Trieste, l’opposizione stronca il Dipiazza-pensiero per il 2023, la maggioranza fa quadrato
TRIESTE Il primo brindisi, come da buone maniere, è spettato al padrone di casa. E così, il sindaco Roberto Dipiazza, seduto a un allegorico capotavola, ha tirato le somme dell’anno che è stato e ha fatto i suoi auguri per quello che verrà: Porto vecchio, cabinovia, tram e galleria. C’è chi, seduto alla destra dell’ospite d’onore, a quel brindisi metaforico s’è unito con gaudio, quasi a voler far tintinnare dei simbolici bicchieri, e così invitare a tavola la buona sorte.
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L’auspicio della maggioranza, in particolare, è quello di un anno che sappia mettere un punto al passato e far spazio al futuro: «Fuori il vecchio e dentro il nuovo». L’anno a venire, il leghista Stefano Bernobich n’è certo, vedrà «il tocco finale» sui grandi progetti di cui tanto s’è discusso: dalla galleria di Montebello al tram d’Opicina, per non parlare delle Rive, «pronte a cambiare look». Senza dimenticare la periferia, la parte più lontana da Palazzo, «perché anche quella va mantenuta e curata». Ma il vero protagonista della festa sarà Porto vecchio che, a sentire il forzista Alberto Polacco, è proprio l’ospite più atteso: sarà «fonte di sviluppo» e renderà la città «davvero bella». E, a quel punto, tutti vorranno venire alla sua corte: «Si punti sul turismo per far grande l’economia della città» è il suo proclama. Il dress-code, dunque, è il turismo. Anche perché non passa mai di moda: «È l’unica industria che non potrà mai essere delocalizzata», fa presente Polacco. E turismo sia: «Un investimento così non s’era mai visto», annota il capogruppo di Fratelli d’Italia Marcelo Medau, tessendo le lodi dell’atteso borgo verde. E sfida la provvidenza: «Questo 2023 sarà proprio magico per Trieste, ancora più bello». Va detto: per la maggioranza l’anno che s’è appena concluso pare esser stato un party di leopardiana memoria, preludio a un 2023 ancor più scintillante.
A Palazzo Cheba, però, la musica non è suonata allo stesso modo per tutti. C’è chi, come il capogruppo di At Riccardo Laterza, nei progetti discussi e in quelli a venire, coglie piuttosto «una lunga sequela di scuse». Sembra quasi, dice, che il sindaco «viva in una realtà parallela, distante dalla quotidianità dei triestini». Altrimenti, rincara la dose, non si spiegherebbe il perché si «ostini a ignorare che in città ci sia un problema di qualità del lavoro e del salario, anche in raffronto all’inflazione galoppante». E questo, al dem Giovanni Barbo, «preoccupa, ma non sorprende» perché, spiega, «Dipiazza è totalmente assente sulle fondamentali partite che riguardano il futuro del territorio». Stride quasi, alla vigilia di Capodanno: ma «una visione per i giovani, che sono il domani, non c’è», puntualizza la pentastellata Alessandra Ricchetti. Anche perché, precisa, «se non hanno stimoli e incentivi, poi vanno via». Peraltro, appunta, i dati demografici «non sono molto belli». E, si sa, brindare coi calici mezzi vuoti non porta mai bene. «Tant’è che, nell’ultimo Consiglio, io questo l’ho fatto presente. Il sindaco, però, s’è arrabbiato»