Marco Marchi, il frontaliere miglior bluesman di Svizzera
STRADELLA
Il cantante e chitarrista stradellino Marco Marchi è il miglior musicista blues della Svizzera. L’artista oltrepadano, che vive a Lugano da 17 anni, ha ritirato al Bluesfestival di Basilea lo “Swiss Blues Award”, massimo riconoscimento in ambito blues per un musicista. «Sinceramente non pensavo di vincere, ero già molto contento di avere ottenuto la nomination – afferma Marchi, 64 anni, figlio di Silvio, partigiano e storico presidente dell’Anpi di Stradella -. Dedico questo premio a mia moglie, che mi ha dato il supporto economico necessario all’inizio della mia carriera e mi è stata vicino durante la malattia, e ai musicisti che hanno suonato con me».
Si definisce un «frontaliere musicale» perché è dal 2005 che vive nella Svizzera italiana, pur mantenendo la residenza a Stradella, dove torna spesso a rivedere gli amici: «La prima volta che ho preso in mano una chitarra è stato a sette anni con le canzoni dei Beatles e dei Rolling Stones – racconta –. Crescendo sono diventato fan di Jimmy Hendrix, dei Deep Purple, ho scoperto Santana e il mondo di Woodstock.
All’inizio degli anni Ottanta ho abitato in Inghilterra, sono tornato in Italia senza soldi e ho iniziato a suonare per le orchestre di liscio nel Piacentino, che pagavano molto bene, poi sono passato alle discoteche e ai discobar. Infine, mi sono concentrato sul blues iniziando con i Mandolin’ Brothers di Voghera».
La consacrazione come bluesman arriva con il trasferimento in Ticino e le prime collaborazioni con il musicista vogherese Giorgio Poggi: Marchi approfondisce il blues della prima metà del XX secolo, in particolare degli anni ’20. Nel 2009, fonda il suo attuale gruppo “Marco Marchi & The Mojo Workers” con cui raggiunge il successo internazionale: «Ho iniziato a scavare nei repertori del primo blues per capire a livello culturale cosa stessimo suonando. Per me il blues è la massima espressione della sofferenza umana – aggiunge -. Nel 2012 abbiamo vinto lo Swiss Blues Challenge, che ci ha proiettati a Memphis e poi in un tour europeo, partito da Berlino».
In tournèe nel 2023
Fino ad arrivare al premio di Basilea, che viene assegnato ad artisti, istituzioni o sponsor che negli anni si sono particolarmente distinti sulla scena blues elvetica: «Avevo già ottenuto la nomination nel 2020, poi si è fermato tutto per il Covid, e nel 2021 lo aveva vinto una mia bravissima collega – racconta ancora Marchi -. Quest’anno è toccato a me, sono molto felice, anche delle tante dimostrazioni di affetto degli altri musicisti». Marchi e la sua band stanno preparando la nuova tournée per il 2023, ma l’artista oltrepadano sta lavorando anche ad un progetto cantautorale, che si chiamerà “Pensionato metafisico”, con alcuni brani che raccontano “spaccati” della sua Stradella: «Sono storie e personaggi che oggi non ci sono più – conclude -. Tra questi il “compagno Paoletto”, militante comunista convinto dei suoi ideali, grande lavoratore e amante della Bonarda, un antesignano del compromesso storico perché, come racconto nella canzone, lo ricordo in moto a sventolare insieme la bandiera rossa del Pci e quella della Juventus». —
Oliviero Maggi