Caso Qatar, Visentini: «Sono innocente, ricevute poche decine di migliaia di euro poi trasferite al sindacato»
«Non ho ricevuto un finanziamento elettorale da Fight Impunity, ma solo una donazione da poche migliaia di euro che è stata versata al sindacato». Lo ha detto all’Agi Luca Visentini, il segretario generale della Ituc nato a Udine con studi e prime attività a Trieste, arrestato e poi rilasciato «sotto condizioni» nell’ambito dell’indagine sul Qatar.
La donazione, ha spiegato Visentini, consisteva in «poche decine di migliaia di euro che erano state trasferite al sindacato per spese tracciabili». «Nessuna evidenza di corruzione - prosegue - viste le mie posizioni molto critiche sul Qatar che non sono mai cambiate nel tempo. Per queste ragioni sono stato rilasciato senza accuse formali».
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«Il sindacato internazionale riceve regolarmente donazioni per campagne e progetti da varie fondazioni e Ong - ha proseguito -. In questo caso, si trattava di un’organizzazione per la difesa dei diritti umani che collaborava col mondo sindacale, per cui questa donazione non risultava sospetta in alcun modo ed è stata accettata in assoluta buona fede. Tutto il contributo è stato utilizzato per spese trasparenti e dimostrabili. Ituc non è in alcun modo coinvolta nell’indagine».
Visentini, arrestato e scarcerato nell’ambito dell’inchiesta, si è dichiarato «pronto a rimanere lontano dalla posizione e dai doveri di segretario generale».
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Visentini, inoltre, in una nota sottolinea che la donazione «non è stata collegata ad alcun tentativo di corruzione, né di influenzare la mia posizione sindacale sul Qatar o su altre questioni, né di interferire con l'autonomia e l'indipendenza mia e dell'Ituc» e dunque respinge «apertamente ogni possibile accusa a questo proposito in quanto totalmente falsa».
Il sindacalista contesta «fermamente tutte le accuse mosse contro di me. Sono innocente e rimango a disposizione delle autorità investigative belghe, pronto a fornire qualsiasi ulteriore chiarimento o informazione qualora fosse richiesto da parte mia. Sono fermamente contrario alla corruzione e sostengo la lotta contro ogni forma di corruzione».
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Visentini sostiene di aver «partecipato come relatore a alcune conferenze organizzate da Fight Impunity sui diritti umani in generale, senza alcun legame con il Qatar o con altri aspetti coinvolti nell'indagine» e di aver «contribuito per iscritto al Rapporto annuale sui diritti umani del 2022, pubblicato da Fight Impunity» senza «alcun compenso».
Fight Impunity - ricorda - «era una Ong rispettata che agiva in difesa dei diritti umani, con diverse personalità di alto livello nel suo cda, come Denis Mukwege (Premio Nobel per la pace), Bernard Cazeneuve (ex primo ministro francese), Emma Bonino (senatrice italiana, ex commissario europeo).
Visentini sottolinea che «Ituc e Ces (Confederazione europea dei sindacati) non sono coinvolte in alcun modo nell'indagine in corso e la mia massima preoccupazione è quella di assicurarmi che l'indipendenza, la responsabilità e la reputazione di queste organizzazioni e dell'intero movimento sindacale siano debitamente tutelate«.
Il sindacalista ha annunciato che farà tutto ciò che è in suo potere »per proteggere la reputazione e l'indipendenza del movimento sindacale globale, «che è sempre stata la battaglia di tutta la mia vita». Per questi motivi, «ho deciso di farmi da parte dalla posizione e dalle funzioni di Segretario generale della Ituc fino alla riunione del Consiglio generale del 21 dicembre, quando la questione sarà valutata».
Fino a quando «questo processo non sarà concluso, sono pronto a rimanere lontano dalla posizione» di segretario generale e allo stesso tempo «sono a disposizione di Ituc per fornire qualsiasi ulteriore chiarimento necessario».