Il silenzio sull’ovovia, la chiusura della Ferriera e il raddoppio di Krsko
foto da Quotidiani locali
GORIZIA La scintilla si accende sulla sanità, esattamente a metà del confronto. Sono le 18.45 quando il governatore uscente e candidato per il centrodestra, Massimiliano Fedriga, si trova a dover rispondere alla domanda delle domande, quella sul tema più complesso e delicato di tutti: la salute dei cittadini del Friuli Venezia Giulia. Ed è lì, in quel momento che Fedriga deve difendere le scelte assunte dall’amministrazione regionale in questi cinque anni difficili, contrassegnati dalla pandemia, con gli sfidanti (Massimo Moretuzzo, in particolare) che affondano il coltello più profondamente, e qualche urlo polemico che arriva da un paio di contestatori presenti in platea.
[[ge:gnn:ilpiccolo:12688965]]
Uno, in particolare, cui il governatore risponde irritato invitandolo a una maggiore educazione. A rimettere ordine anche l’intervento dei moderatori dell’incontro, la direttrice del Piccolo Roberta Giani e il direttore del Messaggero Veneto Paolo Mosanghini, i due quotidiani del Fvg che hanno unito le forze per organizzare, alle 18, al Teatro Verdi di Gorizia, il primo confronto pubblico con tutti e quattro i candidati alla presidenza della Regione.
[[ge:gnn:ilpiccolo:12688812]]
Insomma, il candidato del centrosinistra Massimo Moretuzzo spara a zero sulla sanità pubblica, «che in regione è andata in apnea», mettendo in fila le «1.300 dimissioni di sanitari fuggiti dalle strutture pubbliche a quelle private», la mancanza di investimenti e di sostegno, tra gli applausi e i “bravo!” dei sostenitori presenti in sala. A Fedriga tocca l’intervento per secondo e sfodera le ricette messe in campo in questi anni, dai soldi investiti sulla tecnologia agli «aumenti delle risorse stanziate», ribadendo con forza che «i problemi citati da Moretuzzo sono nazionali e non regionali» e che quindi sulla salute «bisogna trovare risposte e non slogan», sollevando l’entusiasmo della platea e applausi scroscianti.
[[ge:gnn:ilpiccolo:12688931]]
Poi è la volta di Alessandro Maran, candidato per il Terzo polo, che raccoglie consensi quando sottolinea l’importanza di avere manager sanitari «bravi e non amici degli amici», e di Giorgia Tripoli, in corsa con “Insieme liberi”, che sentenzia che «i soldi ci sono ma vanno usati nel modo giusto». Sull’argomento caldo della serata isontina piovono anche i “jolly”, che qui si giocano tre candidati su quattro: l’unico a non usarli, né sul tema salute né sugli altri, è Moretuzzo, non sfruttando così l’opportunità data ai protagonisti del confronto di prenotarsi e prendersi un minuto in più per replicare a uno o più avversari.
[[ge:gnn:ilpiccolo:12688936]]
Istantanee da Gorizia, città scelta da Piccolo e Messaggero Veneto, come spiegano dal palco all’inizio dell’affollato evento Giani e Mosanghini, come «campo neutro» tra la triestinità e la friulanità incarnata dai due giornali e dai rispettivi direttori, ma anche perché, si sa, sul capoluogo isontino devono e dovranno confluire forze, energie e investimenti in vista di quel maxi evento internazionale che sarà Go!2025. Da qui la scelta, appunto, di promuovere il primo confronto tra i quattro candidati alla presidenza della Regione in vista del voto del 2 e 3 aprile.
[[ge:gnn:ilpiccolo:12688938]]
La sanità, come detto, è certamente il tema che scalda di più gli animi, ma l’ora e mezza di dibattito scivola tra molteplici temi, dall’economia alle infrastrutture, dalla scuola al welfare, dall’ambiente agli enti locali, dalle migrazioni ai giovani: sono otto le domande su altrettanti macrotemi, cui i candidati rispondono avendo a disposizione un minuto e mezzo al massimo ciascuno per ogni argomentazione. A segnare il tempo, un cronometro digitale che, alla fine di ogni minuto e mezzo chiude gli interventi con un “gong”, che in realtà è più che altro un “bip”, e che tutti gli sfidanti schierati sul palco, dalle loro poltroncine nere, rispettano rigorosamente.
[[ge:gnn:ilpiccolo:12688943]]
Lo schema, sui vari argomenti, è più o meno sempre lo stesso: il governatore uscente che difende le scelte fatte in questi anni dalla Regione, e gli altri tre che le contestano, ognuno con la propria ricetta. Gli animi si accendo non solo sulla sanità, ma anche sull’immigrazione e la mobilità, e sulle risorse stanziate per il sostegno alle famiglie.
La finestra riservata alle domande è aperta e chiusa da due momenti da “tema libero”: all’inizio i candidati hanno un minuto e mezzo ciascuno per presentarsi e, al termine, 60 secondi per l’appello finale. In entrambi i casi l’ordine è determinato da un sorteggio fatto nel backstage prima dell’evento. Moretuzzo si presenta per primo, racconta di essere nato nel ’76, anno del terremoto, il suo lavoro, le esperienze all’estero, quella da sindaco e in Consiglio regionale.
[[ge:gnn:ilpiccolo:12687956]]
Fedriga fa una carrellata della sua storia politica dagli inizi in Parlamento fino ad oggi. Maran parla poco di sé e va dritto all’argomento che gli preme di più, giovani, innovazione e lotta al declino (vincendo tra l’altro il premio per il maggior numero di citazioni fatte, da Tony Blair ai proverbi russi). Tripoli si racconta come mamma e avvocato, dicendosi impegnata da anni «nelle lotte per i diritti», senza mai citare il tema dell’obbligatorietà dei vaccini, ma sostenendo che «mai ciò che è successo in questi anni può accadere di nuovo», con un chiaro riferimento alle politiche dei Governi Conte e Draghi in tema di pandemia. L’appello finale di tutti è un invito ad andare a votare e a convincere i dubbiosi e i delusi.
Bordate pure sui temi green, con Moretuzzo che stuzzica Fedriga sull’ovovia: «il governatore non si è mai espresso su quest’opera inutile e dannosa, vorrei lo facesse qui», ma il presidente non lo fa, lanciando a sua volta una frecciata all’avversario: «il mio governo regionale è quello che ha chiuso l’area a caldo della Ferriera e tolto di carbone da Monfalcone». Tripoli punta il dito contro gli inceneritori; Maran invita a riflettere su «un accordo con la Slovenia per il raddoppio di Krsko».