Dal Friuli all'Onu: morto negli Stati Uniti l'ex diplomatico Giandomenico Picco
Aveva 75 anni ed era malato da tempo. Il governatore Fedriga: «Ci lascia un gigante della diplomazia mondiale»
UDINE. Ammalato da tempo, l’ambasciatore friulano, ex diplomatico Onu, Giandomenico Picco, è morto domenica 10 marzo negli Stati Uniti, dove viveva. Aveva 75 anni.
Nato a Flaibano e vissuto in Carnia e a Udine, Picco dopo aver conseguito il diploma al liceo classico Stellini a Udine e la laurea in Scienze politiche a Padova, intraprese la carriera diplomatica mostrando fin da subito particolari doti di mediazione. Specializzato in relazioni internazionali all’università di Santa Barbara (California) e in problemi dell’integrazione europea ad Amsterdam, l’ex diplomatico era uno dei più noti mediatori dell’Onu.
Gli impegni internazionali però non avevano mai distolto l’illustre diplomatico dalla sua terra, il Friuli, dove oggi sono in molti a ricordarlo e a stringersi attorno alla famiglia.
La sera di domenica 10 marzo il primo a definire la morte di Picco una perdita per il Friuli è stato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga: «Ci ha lasciato un autentico gigante della diplomazia mondiale e una figura che ha dato grande lustro alla nostra regione». Nell’esprimere «il più sentito cordoglio alla famiglia», Fedriga ha ricordato che «a Picco si deve il contributo decisivo alla soluzione di alcuni delicatissimi passaggi della storia recente nell’ambito delle Nazioni Unite». Il presidente assicura, infatti, «che il Friuli Venezia Giulia saprà trovare il modo di illustrarne e onorarne la memoria in maniera adeguata».
Originario di Flaibano, il papà di Picco era un farmacista, trasferito poi in Carnia, a Enemonzo, dove anche Giandomenico visse per anni. Nel corso della sua brillante carriera, il diplomatico ricevette molti riconoscimenti anche in Friuli, dove non mancava di tornava quando riusciva a liberarsi dagli impegni. A Udine vivono le due anziane sorelle.
Il Friuli piange un figlio illustre, una persona sulla quale aveva potuto contare e per la quale, assieme al Governo e al mondo della politica, nel 2021, si era mobilitato quando l’ex diplomatico, colpito dall’Alzheimer, si trovò a vivere in ristrettezze economiche.
Allora amministratori, sindaci, consiglieri e assessori regionali, rappresentanti di associazioni ed enti impegnati nel volontariato oltre a semplici cittadini inviarono un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi, per sensibilizzare palazzo Chigi a concedere all’ex diplomatico i benefici della Legge Bacchelli.
L’obiettivo era quello di consentire a Picco di curarsi accedendo al fondo istituito dal Governo a favore di cittadini illustri che versando in stato di particolare necessità, possono usufruire di un vitalizio utile al loro sostentamento. In questo modo Picco avrebbe potuto trascorrere nel nostro Paese il periodo più doloroso della sua vita. Il condizionale è d’obbligo perché di fronte alla fortissima pressione esercitata dall’Italia, lo Stato americano del Connecticut decise di prendersi carico in maniera appropriata del diplomatico friulano, che venne assistito dal sistema sanitario locale.
Una soluzione eccezionale che se inizialmente sembrava impossibile poi mise a disposizione dell’ex diplomatico Onu un «ottimo team di medici focalizzati a gestire al meglio la sua diagnosi con le più moderne scoperte non solo nel campo della farmacologia e della psicologia».
La notizia della morte del diplomatico friulano ha fatto il giro del mondo, la stampa internazionale ricorda la sua capacità di mediazione elencando i fronti caldi in cui Picco ha agito.
Il figlio Giacomo lo descrive come una persona curiosa convinta di poter imparare sempre qualcosa dagli altri.
Nel 1994, Picco lasciò le Nazioni Unite per diventare amministratore delegato della società di consulenza internazionale Gdp associates, specializzata nei mercati del Medio Oriente e dell’Asia centrale.
Nel 1999 venne nominato consigliere personale del segretario generale delle Nazioni Unite per gli studi sulla civilizzazione. Autore di numerose pubblicazioni in materia di politica estera, Picco venne laureato honoris causa da diverse università.
Il 6 giugno 2002 anche l’ateneo di Trieste conferì all’ambasciatore la laurea in Scienze internazionali e diplomatiche.
In queste ore sono in molti a ricordare la forte umanità di Picco: «Flaibano accoglie con profondo dispiacere la notizia della morte dell’ambasciatore, una personalità che ci ha rappresentato nel mondo, ricoprendo un ruolo apicale nell’Onu – scrive nel suo messaggio di cordoglio il sindaco Alessandro Pandolfo –. Il Comune nel Duemila gli aveva conferito la cittadinanza onoraria: era una persona alla mano, sempre estremamente disponibile. Valuteremo prossimamente quali iniziative intraprendere per ricordarlo come merita».