Garlasco Civica, fa parte della commissione biblioteca, Merola torna, se possibile, ogni fine settimana. «Sono legato a città e famiglia – conclude –. È stato terribile quando, per il Covid, sono stato bloccato 3 mesi in Francia. Amo il mio lavoro, ma la famiglia è tutto».