Il trattore travolse la moto uccidendo un geologo, l’agricoltore patteggia nove mesi: familiari delusi, «pena troppo bassa»
AZZANO DECIMO. Con il trattore uscì dallo stop e travolse un motociclista ad Azzano Decimo, il 13 agosto dell’anno scorso. Francesco Comis, 82 anni, geologo in pensione, fratello dell’avvocato Sebastiano, morì quella sera all’ospedale di Pordenone a seguito dei gravissimi traumi riportati.
Martedì 13 dicembre, dinanzi al gup Monica Biasutti, l’agricoltore alla guida del trattore Diego Trevisan, 22 anni, residente a Chions, assistito dall’avvocato Luca Turrin, ha patteggiato per omicidio stradale 9 mesi di reclusione, con la condizionale e la sospensione della patente per un anno.
All’imputato sono state concesse le attenuanti generiche e del risarcimento del danno (l’assicurazione ha risarcito i fratelli) e lo sconto di pena per il rito. La pena base partiva da 16 mesi.
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Francesco Comis, residente a Fagnigola, stava percorrendo in sella a una moto Yamaha via Runtine. Il trattore era uscito da via Bosco Mantova. Dopo l’impatto la moto era andata in pezzi, il centauro era stato sbalzato di sella, mentre il trattore era finito contro una recinzione.
Il consulente del pm, l’ingegner Carlo Gava, ha concluso che se il conducente del trattore avesse dato la precedenza allo stop, l’incidente non si sarebbe mai verificato. Del tutto ininfluente, secondo Gava, la velocità della moto: l’ingegnere ha ipotizzato che fosse di poco superiore, entro i 10 chilometri, al limite di 50, ma l’incidente si sarebbe verificato comunque, anche se la moto avesse viaggiato a 50 all’ora.
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Dal sopralluogo sul posto è emerso che c’era il cartello verticale di stop, ma mancava invece la segnaletica orizzontale. «Il mio assistito – ha puntualizzato l’avvocato Turrin – non conosceva quella strada, non ci era mai stato prima. Andava piano, non c’era la segnaletica orizzontale, un caseggiato gli ha impedito la visuale a destra. Ha attraversato senza dare la precedenza. È mortificato e dispiaciuto». «Le persone offese – ha affermato l’avvocato Laura Sbrizzi, che tutela i familiari della vittima – rispettano la sentenza, seppur perplessi da un’entità della pena così bassa per un evento così grave».