Gli archivi Vajont restano a Belluno, il Pd esulta
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La deputata Pd Rachele Scarpa: «Siamo felici che grazie alla mobilitazione locale, a cui abbiamo voluto dare voce con la nostra interrogazione, gli archivi del Processo Vajont potranno rimanere qui»
Gli archivi processuali del Vajont restano a Belluno, il Pd esulta: «Siamo felici che grazie alla mobilitazione locale, a cui abbiamo voluto dare voce con la nostra interrogazione, e all’invito del Presidente della Repubblica finalmente gli archivi del Processo Vajont potranno rimanere nel territorio dove quella tragedia è avvenuta e dove i suoi segni rimangono indelebili nella memoria delle persone», dice Rachele Scarpa, «La smentita raffazzonata del sottosegretario Mazzi alle sue stesse dichiarazioni in aula di poche ore prima è già di per sè un fatto così imbarazzante che non merita molti commenti, se non quello che di fronte a questioni così delicate una maggiore attenzione da parte di chi ricopre incarichi di governo sarebbe necessaria»
Alessandro del Bianco, segretario provinciale del PD di Belluno, sottolinea: «Siamo molto contenti che l' interrogazione del Pd e la conseguente negativa risposta del governo abbia sortito nel territorio un immediato riscontro e che , dopo la nostra iniziativa , si siano alzate forti le voci di istituzioni locali e associazioni legate al disastro del Vajont. Felici perché ,insieme, abbiamo fatto fare un dietrofront al governo che oggi non solo si rimangia le parole ma promette di fare restare le carte del processo del Vajont a Belluno. Siamo sempre stati convinti che il ruolo della politica , anche quando è minoranza, sia quello di fare prevalere valori e principi che indicano la via anche alle procedure tecniche. Perché vi sono casi, e il Vajont è tra questi, che non possono essere gestiti solo seguendo le pur giuste prassi burocratiche e legislative . Perché diciamolo ancora una volta , il processo del Vajont non è solo immagine, non è solo documento da poter digitalizzare. È materia viva, è monito perenne e visibile quanto il territorio e le comunità che lo gestisce. Solo qui, dove aprendo una finestra vedi da un lato le più belle e fragili montagne del mondo , le Dolomiti, e dall'altro quella diga. In entrambi i casi solo qui si avverte il peso della parola che accomuna questi paesaggi : la responsabilità. Per mantenere questa bellezza unica al mondo e, insieme, non dimenticare cosa può fare l' uomo quando questa bellezza la vuole deturpare o soggiogare per interessi che scavalcano quello delle comunità locali».