Rivarolo, si apre il processo per la tragedia del “Bogo”
foto da Quotidiani locali
RIVAROLO CANAVESE
Si è aperto, lunedì mattina, 19 dicembre 2022, in un’aula del tribunale di Ivrea, il processo per l’incidente mortale accaduto a Rivarolo Canavese cinque anni fa, nel quale persero la vita Raffaele Mazzamati, 35 anni di Feletto, e Debora Biscuola, 18 anni di Castellamonte.
Imputati due responsabili della Città metropolitana di Torino, Matteo Tizzani, 50 anni, difeso dall’avvocato Stefano Tizzani, e Flavio Giai Miniet, 63 anni, difeso dall’avvocato Luigi Chiappero. Sono accusati del reato di omicidio colposo.
Nel corso dell’udienza il giudice Marianna Tiseo ha constatato la propria incompatibilità in quanto presente nella fase preliminare del processo.
Pertanto il fascicolo è stato trasferito per competenza al giudice Antonella Pelliccia e aggiornato all’udienza del 27 febbraio prossimo.
I fatti oggetto del procedimento penale di primo grado risalgono al 29 ottobre 2017 quando sulla strada provinciale 222 poco dopo il ponte sul torrente Orco tra Rivarolo Canavese e Ozegna, l’auto con a bordo le due vittime era finita fuori strada in un punto particolarmente pericoloso chiamato curva del Bogo già teatro in passato di molti incidenti stradali, alcuni dei quali anche mortali.
Oltre a Mazzamati e Biscuola, a bordo della Fiat Punto, c’era un terzo occupante, un ragazzo di 23 anni di Ozegna, l’unico ad essere sopravvissuto al terribile schianto, riportando gravissime ferite.
L’incidente era avvenuto intorno alle 15, la curva - come indiziato anche nelle carte processuali - è sempre stata teatro di terribili incidenti spesso con esiti fatali. Quel pomeriggio l’auto dei tre per cause che verranno chiarite nel corso del procedimento finì oltre il bordo della strada precipitando in un canalone.
Le due vittime morirono sul colpo. Mazzamati era molto conosciuto, in Alto Canavese.
Abile artigiano e falegname, membro della nazionale azzurra di calciobalilla, mentre Debora era studentessa all’ultimo anno dell’istituto Ubertini di Caluso.
I tre si stavano recando ad un concerto, dove non sono mai arrivati. Agli imputati, la Procura di Ivrea, contesta una condotta di negligenza nella loro veste uno di responsabile del settore viabilità e l’altro della manutenzione di quella provinciale non avrebbero predisposto adeguate misure di sicurezza, come, per esempio, una protezione laterale.
La strada in prossimità della curva “maledetta” è particolarmente insidiosa ed oltre il ciglio vi sono alte scarpate. Nei mesi successivi, a seguito anche delle sollecitazioni del sindaco di Ozegna Sergio Bartoli e di Rivarolo Canavese, Alberto Rostagno, entrambi scossi per la tragedia, la Città metropolitana era intervenuta installando dei manufatti in cemento per poi realizzare dopo alcuni anni il guardrail.