De Cian non pensa alla sua presidenza: «L’importante è che la Dolomiti vinca»
foto da Quotidiani locali
Nell’estate 2023 scadrà il suo mandato biennale da presidente della Dolomiti Bellunesi, così come da accordi stabiliti quando era stata ratificata la fusione un anno e mezzo fa.
Ma a tale scadenza non pensa proprio Paolo De Cian, concentrato al pari degli altri dirigenti sulla crescita complessiva del club. Prima squadra ma non solo, perché in ballo c’è pure il settore giovanile, il femminile e tutto quello che riguarda le strutture, senza dimenticare rapporti con sponsor, istituzioni e quant’altro.
Poi senza dubbio il focus principale va sulla squadra di serie D, il cui girone d’andata si è chiuso a quota 22 punti in decima posizione. I playoff sono a tre lunghezze, così come i playout. Un limbo da cui andarsene in fretta, magari dandosi ambizioni più elevate. Indicativo in tal senso sarà il mese di gennaio con quattro impegni molto diversi tra loro.
Domenica 8 trasferta a Villafranca Veronese in casa dell’attuale terz’ultima in graduatoria con 17 punti, poi il 15 arriverà l’Adriese capolista allenata da Roberto Vecchiato.
In seguito altro viaggio non breve, stavolta a Torviscosa anch’esso a quota 17 punti. A fine mese, o sabato 28 o domenica 29, ecco la Virtus Bolzano seconda. 12 lunghezze in palio, in grado di spostare la bilancia delle ambizioni. Intanto se ne sono andati quattro mesi complessi, caratterizzati anche da un cambio di allenatore con l’arrivo di Diego Zanin al posto di Lucio Brando, esonerato dopo la quarta giornata quando lo score diceva un’affermazione e tre ko.
Presidente, sino ad ora ne sono successe parecchie.
«Senza dubbio, soprattutto in un avvio di campionato parecchio travagliato e molto sfortunato. Poi c’è stato il cambio di marcia e la media punti dall’avvento del nuovo tecnico è di certo migliorata: rapportata su tutte le 17 partite, ora saresti in un’altra situazione di classifica. Ad ogni modo ci siamo riallineati, ma adesso bisogna ripartire con la medesima intensità mostrata nelle scorse settimane».
Avete chiuso con un pareggio 0-0 a Montebelluna che ha diviso l’opinione: c’era chi lo considerava un buon risultato e chi pretendeva di più, come il direttore generale Luca Piazzi.
«Forse quel giorno è mancata un po’ di intensità in effetti. Però delle occasioni da rete ci sono state e siamo ancora in una fase in cui è fondamentale non prendere gol. In ogni caso, sono contento della nostra situazione se paragonata alla partenza, ma adesso vediamo il girone di ritorno».
Cambiare allenatore non piace mai ad un club.
«Avremmo volentieri evitato. Mettiamola così: entrambi sembra ne abbiamo tratto beneficio, in termini di risultati. Mi fa a proposito piacere che il Prato stia andando bene».
Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, sembra mister Zanin e il dg Piazzi vedano il calcio in modo diverso.
«Le opinioni non identiche fanno parte del calcio. Noi stessi in società non vediamo le cose allo stesso modo. Fa parte del confronto e della crescita scambiarsi le proprie idee. Allenatore e direttore hanno lo stesso fine, ossia i risultati positivi. E a noi rimane la soddisfazione di contare sulla presenza di due professionisti».
Altro tema a volte delicato la “bellunesità”. Si continua a domandarla, anche se in serie D i calciatori locali in ogni club sono una rarità.
«Esatto. E poi occorre avere pazienza, perché i cicli finiscono. È stato così al Belluno, che per alcune stagioni contava sul gruppo storico, poi pian piano uno di loro ha smesso, uno è andato via, uno ha puntato sul lavoro… A me non sembra poco avere ad esempio sempre almeno due o tre giocatori provinciali in campo titolari, più altri pronti a subentrare. Noi stiamo lavorando affinché il numero aumenti sempre più, ma al tempo stesso essere bellunese non significa un posto sicuro in campo garantito da chissà quale diritto. Senza contare poi appunto come ogni anno ognuno faccia delle scelte professionali e di vita diverse. Intanto lavoriamo sul settore giovanile, grazie a due professionisti come Yari De Rossi ed Ivan Da Riz che stanno svolgendo un lavoro notevole. E ci occupiamo anche di tutte le altre tematiche: il settore femminile, le nuove strutture e così via».
Il dibattito era cominciato con la partenza di De Paoli al Montebelluna.
«È andato in prestito sei mesi, in estate sarà di nuovo dei nostri. Gli serve il tempo di crescere e maturare, in modo da portare in campo quei colpi notevoli che io ammiravo in allenamento».
Presidente, a giugno termina il suo mandato biennale.
«Non pensiamoci adesso. In quel momento subentrerà una nuova figura, ma ora conta solo che la Dolomiti Bellunesi ottenga più punti possibili. E cresca».