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Chi governerà la città? 

Chi governerà la città? 

I candidati sindaco Fontanini, De Toni, Salmè e Marchiol si sono confrontati su otto temi: dall’aumento delle piste ciclabili alle grandi mostre ai maggiori aiuti alle categorie deboli

Quattro idee diverse di città e quattro futuri possibili. A scegliere quello che diventerà realtà saranno gli udinesi i prossimi 2 e 3 aprile.

In attesa del voto, il dibattito di al Palamostre è stato seguito in sala da quasi 400 persone e in streaming da oltre 3 mila e 500. I quattro candidati, Pietro Fontanini (sostenuto da Identità civica, Lega, Fontanini sindaco, Unione di centro, Fratelli d’Italia e Forza Italia), Alberto Felice De Toni (Alleanza Verdi e Sinistra, Azione Italia Viva Renew Europe, De Toni sindaco e Pd), Stefano Salmè (Liberi elettori - Io amo Udine) e Ivano Marchiol (Udine città futura, Movimento 5 stelle e Spazio Udine) - seguendo l’ordine d’estrazione che troverete anche sulla scheda elettorale - si sono confrontati su cultura e turismo, scuola università e sport, mobilità e piste ciclabili, famiglia sanità e welfare, sicurezza, ambiente e rifiuti, opere pubbliche e periferie e futuro rispondendo alle domande del direttore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini e del caposervizio del settore Cronaca, Renato D’Argenio.

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L’appello al voto

Per capire meglio i diversi modi di leggere la città partiamo dal minuto conclusivo che i candidati hanno avuto a disposizione per rivolgersi direttamente agli elettori: 60 secondi per cercare di convincere che la loro proposta è la migliore.

De Toni

Nato nel 1955 a Curtarolo in provincia di Padova con mamma e papà sarti con la quinta elementare, l’ingegnere Alberto Felice De Toni, che di sé ha raccontato il percorso accademico che l’ha portato a guidare l’università di Udine e poi la rete dei rettori italiani, di avere due figli adottivi che oggi hanno 30 e 27 anni e di essere stato un appassionato scout, oltre che scacchista e giocatore di basket, è stato il primo a prendere la parola: «Udine - ha detto - deve riprendere il suo ruolo di capitale intesa come caput, testa pensante del Friuli, sottraendosi alla «marginalità in cui si trova attualmente nel contesto regionale rispetto all’asse ormai consolidato tra Trieste-Pordenone. Udine ha bisogno del Friuli e viceversa. In città ho percepito il clima giusto, c’è entusiasmo e voglia di cambiare».

Ivano Marchiol

Ivano Marchiol, udinese di 40 anni ha ricordato la laurea in Scienze internazionali e diplomatiche e il momento in cui ha riscoperto la passione per la politica quando, dopo la decisione di sperimentare la riapertura al traffico dell’attuale amministrazione in via Mercatovecchio, ha dato vita al comitato Autostoppisti che poi è diventato Spazio Udine.

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«Dopo l’incidente che mi ha costretto sulla sedia a rotelle ho capito l’importanza dello spazio urbano che, a seconda di come viene organizzato può togliere o tutelare i diritti di ognuno. Per questo motivo abbiamo poi messo a punto 65 proposte puntuali elaborate sempre ascoltando i cittadini con l’obiettivo di restituire i diritti a tutti. Voglio riportare al centro la qualità della vita, tanti mi dicono che sono un sognatore e alcuni non vanno a votare, ma insieme quel sogno può diventare realtà».

Pietro Fontanini

Il sindaco Pietro Fontanini si è presentato raccontando gli studi allo Zanon, la laurea in Sociologia a Trento e l’insegnamento allo Stringher prima di intraprendere una lunga carriera politica che lo ha portato a fare il deputato e il senatore a Roma per tre legislature, il sindaco a Campoformido, a guidare la provincia per dieci anni e poi, dal 2018, il capoluogo friulano.

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«Vorrei continuare a farlo - ha esordito - per non interrompere il cambiamento che abbiamo introdotto dopo 20 anni di amministrazione della sinistra. Oggi il centro ha una nuova vitalità, siamo riusciti a portare avanti milioni di investimenti, basti pensare che solo per il 2023 ce ne sono 63 di opere già finanziate, senza chiedere un centesimo ai cittadini visto che non abbiamo aumentato le tasse e dimezzando il debito. Alle parole abbiamo preferito i fatti concreti, gli esempi sono tanti come via Mercatovecchio che siamo riusciti a pedonalizzare senza la presenza del bus e l’ex Dormisch che, dopo anni di abbandono, diventerà la nuova sede del Mits con spazi per gli studenti».

Stefano Salmè

Stefano Salmè, udinese laureato in Storia, è giornalista pubblicista, ha fondato e dirige il giornale di Udine ed è già stato consigliere comunale nel 1995 e presidente del quartiere di Udine Est.

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Nel suo appello ha puntato tutto sul fatto di essere sostenuto unicamente da una lista civica: «Se guardiamo a quanto fatto dall’amministrazione Honsell e poi da Fontanini direi che non è cambiato molto: i politici promettono tanto ma poi realizzano poco, io invece ai cittadini che ho incontrato in quest’ultimo periodo non ho fatto promesse se non quella che sarà sempre disponibile ad ascoltare tutti. Noi diciamo no al teatrino della politica e siamo pronti a cambiare realmente le cose».

Cultura e turismo

Per Fontanini la via delle grandi mostre inaugurata lo scorso anno con La forma dell’infinito che ha portato in città 55 mila visitatori deve proseguire. «Con la mostra Insieme che si può ammirare adesso in Casa Cavazzini speriamo di arrivare a 75 mila visitatori - ha spiegato - il che significa avere ricadute importanti anche sui ristoratori e sul commercio. Abbiamo investito molto sul Tiepolo, è stata restaurata la sala nella pinacoteca del castello e facciamo parte della rete europea città del Tiepolo. Un altro aspetto su cui stiamo lavorando è il cicloturismo, l’Alpe Adria funziona a nel parcheggio realizzato per i mondiali del 1990 vicino al Cormor faremo un’area di sosta attrezzata».

Per De Toni invece «una rondine non fa primavera» e allora «è necessario investire come fatto a Torino sulle start up culturali e sulla rete museale oltre a sostenere con forza le associazioni e le tante realtà del territorio per avviare un percorso che porti alla candidatura di Udine come città della cultura». Salmè ha evidenziato il calo del 4,8% registrato da Udine come presenze turistiche nel 2022 e rimarcato l’importanza del tumulo dove sorge il castello che «andrebbe preservato rinunciando alla realizzazione di un secondo ascensore».

Marchiol, sottolineata l’importanza della cultura come motore per la socialità e l’economia, ha spiegato di voler intervenire su due livelli: «Valorizzando le eccellenze del territorio come il Far East, Vicino lontano e il palio studentesco solo per citarne alcune, e promuovendo una cultura diffusa e partecipata nei quartieri».

Scuola, università e sport

A Udine abbiamo delle eccellenze sul fronte dell’istruzione, dalle scuole dell’infanzia all’università, ma è importante garantire servizi avanzati - ha osservato De Toni -. Lo sport è una importante risorsa educativa ma oggi tante realtà hanno problemi di bilancio e devono essere sostenute. Sul fronte delle strutture ben venga il Carnera ma lo stadio 2.0 non è mai decollato e bisognerà intervenire».

Salmè, dove aver rimarcato come «durante la pandemia sia scomparso il pensiero critico dalle scuole e dall’informazione», ha assicurato il suo pieno sostegno «alle scuole parentali che sono oasi di libertà e il sindaco deve aiutarle come farei anche con le scuole paritarie».

Marchiol è intenzionato a rendere Udine «la capitale dello sport giovanile e inclusivo con progetti mirati come quello per piazza Primo maggio e per il parco Moretti inoltre ritengo che la scuola debba aprirsi alla città e viceversa per poter utilizzare gli spazi scolastici e portare avanti progetti aiutando i soggetti più fragili».

Fontanini ha sottolineato «i tanti investimenti per rendere più sicure le scuole adeguandole alle nome sismiche», annunciando il prossimo cantiere alla Dante e la nuova scuola per l’infanzia e il nido che saranno realizzati nell’ex caserma Osoppo». Sul fronte dello sport il pensiero del sindaco è andato al Carnera 4.0 «che avrà 7 mila posti e potrà ospitare anche concerti ed eventi».

Mobilità e piste ciclabili

Salmè intende puntare «sull’eliminazione dei passaggi a livelli per realizzare una ciclabile e sul ripristino della vecchia linea 1 attraversando via Aquileia e via Gemona senza passare da via Mercatovecchio. Gli automobilisti non vanno demonizzati e per il commercio servono parcheggi».

Di tutt’altro avviso Marchiol secondo cui «va ripristinato un equilibrio incentivando chi usa la bicicicletta più sicura e pulita dell’automobile. Va rivista la rete dei trasporti ferma agli anni 90 e costruire vere piste ciclabili e non ciclopedonali promuovendo il modello della città 30».

Fontanini ha assicurato che dopo l’approvazione del biciplan e della pista per Laipacco, sono in programma quella da San Rocco a Villa Primavera, da piazzale Cella a Lumignacco e a nord verso Feletto: «Continueremo a promuovere l’uso della bici - ha assicurato - pur sapendo che in alcune zone è difficile realizzare nuove piste per mancanza di spazio».

Per De Toni se il Trentino si promuove con lo slogan “respira sei in Trentino”, si potrebbe pensare a “pedala, sei in Friuli Venezia Giulia” valorizzando la mobilità lenta con «una città a zero semafori e tante zone 30 all’interno del ring rivedendo nel contempo i trasporti urbani e anche extraurbani». Giocandosi il jolly, che consentiva ai candidati di avere a disposizione un minuto aggiuntivo Marchiol ha definito «profondamente sbagliata la ciclopedonale per Laipacco accusando l’amministrazione di pressapochismo». Pronta la replica di Fontanini: «Noi con il biciplan abbiamo dato un indirizzo chiaro ai tecnici e ai professionisti che hanno pensato i progetti concreti. E oltre al biciplan abbiamo approvato anche il Peba per l’abbattimento delle barriere architettoniche stanziando 500 mila euro.

Famiglia, sanità e welfare

Marchiol ha puntato sulla necessità di garantire adeguati tempi di cura e lavoro con servizi di pre e post accoglienza nelle scuola, Fontanini ha ricordato i 60 stalli rosa che consentono la sosta gratuita a chi ha bambini fino a 2 anni oltre ai buoni affitti e spesa, mentre De Toni ha rivendicato un ruolo più attivo del sindaco per far fronte alle liste di attesa e alle difficoltà del Pronto soccorso proponendo anche il welfare di condominio, infine Salmè che ha lanciato l’idea del premio natalità di 10 mila euro una tantum a favore dei genitori in occasione della nascita di un figlio da erogare in buoni di acquisto locali.

Sicurezza 

Interrogati sul livello di sicurezza della città, e sulla situazione di borgo stazione in particolare, i candidati hanno cercato di fare sintesi restando all’interno del minuto e mezzo concesso. A partire è stato Marchiol: «La sicurezza, reale e percepita cambia a seconda dei quartieri in cui ci si trova. In questo senso il Comune deve favorire un presidio sociale vivibile, creando un assessorato alla coesione sociale per dare vita a tavoli con residenti, forze dell’ordine e associazioni per capire come rigenerare lo spazio urbano e quali attività di presidio avviare, campagne di prevenzione comprese».

Per Salmè, «sul tema di sicurezza si fa molta campagna elettorale, ma una volta al governo non si passa mai dalle parole ai fatti. Serve innanzitutto un presidio del territorio con gli agenti di quartiere, che devono parlare con i cittadini e con gli operatori commerciali, e risolvere i problemi. La sicurezza non è richiesta solo dagli italiani, ma anche dagli stranieri. Non ci sono distinzioni».

De Toni ha esordito bocciando l’impiego dell’Esercito: «È la prova che il problema non l’abbiamo risolto. L’Esercito serve per fare la guerra. La direzione corretta è quella di una sicurezza partecipata con i cittadini che fanno gruppo di vicinato. Senza dimenticare la rivitalizzazione dei quartieri, garantendo una presenza fissa, in un ufficio, di sindaco e assessori».

Infine Fontanini, che ha rivendicato le cose fatte negli ultimi anni, a partire dalla riorganizzazione della polizia locale: «Quando sono arrivato, in organico c’erano 64 agenti. Oggi, dopo tre concorsi, siamo arrivati quasi a 90. Non solo, li abbiamo dotati di strumenti adeguati per fronteggiare la criminalità. Cito come esempio i due cani antidroga, o il posto fisso di polizia locale». Salmè, a questo punto, si è giocato il jolly (un minuto aggiuntivo per replicare) potendo così intervenire di nuovo: «Si fatica a trasformare la propaganda in fatti. L’ex Cavarzerani è ancora lì, dopo 5 anni, con 600 richiedenti asilo. E che dire del campo nomadi di Udine: a detta dell’assessore alla Sicurezza doveva essere sgomberato entro fine mandato. È ancora lì».

Ambiente e rifiuti

Negli ultimi anni l’introduzione del sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta ha animato il dibattito in città, e ancora oggi è protagonista della campagna elettorale. «Noi siamo per un sistema misto, tenendo porta a porta per secco e umido – ha chiarito Salmè – e tornando ai cassonetti stradali per plastica, carta, vetro e verde. Questo ci consentirebbe di risparmiare, perché il sistema attuale è costoso per i cittadini e faticoso per i lavoratori».

De Toni ha parlato di «grave problema rifiuti» a causa dell’estensione a tutte le utenze del porta a porta, grandi condomini compresi: «La soluzione è il porta a porta insieme alle isole ecologiche per i grandi condomini, ai cassonetti di prossimità per chi ha problemi di spazio, immaginando anche l’introduzione dei cassonetti a scomparsa. Abbiamo proposto lo spazzino di quartiere sul modello di Bologna, arrivando a un ripensamento del modello attuale. Inutile affermare che lo si sta facendo ora, dopo quattro anni di contestazioni. È una retromarcia».

Di parere opposto il sindaco Fontanini: «Nessuna retromarcia, perché in tutte le città dei Paesi avanzati stanno guardando verso il porta a porta in quanto è un sistema eccezionale per differenziare e recuperare la gran parte dei rifiuti. Abbiamo quasi mille ecopiazzole condominiali in città, e funzionano per chi ha la volontà di farle funzionare. E dove non ci sono gli spazi interveniamo noi, come già fatto. Un sistema importante per raccogliere materiale pulito da riutilizzare il nuovo impianto di biometano utile ad alimentare i mezzi pubblici, quelli di Net e a produrre energia elettrica».

Marchiol è convinto che «dopo aver speso 6 milioni di euro per riempire di bidoncini la città, non è pensabile sovvertire tutto. Ragioniamo su posizionamento dei cassonetti a scomparsa e sui cicli ottimali di raccolta insieme all’Università per modificare in meglio il sistema, con l’obiettivo di arrivare a una tariffazione puntuale per premiare chi produce meno rifiuti».

Opere pubbliche

La discussione si è quindi spostata sulle opere pubbliche e sulle periferie. «Immaginiamo un collegamento pedonale tra piazza Primo Maggio e il castello, una rivisitazione di piazza Duomo e una piazza al Conservatorio – ha spiegato De Toni – senza dimenticare l’ex Safau, che può diventare una nuova Berlino. Per i quartieri, pensiamo a spazi di aggregazione e ricreativi, con un potenziamento degli ambulatori».

Fontanini ha ricordato i 63 milioni di euro a bilancio per opere pubbliche: «Realizzeremo una palestra di roccia nell’ex caserma Osoppo, opera che non ha nessun comune in Friuli Venezia Giulia. Significativo sarà anche il recupero di Villa Toppani per farne la Casa della friulanità, deputata a far conoscere quello che vuol dire essere friulani. Voglio citare anche il palasport Carnera 4.0 e il recupero dell’ex Safau con Udine 2050».

Marchiol ha una visione diversa: «Le grandi opere sono quelle che migliorano la vita dei cittadini ogni giorno nei luoghi in cui vivono. Per noi l’attività di restituire spazio alle persone parte dai quartieri. Un esempio su tutti per capire la nostra visione è il progetto di piazza Primo Maggio».

Salmè ha voluto partire dal Pnrr: «In Fvg arriveranno 1, 3 miliardi, per la gran parte al porto di Trieste. A Udine abbiamo la parete di roccia. C’era bisogno di un progetto per bonificare l’ex Safau. Ormai quel treno è perso. Chiederemo al governo di istituire lì una zona franca urbana».

La città del futuro

Guardando al domani, Pietro Fontanini ha in mente «una città sicura, green, grazie anche ai due boschi urbani voluti da questa amministrazione, accogliente ma nel rispetto delle regole, moderna e capace di far rivivere il centro storico con eventi culturali e manifestazioni di alto livello come Ein Prosit».

Marchiol ha invitato a cambiare paradigma: «In questi anni, grandi eventi e le grandi mostre, cosa hanno lasciato a terra? Una città disorganizzata, con un declino economico e con le migliori menti che se ne vanno. Dobbiamo far maturare le eccellenze e farle restare qui. Lavoreremo per questo, per avere una città inclusiva capace di rispondere alle sfide sociali, economiche, ambientali».

Salmè ha suggerito di «far riscoprire il passato di Udine per pensare al futuro. Dalla via dell’Ambra alla via Julia Augusta fino al corridoio Adriatico Baltico: lungo questo tragitto passano merci e persone. Dobbiamo riuscire a cucire un nostro ruolo all’interno di questo asse. Questo significa lavoro e impresa».

Infine Alberto Felice De Toni: «Dopo una tradizione industriale ed emporiale, il futuro di Udine è nel terziario avanzato e nel digitale. Il Comune deve diventare un’agenzia di innovazione».

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