Trezzi: «Prima il miracolo salvezza poi riparleremo di questa fusione»
foto da Quotidiani locali
Una salvezza che rappresenterebbe un miracolo sportivo. E il futuro da discutere, perché a fine stagione si concluderà il contratto biennale di unione sottoscritto nella primavera 2021 da Limana e Cavarzano grazie al quale era stato dato vita all’Unione Limana Cavarzano.
Ulisse Trezzi, da presidente sia dell’Unione – che raggruppa prima squadra in Eccellenza e Juniores regionale – e sia della società gialloblù che si occupa del settore giovanile e della compagine di Terza, fa il punto della situazione. Parlando sia di campo e sia delle prospettive dell’estate, quando i due club dovranno sedersi ad un tavolo per decidere se e come andare avanti con il matrimonio. Non è una stretta di mano scontata, va detto. Però i prossimi mesi saranno quelli davvero importanti e decisivi. In ogni caso c’è la voglia di mantenere stretta la categoria conquistata meno di un anno fa e che si sta rivelando un torneo complicatissimo.
Presidente: un buon avvio, poi parecchio fatica sino agli ultimi due pareggi rocamboleschi contro Calvi Noale e Liapiave. Quanto è dura questa Eccellenza?
«Molto, è un torneo di livello davvero alto. Le formazioni più attrezzate di noi sono numerose. Io comunque fin da ora ringrazio i ragazzi per quanto stanno facendo. Molti sono nuovi in categoria, eppure cercano con notevole impegno di superare i numerosi handicap a cui siamo andati incontro. Uno su tutti, i troppi infortuni difensivi che hanno impedito a mister Parteli di poter consolidare il reparto. Non è un caso se siamo passati dal non subire gol neanche per sbaglio in Promozione ad essere tra le difese più battute nel girone. Ma il gioco non manca, ragion per cui restiamo fiduciosi di realizzare un miracolo sportivo: siamo pur sempre due piccole realtà mai state a questi livelli».
Scusi, sappiamo del vostro budget assai risicato. Ma un extra non era proprio possibile nella sessione invernale di mercato?
«Non è tutto automatico, anzi. Puoi anche pensare di dare un po’ di soldi ad un giocatore di livello, però a quel punto ecco il rischio di turbare gli equilibri della squadra. Insomma, occorre anche il rispetto di chi sino ad ora si è dannato l’anima tra allenamenti e partite».
C’è chi ha visto la mossa Ivo Bez come quella di chi è alla canna del gas, vista l’età del giocatore (42 anni).
«Come al solito la gente parla senza conoscere le situazioni. Per carità, ci sta, però bisognerebbe essere costruttivi e non solo distruggere sempre chi prova a fare qualcosa. L’arrivo di Ivo rientra in una logica ben precisa: si è messo subito a disposizione di mister Parteli, il quale necessitava di un attaccante in grado in alcuni momenti della gara di far alzare la squadra, tenere palla e così via, oltre all’aggiunta di esperienza. In più si è svincolato con soldi suoi, ha accettato un rimborso alla metà di quanto prendeva al Longarone Alpina ed ha rifiutato proposte ben più vantaggiose dal punto di vista economico».
Dispiaciuto della scelta di Galli di andare al Castelfidardo, in Eccellenza marchigiana?
«Con lui i patti estivi erano chiari: se avesse avuto opportunità nella sessione invernale di mercato, non lo avremmo trattenuto a forza. Dopo di che, non spetta a noi giudicare se andare in club in lotta per la salvezza nella stessa nostra categoria sia davvero un’opportunità di crescita…».
Tolto Pradebon, è una squadra completamente bellunese la vostra. Aveste potuto pescare quei calciatori provinciali andati altrove, forse sarebbe stato un po’ più semplice salvarsi.
«Con alcuni abbiamo anche parlato, ma era una sfida impari in partenza. Chi è uscito dalla Dolomiti è andato in realtà dove gli è stato proposto il triplo. Li capisco eh, perché vengono da anni di serie D e pongono determinate condizioni. In fondo non dispiace mai a nessuno affiancare al lavoro un’interessante entrata economica. Però sì, nessuno si muove per nulla, mettiamola così. Ecco perché do grande merito a chi è qui con noi, adesso. O allo stesso Pradebon, il quale ha rifiutato una proposta economicamente assai più vantaggiosa da Conegliano».
Il futuro del Limana Cavarzano inteso come unione qual è?
«Ora salviamoci. Dopo di che il contratto di unione scade a fine stagione e dovremo sederci attorno ad un tavolo e fare le valutazioni del caso. La matricola della squadra è del vecchio Cavarzano».
Fondersi anche con il settore giovanile è impossibile?
«Direi di sì. Perché è giusto mantenere entrambi i vivai, dando la possibilità anche a quanti non sono pronti per il regionale di continuare a giocare. La parte di società legata al Limana tiene molto alle proprie formazioni e di conseguenza ritengo entrambe le identità debbano rimanere distinte».