"Abbiamo creato una cultura che, da una parte, idolatra la giovinezza cercando di renderla eterna, ma, paradossalmente, abbiamo condannato i nostri giovani a non avere uno spazio di reale inserimento, perché lentamente li abbiamo emarginati dalla vita pubblica obbligandoli a emigrare o a mendicare occupazioni che non esistono o che non permettono loro di proiettarsi in un domani".È il duro monito di Papa Francesco nell'omelia pronunciata nella Basilica Vaticana nel corso della celebrazione dei Vespri. Il Pontefice ha ricordato il dramma della disoccupazione giovanile: "Abbiamo privilegiato la speculazione invece di lavori dignitosi e genuini che permettano loro di essere protagonisti attivi nella vita della nostra società. Ci aspettiamo da loro ed esigiamo che siano fermento di futuro, ma li discriminiamo e li condanniamo a bussare a porte che per lo più rimangono chiuse", aggiunge Bergoglio, "Siamo invitati a non essere come il locandiere di Betlemme che davanti alla giovane coppia diceva: qui non c'è posto. Se vogliamo puntare a un futuro che sia degno di loro, potremo raggiungerlo solo scommettendo su una vera inclusione: quella che dà il lavoro dignitoso, libero, creativo, partecipativo e solidale".