Deve assistere il figlio malato: i colleghi gli donano le ferie

Firmato l’accordo alla cartiera Ermolli di Moggio. Albanesi (Cisl): altre fabbriche seguiranno l’esempio

Una famiglia che si trova in difficoltà all’improvviso, per la malattia grave, ma per fortuna reversibile, del proprio figlioletto.

E la gara di solidarietà all’interno dell’azienda dove lavora il padre, la cartiera Ermolli di Moggio. Rappresentanze sindacali e dirigenti dell’azienda firmano infatti l’accordo che consente ai colleghi dell’uomo di donargli parte del loro monte ferie o permessi per consentirgli di assistere il bambino, durante le fasi più acute della patologia.

Tanti operai e impiegati della storica cartiera rispondono all’appello e cedono qualche ora o qualche giorno di ciò che, per contratto, spetta a loro.

Così il padre può stare vicino al piccolo, che ha seguito un periodo di cure nella pediatria dell’ospedale di Udine, ma che adesso è tornato a casa e sta meglio, in attesa di nuovi esami e controlli.

La storia

Tutto, banalmente, è nato da una semplice influenza, un raffreddore più forte del solito. Ma il piccolo protagonista di questa storia si ritrova, a febbraio, poco dopo aver festeggiato il compleanno, con dolori alle gambe, non riesce più a camminare e fa fatica a parlare.

È un giovedì dei primi di febbraio e i genitori lo portano in Pronto soccorso. Dopo un pomeriggio passato in pediatria a Tolmezzo i medici decidono il trasferimento a Udine. Viene sottoposto a tutti gli esami per capire cosa può essere successo.

La diagnosi è una sindrome rara, ma che per fortuna, in particolare in pazienti giovani o giovanissimi, è guaribile. Grande è la preoccupazione che tiene tutti con il fiato sospeso. La degenza inizia a prolungarsi e i genitori si alternano in ospedale, a casa c’è anche la sorella maggiore che ha bisogno di mamma e papà e c’è anche il posto di lavoro da salvaguardare.

Così con l’aiuto di Massimo Albanesi, segretario generale Fistel Cisl, le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) e la proprietà delle cartiere Ermolli di Moggio Udinese rappresentata dal dottor Pietro Gaspardo, viene siglato in tempi brevissimi l’accordo per la cessione delle ferie solidali.

A beneficiare per primo di questo accordo è il dipendente che ha la possibilità di restare accanto al figlio grazie alla solidarietà di operaie e operai, di impiegate e impiegati, di funzionarie e funzionari dell’impresa, che non si sono tirati indietro e hanno dimostrato una generosità fuori dal comune.

Il grazie della famiglia

I genitori del bambino hanno reso nota la disavventura che li ha colpiti, anche attraverso l’attività sui social della sorella del papà, che anche se vive in Toscana è ancora legatissima ai luoghi d’origine e ovviamente al nipotino.

«Nei momenti facili tutti dicono di esserci vicini, ma è nei momenti difficili che capiamo chi tiene veramente a noi – dicono papà e mamma adesso che il peggio, per loro figlio, sembra alle spalle –. Vogliamo esprimere il nostro più sentito “GRAZIE” (lo hanno scritto in maiuscolo loro stessi) per avermi consentito, per le ferie solidali che voi mi avete donato, di rimanere accanto a mio figlio in un momento molto difficile della sua vita e della nostra famiglia.

Un gesto apparentemente semplice, che tuttavia dimostra generosità e sensibilità. Grazie di cuore a tutti voi».

Gli accordi aziendali

«Abbiamo risolto una situazione di necessità – commenta il segretario Fistel Cisl Albanesi – con un’intesa aziendale che abbiamo già replicato anche in altre realtà industriali, sia in Carnia, sia nel resto della regione.

Nel caso specifico non si poteva davvero fare altro. Il dipendente in questione aveva a disposizione ancora un residuo di permessi maternità facoltativi, che spettano anche al padre, istituto che però è pagato al 30% dello stipendio pieno, mentre non c’era la possibilità, per motivi burocratici, di accedere alla legge 104 o alla legge 151, che garantiscono uno stipendio pieno, anche nei momenti in cui il lavoratore deve assentarsi per assistere un congiunto malato.

Si tenga presente che alla Ermolli, come in altre realtà del settore cartario, nei mesi scorsi, nel picco della crisi energetica, si era fatto ricorso più volte alla cassa integrazione o al residuo ferie dei dipendenti.

Secondo l’accordo che abbiamo firmato, la donazione delle ferie da parte dei colleghi di lavoro è libera, nei limiti della legge. Si possono donare infatti solo le ferie che eccedono le 4 settimane, e si possono cedere anche permessi, ex festività soppresse, riduzioni di orario e altro.

Ma alla Ermolli i dipendenti a libro paga sono 170, quindi il monte ore regalato è stato sufficiente»