ATP Roma: Rublev e Tsitsipas evitano il baratro, rimontati Struff e Giron-

[6] S. Tsitsipas b. J-L. Struff (1)6-7 6-4 6-4

Stefanos Tsitsipas reagisce in tempo ed evitata un’altra sconfitta prematura, dopo quella con Monterio a Madrid, battendo Jan-Lennard Struff all’esordio nel torneo romano. Il greco ha avuto un approccio al match abbastanza ingessato oltre che particolarmente nervoso, dopo aver perso il servizio nel primo game del match ha disintegrato racchetta e porta asciugamani, ma fortunatamente per lui ha recuperato lucidamente il suo abituale livello per rimontare il 34enne di Warstein e trionfare con lo score di (1)6-7(1) 6-4 6-4 in 2 ore e 34 minuti di gioco. Il suo prossimo rivale nella capitale italiana sarà Cameron Norrie, dopo il successo sul recente campione di Monaco di Baviera Tsitsi porta a 11-2 il suo bottino sul rosso del 2024.

Il tre volte campione del Principato monegasco, che agli Internazionali vanta tre semifinali sue 6 partecipazioni complessive con l’acuto della finale del 2022 persa per mano di Djokovic, nella prima parte del match ha inoltre sofferto tremendamente le bordate di dritto del picchiatore tedesco, il quale sostenuto da un’ottima efficienza della sua prima di servizio (ha chiuso il primo parziale con l’80% di efficienza) ha potuto comandare spesso e volentieri lo scambio dettando il proprio ritmo congeniale – fatto anche discese a rete -. Dopodiché, tuttavia, le cose hanno presso tutt’altra direzione: il 25enne ateniese è stato abile nel reggere mentalmente al KO nel tie-break, e una volta ingoiato il boccone amaro, ha saputo sapientemente rimettersi in carreggiata strappando il servizio al bombardiere teutonico in ben due circostanze sia nel secondo che nel terzo set. In vista del prosieguo del torneo, c’è comunque da migliorare il dato sulla palle break convertite: Stefanos ha sfruttato soltanto 5 delle 16 che si è costruito.

[18] F. Auger-Aliassime b. [Q] B. Van De Zandschulp 6-1 7-6(8)

Arrivare alla prima finale ‘Mille’ della propria carriera, grazie ad un bel po’ di buona sorte, alla conclusione di un periodo per nulla roseo dal punto di vista dei risultati, delle prestazioni e della condizioni fisica – in riferimento agli infortuni avuti -, ti fornisce inevitabilmente un booster di fiducia che non può che aiutare parecchio nel ritrovare la migliore versione di se stessi: si racchiude, infatti, in un’immagine chiara di risalita dall’abisso la clamorosa affermazione di Felix Auger-Alissime per 6-1 7-6(8) in quasi due ore di gioco ai danni del qualificato orange Botic Van De Zandschulp.

Per il tennista di origini togolesi è la 200esima vittoria nel circuito maggiore, è solamente il secondo giocatore nato negli anni 2000 a raggiungere tale traguardo dopo Jannik Sinner.

Sorprendente non tanto per l’esito conclusivo della sfida, o per l’avversario battuto nel penultimo match di giornata sul Pietrangeli, quanto in realtà per la rimonta ammirata ad opera del canadese nel secondo set: dopo infatti una prima frazione a senso unico, bisogna anzitutto dare grande merito all’olandese che ha avuto la forza per giocare una spettacolare ripresa agonistica, mostrando quel suo tennis allo stesso tempo solido e in grado dispiegarsi a tutto campo che lo portò ad arrivare sino alla 22esima piazza del ranking nell’agosto del 2022.

Van de Zandschulp stava per restituire il 6-1 subito in precedenza, quando un Felix d’annata unito ad un inevitabile contemporaneo calo del 28enne di Wageningen ha ribaltato il copione già scritto vincendo – dal settimo game in poi – 5 dei successi 7 giochi e rimandando così ogni verdetto al tie-break. Qui naturalmente, la spinta psicologica era tutta a favore del 23enne di Montreal visto il dirupo evitato: e difatti il secondo match point, dopo aver invece frantumato un set point sul 5-1, gli ha regato un trionfo in due parziali da cineteca.

Al 3°T per l’attuale ventesimo tennista del ranking mondiale, l’ostacolo sarà la testa di serie n.°9 De Minaur che ha avuto vita facile contro Carballes Baena.

[4] A. Rublev b. M. Giron 5-7 6-4 7-5

In un campo Pietrangeli gremito in ogni ordine di posto, con gli appassionati italiani ancora vogliosi di grande tennis nella splendida serata romana, a mezzanotte inoltrata il campione del Mutua Madrid Open Andrey Rublev appone la firma vincente nell’esordio al Foro, garantendosi i sedicesimi di finale dopo aver impiegato oltre due ore e venti di fatiche agonistiche per piegare la resistenza dello “smanicato” californiano Marcos Giron. Il punteggio finale della sfida premia in rimonta il russo per 5-7 6-5 7-5.

E’ giusto sottolineare che il percorso di avvicinamento al Masters 1000 di Roma del 26enne moscovita non è stato dei migliori: giunto last minute nella Città Eterna dopo aver trascorso due giorni in ospedale nella capitale spagnola a causa della tonsillite acuta, Andrey aveva infatti dichiarato nella conferenza post trionfo madrileno di aver dovuto giocare sotto iniezioni. Per cui è assolutamente comprensibile il fatto che abbia tenuto un rendimento ondivago, più del solito quantomeno, durante l’incontro con lo statunitense.

Nella prima frazione, il primo a concedere palle break è stato il 30enne americano – break point prontamente cancellato nel quarto gioco – successivamente è andato tutto liscio nei turni di servizio fino al 4-4. Dopodiché, difatti, sono andati in scena tre strappi consecutivi con Marcos che ha mancato 3 set point servendo sul 5-4: in particolare va posta l’attenzione sul primo dei tre, frantumato dal n. 6° ATP in maniera a dir poco rocambolesca visto che nel suddetto scambio ha eseguito un dritto a sventaglio mentre era completamente “sdraiato” sul manto terroso dopo aver smarrito gli appoggi. Tuttavia, per quanto rimanga la perla balistica da “equilibrista”, si è rivelato un salvataggio fine a stesso poiché Rublev ha gentilmente riconcesso immediatamente la battuta – a 15 – e questa volta il n. 49 del mondo non si è fatto pregare incamerando il parziale in 54 minuti.

Il cinque volte finalista ‘1000’ ha però risposto presente nel secondo set, mostrando di che pasta è fatto e soprattutto il suo status superiore, pareggiando così i conti per rimandare il verdetto al terzo. Ebbene, la frazione finale è stata una girandola di emotività, con alterazioni che passavano dal drammatico al sublime e dulcis in fundo l’immancabile rush thrilling: Andrey è partito meglio, salendo subito 2-0 e servizio a disposizione. Il match sembrava indirizzato ma sul 40-30 valevole per il 3-0 russo, il primo di due doppi falli (saranno 7 in totale a fine match) del game comprometteva nuovamente l’inerzia dello scontro. Così in un battito la partita è tornata in discussione, e ancora una volta è stata la volata finale a dirimere la contesa con lo stesso modus operandi del primo set.

Giron alla quarta possibilità del gioco in questione accende i sogni romani di un tie-break finale, e va al servizio sul 5-4 per trovare il quarto successo contro un Top 10. Ma l’americano gioca un pessimo game, subisce il contro-break a zero, rimettendo di nuovo tutto al bando della corrida del Foro. Ciononostante, sul 5-5 si costruisce una nuova opportunità di andare a servire per il match, proprio come era avvenuto nel primo ma stavolta l’incrociato bimane è di poco largo. E’ il punto esclamativo sull’incontro, nel terzo lo statunitense ha anche pagato il 4/12 sulla seconda di servizio, Rublev terrà la battuta per poi convertire il terzo match point (lo 0-40 è stato propiziato dal 3° doppio fallo nella partita di Marcos) in ribattuta e regalarsi il francese Muller. Alla fine, anche ai punti il russo ha meritato la vittoria: 112 punti a 95 per lui, il computo complessivo dei quindici disputati.

[Q] A. Muller b. [31] A. Fils 7-5 6-3

Il derby francese andato in scena sul Campo 1 del Foro Italico, terzo match di giornata, ha visto uscire vincitore il qualificato Alexandre Muller che ha sorpreso la testa di serie n.° 31 Arthur Fils con il punteggio di 7-5 6-3 in poco più di un’ora e mezza di partita. Per il 27enne di Poissy al terzo turno ci sarà il russo Andrey Rublev. Il numero 109 ATP è riuscito a spuntarla nonostante il 19enne di Bondoufle abbia messo a segno la bellezza di 11 aces, ai quali però sono corrisposti 6 doppi falli.

Nessuno dei due protagonisti ha particolarmente brillato per percentuale di prime in campo (49% Arthur, 56% Alexandre) e la grande differenza si è avuta nel rendimento della seconda palla di servizio: solamente il 41% (15/37) di trasformazione per il n. 34 del mondo, a fronte dell’ottimo 71% (24/34) avversario. Inoltre, il più esperto dei due transalpini si è rivelato più abile nel salvare le opportunità di break offerte alla risposta del rivale: Muller ha sventato 2 delle 3 palle break concesse, 67% di annullamento, mentre Fils ha sfruttato appena una delle sue tre occasioni di scippo della battuta rivale (33% di conversione). Ma più di tutto, ciò che ha pagato il classe 2004 sono stati i 34 errori gratuiti commessi nel match (meno della metà i vincenti, 15) anche se pure il classe ’97 non che si sia disimpegnato al meglio: solo 8 winners e addirittura 21 gli unforced. Insomma non un match indimenticabile sotto il profilo tecnico.

[17] S. Baez b. D. Lajovic 7-6(3) 7-6(6)

L’autentico dominatore del Golden Swing, diciassettesimo favorito al successo finale, Sebastian Baez (n. 19 ATP) è venuto fuori da una sfida altamente insidiosa, e nei fatti dimostratasi estremamente equilibrata, riuscendo alla fine a superare un altro terraiolo per antonomasia come il serbo Dusan Lajovic: un doppio tie-break consumatosi in 2h13‘ di fittissima lotta. Nel primo set, il 33enne di Belgrado – di dieci anni più grande dell’argentino e vittorioso su Sonego al turno precedente – si è perfino costruito un set point sul 5-4 in risposta prima di servire vanamente per il parziale nel decimo finendo invece per subire il contro-break. Al contrario, nella seconda frazione è toccato al monomane balcanico salvarsi in calcio d’angolo dopo essere fatto breakkare sul 5-5. Nel gioco decisivo, infine, il terzo match point è stato quello buono Sebita Baez: il ventitreenne bonaerense ha così staccato il pass per i sedicesimi dove incrocerà il norvegese Holger Rune. 78% di prime in campo per il sudamericano, ex n. 1 al mondo a livello junior, ma anche 26 errori non procurati – 19 le esecuzioni vincenti – e soprattutto un grandioso 63% (20/32) di punti vinti rispondendo alla seconda belgradese.

[27] C. Norrie b. J. Munar 6-3 1-6 6-3

Nel quarto ed ultimo incontro previsto sul Campo 12, il semifinalista di Wimbledon 2022 – nonché 27esima testa di serie del Masters 1000 di Roma – Cameron Norrie ha sconfitto in un’affasciante contrapposizione tennistica dall’ottimo acume tattico l’iberico Jaume Munar: lo score finale recita 6-3 1-6 6-3, in oltre due ore venti di battaglia, in favore del britannico. Primo parziale, in cui il 27enne di Santanyì – comune spagnolo situato nella comunità autonoma delle Baleari – era partito meglio blocchi portandosi rapidamente sul 2-0 ma il contro parziale di 6 giochi a 1 del 28enne di origini sudafricane ha cambiato totalmente l’esito del set inaugurale.

Per il tennista di Sua Maestà, il quale è riuscito a trionfare pur avendo messo a referto 33 non forzati con 21 vincenti (15-22 il bilancio maiorchino), il greco Stefanos Tsitsipas al prossimo round.

Jaume si è dovuto arrendere nonostante una buonissima prestazione al servizio – 63% di prime in campo, il 62% di realizzazione, il 60% di efficacia con la seconda – sicuramente complessivamente migliore del mancino formatosi tennisticamente negli Stati Uniti – precisamente in Texas – ma paga con tutti gli interessi del caso la scarsa vena di precisione del proprio mirino sui break point: trasformate soltanto 4 delle 15 avute a disposizione, diametralmente opposta la freddezza di Cameron che ha invece concretizzate 11 su 15 (il 73%).