Aggredita e derubata all’uscita dal lavoro: cosa è successo all’ex Opp di Trieste
TRIESTE L’ha afferrata alle spalle e al collo, tirandole i capelli, rubandole la borsetta e dandosi infine alla fuga. La vittima di quest’aggressione è una tecnica della riabilitazione psichiatrica che lavora nelle strutture sanitarie operative all’interno dell’ex Opp. La rapina è stata messa a segno nelle prime ore di lunedì pomeriggio, nella parte alta del parco di San Giovanni, vicino al roseto per intenderci, mentre la donna - appena finito il turno di lavoro - stava camminando lungo la strada che attraversa il comprensorio. A un tratto si è sentita «tirare i capelli e stringere al collo», racconta scossa: «Poi, strattonandomi e prendendomi a calci, è riuscito a sottrarmi la borsetta scappando verso la parte più bassa del parco».
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L’uomo, che aveva il capo coperto dal cappuccio della felpa, non ha usato coltelli o altri tipi di arma per minacciarla. La vittima ha provato a seguirlo, mentre lui non perdeva tempo nel rovistare subito nella borsetta in cerca di qualcosa di valore, disfandosi degli effetti personali della donna che non riteneva di suo interesse.
«Aperto il portafogli – riferisce ancora la vittima – ha preso i 10 euro che avevo e, gettando borsa e portamonete a terra, si è dileguato tra le boscaglie: mi è sembrato il gesto di una persona disperata, con un disagio».
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La donna – visitata poi dai medici del Pronto soccorso di Cattinara – a quel punto ha chiamato il 112. Le volanti della Questura sono intervenute raccogliendo la sua testimonianza, supportandola e iniziando a dare la caccia al rapinatore, da lei descritto come un uomo di bassa statura, stempiato, con una mancanza parziale dei denti. Caratteristiche, è bene dirlo, completamente diverse da quelle che invece ha fornito dei suoi aguzzini la ragazza che ha denunciato la violenza di sabato notte in via Rigutti.
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«L’episodio preoccupa perché relativamente nuovo in quel contesto – valuta Cristina Bradolin, presidente provinciale dell’Ordine delle professioni infermieristiche – e perché il parco di San Giovanni ogni giorno è vissuto da molte persone, non solo da chi lavora nelle strutture sanitarie: studenti universitari, mamme con bambini, anziani, gli stessi fruitori dei tanti servizi. Il fatto deve far riflettere, anche perché è avvenuto in pieno giorno, quando il parco è, per l’appunto, ancora ben frequentato»