Medico accusato di omicidio: perché la Corte lo ha assolto

foto da Quotidiani locali

«Ritiene la Corte che, per quanto non si possano condividere in toto le conclusioni cui è pervenuta l’impugnata sentenza, la stessa debba essere confermata, poiché gli elementi di accusa sussistenti a carico dell’imputato, per quanto non privi di una loro consistenza, sono comunque insufficienti per addivenire a un’affermazione di colpevolezza del medesimo».

È uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza d’assoluzione in appello - sulla base dell’articolo 530 comma II - dell’ex primario reggente dell’ospedale di Montichiari, Carlo Mosca. Già in servizio per tre anni, a partire dal maggio 2014, al pronto soccorso dell’ospedale di Mantova. La sentenza è dello scorso ottobre

Le accuse

Il medico era stato assolto in primo grado dall’accusa di omicidio volontario nei confronti di due pazienti (per la quale il pubblico ministero aveva chiesto 24 anni di carcere). Secondo la ricostruzione accusatoria, avrebbe iniettato loro dei farmaci che si sarebbero rivelati letali. Mosca venne assolto con formula piena. I fatti al centro della vicenda giudiziaria risalgono alla primavera 2020, in piena pandemia. E «per quanto talune argomentazioni contenute nell’atto di appello non appaiano affatto prive di spessore, ritiene questa Corte che gli elementi probatori disponibili e valorizzati dal pm non consentano un’unica ricostruzione dei fatti in linea con la prospettazione accusatoria» si legge nelle motivazioni.

Le fiale nel cestino

Sulle fiale trovate nel cestino, uno degli elementi principali dell’impianto accusatorio, scrive la corte d’assise d’appello: «In definitiva, pertanto per quanto questa Corte non ritenga (a differenza di quella di primo grado) che possa essere dimostrato con certezza che siano stati i due infermieri a “confezionare ad hoc la falsa prova”, ciò che maggiormente rileva è l’impossibilità di escludere ipotesi alternative a quella che vede il Mosca utilizzare quelle fiale».

La reazione

«Anche queste sono esperienze - aveva commentato Mosca a ottobre, subito dopo la lettura del dispositivo - Sicuramente la mia carriera ha subito un forte rallentamento, ma non significa che non ci si possa riprendere le soddisfazioni perse in questi due anni. L’importante è sempre essere sé stessi e uscire a testa alta».