Il Rotary di Trieste celebra il centenario restaurando la statua di Verdi
TRIESTE Sarà la ristrutturazione della statua di Giuseppe Verdi in piazza San Giovanni il regalo che il Rotary Club di Trieste intende fare alla città per celebrare il proprio centenario, festeggiato il 2 maggio scorso, data in cui un secolo fa il sodalizio triestino è stato ufficialmente riconosciuto come seconda realtà associativa su territorio italiano. I lavori sul monumento al compositore cominceranno a breve e nel giro di qualche giorno cominceranno a circolare alcuni autobus di linea effigiati con il simbolo del Rotary e il motto “Cent’anni al servizio della città”, sottotitolo del libro appena dato alle stampe per ripercorrere una storia cominciata nel 1924.
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Un punto di riferimento per i cittadini
«Verdi ha scritto due opere per il nostro teatro», ha esordito la presidente Gaia Furlan, ricordando che «il primo monumento eretto nel 1906 è stato abbattuto dagli austriaci nel 1915 dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia e solo nel 1926 è stato realizzato quello attuale, fondendo il bronzo dei cannoni sottratti all’esercito asburgico». La statua è un punto di riferimento caro ai triestini, ma versa in condizioni non eccelse, tanto che «servirà un grosso lavoro, possibile grazie a due realtà come Fondazione Casali presieduta dal nostro socio Francesco Slocovich e da Officine meccaniche Vidali, azienda che compie ben 150 anni ed è guidata dal socio Francesco Vidali».
Il legame con la scultura
Il Rotary ha un legame particolare con la scultura. Negli anni passati si ricordano il restauro dell’Amazzone di Miramare e quello dei propilei di San Giusto. Ora tocca al monumento dedicato a Verdi, la cui sistemazione è stata progettata dall’architetto Aulo Guagnini, mentre le opere di cantierizzazione saranno gestite dall’impresa Riccesi. Un precedente intervento sulla stessa statua è datato 1996, ancora una volta per mano del Rotary, in quel caso su impulso della socia e mecenate Fulvia Costantinides.
Concorso e libro
Fra le iniziative per il centenario il Rotary ha organizzato anche il concorso “Fotografa le acque del Friuli Venezia Giulia”: oltre 150 gli scatti ricevuti e la giuria al lavoro per arrivare alla premiazione a inizio giugno, con una mostra già programmata per settembre.
E poi c’è il volume “Il Rotary Club Trieste 1924-2024”, da cui emergono le cronache della vita dell’associazione e dei suoi dibattiti sulla vita economica, ma anche uno spaccato sull’evolversi delle vicende della città, delle sue difficoltà nel campo dell’impresa e della graduale uscita dal declino di cui oggi si possono apprezzare più chiaramente i risultati. Il libro è stato pubblicato con il contributo di Banca Finint, fra gli editori di questo giornale, il cui manager Luigi Bussi ha ricordato «il supporto dato dal Rotary in molti campi» e «la recente apertura di una sede del nostro istituto a Trieste per essere sempre più vicini al territorio, alle sue istituzioni e al tessuto delle piccole e medie imprese».
Come ha detto Furlan, «il Rotary per questa celebrazione ha voluto strafare» e una seconda pubblicazione è in lavorazione. «Una chicca», assicura la presidente, spiegando che la tradizionale “guidina” annuale che il Rotary dedica a musei, edifici di culto e monumenti, quest’anno sarà «ampliata e dedicata alle corrispondenze architettoniche fra Trieste e Vienna, con le influenze tra gli architetti che hanno operato nelle due città, a Graz e a Lubiana». Il volume sarà edito in italiano, inglese e tedesco.
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